LETTERA APERTA E DI MONITO AI GOVERNANTI AL POTERE
Egregi Sigg. (l’aggettivo è una sorta di mia “regalia”, ma non per meriti), la presente è indirizzata a voi che padroneggiate da un pulpito sempre più lontano dai reali bisogni del popolo che ritenete di rappresentare, il quale in parte non vi riconosce come deputati a governare in quanto sempre più indignato nel ritenersi vostri concittadini, compreso chi scrive. Da un bel po’ di anni a questa parte le baruffe in sede parlamentare ormai non si contano più tanto sono infinite e riprovevoli, come pure le contestazioni (sia pur con orientamenti diversi) attraverso i molteplici e ripetuti talk show televisivi e di piazza; e tutto questo per la spasmodica ambizione di raggiungere quel traguardo che si chiama POTERE con la presunzione di saperlo onorare che, per inciso, tale ruolo non vi è stato prescritto da alcun medico… Una parola che grida vendetta al cospetto di Dio poiché giunti nel XXI secolo, si vive proiettati in epoca medioevale in cui esistevano Feudatari e Plebe e, per certi versi, il sistema del vassallaggio. A questo riferimento, tanto forte quanto veritiero, mi si potrebbe contestare la negazione della ottenuta democrazia e degli effetti positivi ad essa correlati, ma dal canto mio (e idealmente a nome della gran parte di sudditi italiani) rigetto perché da molto tempo ormai la democrazia (quella vera) esiste solo sulla Carta. Le prove sono innumerevoli e il cui elenco sarebbe interminabile, per non parlare delle assurdità, incongruenze, ingiustizie e incapacità (capitanate dalla burocrazia) nel condurre un Paese un tempo all’onore del mondo per la ricca storia e in parte anche ricchezza, e oggi alla stessa stregua dei meno emancipati soprattutto dal punto di vista politico-socio-culturale. Nelle ultime Legislature, ivi compresa l’attuale in cui siete inseriti, sono compresi infiniti episodi di carattere giudiziario con tanto di politici “asserviti” scivolati non su bucce ma su caschi di banane, caduti quindi in disgrazia ma ben presto rialzati senza particolari conseguenze: per loro una condanna penale (breve carcerazione compresa) equivale a poco più che una lussazione… Il fatto, ad esempio, di non riuscire a presentare con obiettività e senza contestazioni una Legge di Bilancio (più volte sollecitato dal Parlamento europeo), con modifiche e ripensamenti, dimostra molte vostre carenze nonostante vantiate titoli accademici e competenze di vario genere. Nel valutare i bisogni reali dei cittadini, come ad esempio quelli che riguardano la categoria dei pensionati (non privilegiati), avete avuto la sfrontatezza di inserire nel pacchetto l’astronomica offerta di 25 centesimi in più al mese (5 euro all’anno, magari lordi); un’onta che non vi rende degni del ruolo che ricoprite, riducendo ai minimi termini il valore della vostra Persona che, a mio avviso invece, appartiene di diritto sempre di più ai cittadini che rappresentano la “plebe”. Da sempre chi detiene la sovranità verso un popolo deve fare i conti con la propria coscienza (supposto che l’abbia, e negarla non servirebbe a nulla) poiché le decisioni dettate dal vostro ruolo determinano il destino verso il popolo stesso, esclusi gli appartenenti alle varie Caste; ma ciò evidentemente non vi preoccupa poiché siete tra coloro che avendo pancia piena non si tiene conto di chi l’ha vuota: 25 centesimi è press’ a poco il costo di una pagnotta, e di certo non si vive con una pagnotta al mese… E che dire dei disoccupati (e precari), loro malgrado, che non avendo un introito e non potendo versare i contributi previdenziali quando avranno età di pensione continueranno a non avere reddito? Chi li sfamerà? Se poi aggiungiamo il problema salute stiamo assistendo ad un decadimento di gran parte delle risorse previste dal SSN, sempre più impoverite per effetto del deleterio Federalismo con le continue disuguaglianze: al sud si vive mediamente 4 anni in meno rispetto al nord.
La mia forma mentis e il mio senso civico, mi portano ad allargare il pensiero alle quotidiane lesioni individuali e collettive (incolumità sempre meno garantita), come pure agli infortuni professionali e stradali che non riuscite a prevenire nonostante le relative leggi, e per tutto questo intanto l’Italia muore, senza metafora, perché tale evento è anticipato dalla agonia cui sono soggetti soprattutto molti anziani affetti da patologie croniche e molti disabili gravi (anche giovani) per i quali nulla si fa. Ancora un esempio concreto? L’incompletezza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, sia pubbliche che private, nonostante la legge 13 del 1989; e volendo proseguire, aggiungo che non è mai stata migliorata la cultura della educazione civica, e parimenti non si è mai voluto considerare che il nostro sistema giudiziario non ha mai garantito la certezza della pena e, per assurdo, si lamenta ma si mantiene il sovraffollamento delle carceri con tutte le conseguenze che ne derivano. Ho sempre ritenuto (sin dai miei lontani 18 anni) e tuttora sostengo che il votarsi alla politica attiva non è una dedizione filantropica, quindi non finalizzata al bene concreto del prossimo e, a riprova di ciò, da quando ho l’età matura non ho mai conosciuto un politico-filantropo, unica figura più garantista per il bene dei suoi simili, la cui candidatura, caso mai fosse possibile, avverrebbe senza un logo di appartenenza, men che meno compromessi e né alcun sostegno economico. Ma purtroppo questa è utopia e, come tale, getta nella desolazione e nello sconforto l’onesto cittadino al quale non resta che “invidiare” chi può espatriare perché, per parlare di Patria, oggi più che mai, il più delle volte è sufficiente varcare i nostri confini. Una ultima annotazione. Quanto su espresso e a voi “dedicato”, è fonte della mia esperienza di un vissuto “autoguidato”, non privo di qualche sofferenza fisica la quale, nel completare la mia forma mentis e il mio credo in ciò che è più giusto e razionale, è in antitesi con ogni forma di compromesso e soprattutto senza alcun condizionamento, sia ideale che politico da parte di chicchessia. E solo perché si è in minoranza non è detto che si abbia necessariamente torto, soprattutto quando si può dimostrare che un politico non può promettere ponti quando non esistono fiumi!
Ernesto Bodini