A Torino un convegno e un’associazione sull’educazione alla salute
Nasce a Torino una associazione di volontariato per favorire la cultura e l’educazione alla salute. Con la stessa finalità, il capoluogo piemontese ha anche ospitato un importante convegno sulla prevenzione delle patologie più frequenti.
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Sono oltre 16 milioni gli italiani ipertesi, ma di questi solo uno su tre cura la pressione in modo adeguato. Un dato che fa riflettere se si considerano le possibili complicanze dell’ipertensione. Lo stesso vale per le persone affette da obesità che nel nostro Paese sono quasi 4 milioni. Cifre che fanno riflettere tanto da far crescere l’attenzione sulla prevenzione delle patologie, in particolare di quelle cardio cerebro vascolari che sono le più frequenti e sono la prima causa di morte e di invalidità. Questa stessa attenzione caratterizza anche la costituenda associazione “Più vita in salute” (senza scopo di lucro), fortemente voluta dal dottor Roberto Rey, un medico che da tempo si prodiga per “educare” le persone nel mantenere un adeguato stile di vita, soprattutto nel campo dell’alimentazione.
Con questa finalità è stato organizzato il convegno “Prevenire, se non ora quando?”, che si è tenuto nei giorni scorsi a Torino all’hotel Luxor, al quale è intervenuto un folto pubblico, molto interessato all’argomento. Le relazioni, coordinate dal dott. Rey, sono state tenute da diversi specialisti dell’area medica torinese (precedute da un breve saluto del vice sindaco e assessore al Welfare, Elide Tisi, e dell’On. Giovanni Monchiero, che per anni ha diretto importanti Aziende Sanitarie piemontesi). La prima relazione è stata quella della dottoressa Etta Finocchiaro della S.C. Dietetica e Nutrizione Clinica della Città della Salute e della Scienza (ospedale Molinette), che ha ricordato le molte malattie legate al cibo, e ha presentato i principali rimedi come la dieta mediterranea e i cibi a basso indice calorico e glicemico; trattando quindi aspetti di competenza medica e di competenza culinaria. Significativo l’intervento della prof.ssa Maria Caramelli, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte Valle d’Aosta e Liguria, che ha richiamato l’attenzione sulla sicurezza alimentare, messa in crisi non solo da cause di provenienza animale, ma anche dalle frodi alimentari, più frequenti in un periodo di crisi economica come quello attuale. Il dott. Giuseppe Parodi, responsabile della struttura di Medicina dello Sport dell’Asl To/1, ha posto l’attenzione sul rapporto tra sport e attività fisica, e ha sottolineato che oggi il principale problema consiste nel “rimuovere” la sedentarietà, diventata una sorta di pandemia, tanto da costituire il 4° fattore di rischio per le malattie cardiache e per il diabete.
Sull’obesità è intervenuto il dott. Paolo Fornengo della S.C. di Medicina Generale (ospedale Molinette) spiegando che l’ipertensione, il diabete, l’obesità e le dislipidemie sono quattro fattori di rischio singolarmente preoccupanti e pericolosi, ma quando presenti nello stesso soggetto, determinano effetti devastanti; ha inoltre sottolineato che tali patologie sono in continua crescita. La dott.ssa Anna Laura Fanelli (cardiologa alle Molinette) ha ricordato che le malattie cardiovascolari costituiscono il 20% delle cause di morte e ha sottolineato che i principali fattori di rischio modificabili di tali malattie sono il fumo di sigaretta, il basso livello di HDL – colesterolo e l’ipertensione. Il dott. Fabio Beatrice, direttore del Servizio di Otorinolaringoiatria della Asl To/2 (ospedale San Giovanni Bosco), da sempre in prima linea per la lotta contro il fumo, ha ricordato che sono 6 milioni nel mondo le persone che muoiono per il fumo di tabacco, e ha evidenziato anche che i fumatori sono causa di danni ambientali; un dramma sociale che si potrebbe evitare sviluppando continue ed efficaci iniziative volte all’ abolizione o alla riduzione di questo vizio voluttuario, così da riuscire a diminuire l’insorgenza di tutte le possibili conseguenze patologiche che ne derivano.
Sulle dipendenze da bevande alcoliche è intervenuto Antonino Matarozzo, direttore Sert dell’Asl To/1, spiegando che il rischio di patologie e di decesso è elevato se il consumo è soprattutto fuori pasto. «In Piemonte – ha rammentato – tra il 2010 e il 2013 il consumo di queste sostanze è aumentato soprattutto negli uomini, ma anche tra i giovani che sono particolarmente dediti al consumo di drink leggeri, birra e liquori in genere. È quindi necessario contrastare questo fenomeno in espansione responsabilizzando la popolazione attraverso azioni sinergiche di apprendimento attivo e modalità esperienziali». Non meno importante è anche la prevenzione attraverso l’attività sportiva, come ha spiegato il prof. Gianfranco Porqueddu, presidente del Coni Regionale, una indicazione che purtroppo (dal 2010 al 2014) ha visto ridursi la spesa da 62 a 14 milioni; mentre sarebbero molte le proposte per “risalire la china” nell’ambito della prevenzione soprattutto con l’incremento della promozione di attività motorie e del numero dei gruppi sportivi; altrettanto importante avviare lo sport sia nelle scuole che nelle realtà frequentate dalla popolazione anziana. Tutte azioni che l’Associazione più vita in salute intende favorire, insieme a tutte le altre che possono favorire stili di vita corretti e salutari in modo da ridurre o meglio ancora abolire i fattori di rischio delle principali malattie. Queste finalità dell’associazione, a giudicare dalle adesioni ricevute, hanno trovato ampio riscontro da parte dei partecipanti.
Foto di Ernesto Bodini. In alto i dott. Parodi e Rey; in basso il pubblico