AFTERHOURS A FIRENZE
Uno dei migliori gruppi rock italiani, è tornato ad esibirsi a Firenze e per la precisione, nel nuovo auditorium open, del CAVEA del Nuovo Teatro dell’Opera. Dopo un inizio un po’ traballante, causato da un impianto, che ha fatto un po’ di bizze (portando al black out per qualche minuto), gli Afterhours hanno tirato fuori grinta. La classe, ormai da qualche anno li accompagna e secondo me, assieme a IL TEATRO DEGLI ORRORI, è il miglior gruppo rock alternativo italiano. Da sempre attivi nel nostro territorio con dischi e concerti, Manuel Agnelli e soci re dell’indie italiano parteciparono a Sanremo, (scelta criticata da molti anche se va detto che la canzone era stupenda e che sono stati fatti fuori subito) operazione questa che servì da traino ad una compilation di rock indipendente italiano che rese più visibili molti gruppi che gravitavano quasi nascosti nell’underground.
Ottimo il feeling col pubblico fiorentino. Il concerto inizia puntuale alle 21:30, l’acustica all’inizio non è delle migliori, ma va detto che dopo il black-out, lo show gravita su ottimi livelli. Ideale il luogo del concerto: questa Cavea che questa estate sarà il regno di molti altri concerti rock. La tracklist, vede il saccheggio di “Padania”, del resto come non potrebbe essere visto che è uscito a metà dicembre e siamo quindi in piena promozione. Le canzoni suonano decisamente meglio live che in studio, ma non c’è da meravigliarsi visto che gli Afterhours sono riconosciuti come una delle migliori live band italiane. Classici come: “Male di miele”, “Ballata per la mia piccola iena” ,” Tutto fa un po’ male, Bombay”, vengono cantate e ballate dal pubblico fiorentino. “Quello che non c’è” viene intonato a bassa voce dagli spettatori quasi volessero non disturbare l’esecuzione del pezzo. Agnelli e soci, sono di poche parole, ma sono qua per suonare e non certo per fare proclami, il pubblico vuole musica ed il gruppo milanese li accontenta alla grande.
Servizio e foto di Roberto Bruno