AL RIPARO DA UNA POSSIBILE EPIDEMIA DI POLIO INTERVENENDO CON IL VACCINO DI TIPO2 (nOPV2)

È in corso un programma di vaccinazione per il popolo martoriato della Striscia di Gaza

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

Preciso subito che non ho esperienza “diretta” di politica internazionale. Tuttavia, quale attento osservatore e divulgatore degli eventi sociali che ogni giorno incombono sull’umanità, credo sia utile considerare quanto sta accadendo, il conflitto armato tra lo Stato di Israele e Hamas (acronimo che sta per Harakat al-Muqawama al-Islamiyya, un Movimento  Islamico di Resistenza), e in particolare il coinvolgimento della Striscia di Gaza. Ma non è sull’aspetto politico-cultural-religioso su cui vorrei soffermarmi, piuttosto sul fatto che in quella zona (Gaza in particolare) attualmente si tratta di prevenire la diffusione della variante circolante del poliovirus di tipo 2 (cVDPV2), per la quale l’Oms e l’Unicef chiedono a tutte le parti in conflitto di attuare pause umanitarie nella Striscia di Gaza per almeno sette giorni, al fine di consentire lo svolgimento di due cicli di campagne di vaccinazione. Questa pausa permetterebbe ai bambini e alle famiglie di raggiungere in sicurezza le strutture sanitarie, e agli operatori di raggiungere quelli che non possono accedere alle strutture di riferimento per la vaccinazione antipolio. Le istituzioni preposte (Oms, Unicef e l’Agenzia dell’Onu per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi e lo partner) forniranno due gocce del nuovo vaccino orale di tipo 2 (nOPV2) contro la poliomielite a più di 640 mila bambini al di sotto dei dieci anni di età. Il poliovirus è stato rilevato nel luglio 2024 in campioni ambientali provenienti da Khan Younis e Deir al-Balah. Da allora nella Striscia di Gaza sono stati segnalati tre bambini con sospetta paralisi flaccida acuta, un sintomo molto comune della poliomielite. Ora, oltre 1,6 milioni dosi di nOPV2 saranno consegnate alle autorità di Striscia di Gaza. Secondo il programma la vaccinazione sarà somministrata da 708 squadre operanti in ospedali, ospedali da campo e centri di assistenza sanitaria di quel territorio; e circa 2.700 operatori sanitari di varie competenze, sosterranno la realizzazione di entrambi i round della campagna. Va precisato che è necessaria una copertura vaccinale di almeno il 95% durante il ciclo della campagna vaccinale, proprio per prevenire la diffusione della poliomielite e ridurre il rischio di comparsa. Si ricorda che la Striscia di Gaza è stata libera dalla poliomielite negli ultimi 25 anni. La sua ricomparsa rappresenta un’altra minaccia per i bambini della Striscia di Gaza e dei paesi limitrofi; ed è per questa ragione che un cessate il fuco è l’unico modo per garantire la sicurezza della salute pubblica nella regione.

La poliomielite e altro ancora…

La poliomielite (nota anche come “paralisi infantile”), che evoca pietose immagini di bambini con arti deformi e spesso paralizzati, in questa martoriata zona vede la comparsa delle prime file di genitori per la somministrazione delle dosi del vaccino, un “percorso” che ci ricorda lo spettro di questa malattia spesso invalidante dei decenni scorsi al quale si è aggiunto quello del conflitto con tutte le sue implicazioni, coinvolgendo migliaia e migliaia di genitori di Gazawi che, assaliti dal terrore del contagio del virus poliomielitico, hanno affrontato e stanno affrontando i rischi e le incertezze degli spostamenti per portare i loro bimbi a ricevere le prime dosi del vaccino. Come già avveniva in vari Paesi del mondo dove le epidemie di polio hanno coinvolto milioni di persone, il poliovirus si diffonde rapidamente attraverso le acque reflue e contaminate come appunto anche a Gaza. Una crudeltà del destino, si direbbe, mentre tale crudeltà è in parte da addebitarsi all’uomo per inseguire determinati obiettivi come l’egemonia sui territori, imporre le proprie culture, etc. Ma la poliomielite purtroppo non è l’unica minaccia, in quanto sono da aggiungersi condizioni di vita sovraffollate, mancanza di igiene, accesso limitato all’acqua pulita, liquami non trattati che scorrono all’aperto con il rischio di ulteriori tipi di malattie infettive. Insomma, combattimenti e rischi infezioni ostacolano anche l’attività vaccinale, e il quadro della sofferenza umana si allarga sempre di più… Chi di dovere dovrebbe fare ammenda e rammentare i sacrifici degli scienziati Albert B. Sabin (1906-1993) e Jonas E. Salk (1914-1995) che, con finalità filantropiche, hanno reso disponibili nel mondo i rispettivi vaccini contro la polio. Ma come stiamo constatando orgoglio, cupidigia, dispotismo e ignoranza favoriscono la soppressione di un popolo… e il mondo “inerme” sta a guardare sperando che i responsabili del conflitto non vanifichino il lavoro scientifico di due uomini che volevano bene all’umanità; come pure di tutti gli operatori, volontari e non, che si sono prodigati e si stanno prodigando a favore di queste popolazioni.

Ma quale vaccino è il più indicato?

Dalle note delle Istituzioni scientifiche e sanitarie si rileva che per affrontare il rischio di VDPV circolanti (poliovirus di derivazione vaccinale) uno sforzo collaborativo nell’ultimo decennio ha consentito lo sviluppo di un nuovo vaccino orale contro la poliomielite di tipo 2 (nOPV2): è immunogenico come l’attuale Sabin strain e ugualmente efficace, pur essendo meno probabile che regredisca alla neurovirulenza rispetto al vaccino orale Sabin. Il successo dello sviluppo del “nuovo” vaccino, il primo di questo tipo contro il poliovirus di tipo 2 e il primo autorizzato dal team di prequalificazione dell’Oms, ha portato alla distribuzione di circa 450 milioni di  dosi per il controllo dell’epidemia in 21 Paesi. Ha inoltre spianato la strada alla successiva approvazione nell’Emergency Use listing dei vaccini Covid-19 nella pandemia globale. Il monitoraggio dell’uso di nOPV2 ha confermato che è geneticamente più stabile e ha meno probabilità di provocare il poliovirus di derivazione vaccinale (VDPV) rispetto al Sabin strain, suggerendo che l’obiettivo dell’eradicazione globale della poliomielite potrebbe essere un po’ più raggiungibile di quanto si credesse in precedenza. Gli esperti sostengono che mentre si sta comprendendo che dobbiamo imparare a convivere con le varianti emergenti di Sars-CoV-2, il progetto relativo all nOPV2 rappresenta l’opportunità di sradicare tutte le forme di una malattia che è stata tra gli esseri umani per migliaia di anni, come peraltro evidenziato per la prima volta in documenti relativi agli antichi egizi: il mondo potrebbe non dover più convivere con questo flagello dell’umanità.

PROTECTED FROM A POSSIBLE POLIO OUTBREAK

BY INTERVENING WITH THE TYPE 2 VACCINE (nOPV2)

A vaccination program is underway for the martyred people of the Gaza Strip

by Ernesto Bodini (science journalist)

I must point out right away that I have no “direct” experience of international politics. However, as a careful observer and popularizer of the social events that loom over humanity every day, I believe it is useful to consider what is happening, the armed conflict between the State of Israel and Hamas (an acronym that stands for Harakat al-Muqawama al-Islamiyya, an Islamic Resistance Movement), but in particular the involvement of the Gaza Strip. But it is not the political-cultural-religious aspect that I would like to focus on, but rather the fact that in that area (Gaza in particular) it is currently a question of preventing the spread of the circulating variant of poliovirus type 2 (cVDPV2), for which WHO and UNICEF are asking all parties to the conflict to implement humanitarian pauses in the Gaza Strip for at least seven days, in order to allow two cycles of vaccination campaigns to be carried out. This pause would allow children and families to safely reach health facilities, and operators to reach those who cannot access the reference facilities for polio vaccination. The institutions responsible (WHO, UNICEF and the UN Relief and Works Agency for Palestine Refugees and its partners) will provide two drops of the new oral vaccine type 2 (nOPV2) against polio to more than 640,000 children under ten years of age. Poliovirus was detected in environmental samples from Khan Younis and Deir al-Balah in July 2024. Since then, three children with suspected acute flaccid paralysis, a very common symptom of polio, have been reported in the Gaza Strip. Now, over 1.6 million doses of nOPV2 will be delivered to the authorities in the Gaza Strip. According to the program, vaccination will be administered by 708 teams operating in hospitals, field hospitals and health care centers in the territory; and approximately 2,700 health workers of various skills will support the implementation of both rounds of the campaign. It should be noted that a minimum vaccination coverage of 95% is required during the cycle of the vaccination campaign, precisely to prevent the spread of polio and reduce the risk of its emergence. It should be recalled that the Gaza Strip has been polio-free for the past 25 years. Its resurgence represents another threat to children in the Gaza Strip and neighboring countries; and it is for this reason that a ceasefire is the only way to ensure public health safety in the region.

Polio and more…

Polio (also known as “infantile paralysis”), which evokes pitiful images of children with deformed limbs and often paralyzed, in this tormented area sees the appearance of the first lines of parents for the administration of doses of the vaccine, a “path” that reminds us of the spectre of this often disabling disease of past decades to which has been added that of the conflict with all its implications, involving thousands and thousands of Gazan parents who, assailed by the terror of contagion from the polio virus, have faced and are facing the risks and uncertainties of travel to take their children to receive the first doses of the vaccine. As has already happened in various countries around the world where polio epidemics have involved millions of people, the poliovirus spreads rapidly through wastewater and contaminated water as also in Gaza. A cruelty of fate, one might say, while such cruelty is partly to be blamed on man in pursuing certain objectives such as hegemony over territories, imposing his own cultures, etc. But polio is unfortunately not the only threat, as there are also overcrowded living conditions, lack of hygiene, limited access to clean water, untreated sewage flowing in the open with the risk of further types of infectious diseases. In short, fighting and infection risks also hinder vaccination activity, and the picture of human suffering is increasingly widening… Those in charge should make amends and remember the sacrifices of scientists Albert B. Sabin (1906-1993) and Jonas E. Salk (1914-1995) who, with philanthropic purposes, made their respective polio vaccines available throughout the world. But as we are seeing, pride, greed, despotism and ignorance favor the suppression of a people… and the “helpless” world is watching hoping that those responsible for the conflict do not nullify the scientific work of two men who loved humanity; as well as all the operators, volunteers and otherwise, who have done and are doing their utmost in favor of these populations.

But which vaccine is the most suitable?

Notes from scientific and health institutions show that to address the risk of circulating VDPV (vaccine-derived poliovirus), a collaborative effort over the last decade has led to the development of a new oral vaccine against type 2 polio (nOPV2): it is as immunogenic as the current Sabin strain and equally effective, although it is less likely to revert to neurovirulence than the Sabin oral vaccine. The successful development of the “new” vaccine, the first of its kind against type 2 poliovirus and the first authorized by the WHO prequalification team, has led to the distribution of approximately 450 million doses for the control of the epidemic in 21 countries. It has also paved the way for subsequent approval in the Emergency Use listing of Covid-19 vaccines in the global pandemic. Monitoring the use of nOPV2 has confirmed that it is genetically more stable and less likely to cause vaccine-derived poliovirus (VDPV) than the Sabin strain, suggesting that the goal of global polio eradication may be a little more achievable than previously thought. Experts say that as we begin to understand that we must learn to live with emerging variants of SARS-CoV-2, the nOPV2 project represents an opportunity to eradicate all forms of a disease that has been among humans for thousands of years, as first documented in ancient Egyptian records: the world may no longer have to live with this scourge of humanity.

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