Fermenti culturali in quel di Roma: alla scoperta dell’associazione culturale ChiPiùNeArt
di Marcella Onnis
Mentre le istituzioni pubbliche – con la scusa della spending review, del controllo del debito pubblico e del rispetto dei vincoli finanziati imposti dall’Unione europea – affievoliscono via via il loro sostegno alla cultura, la società civile è sempre più determinata nel compensare questo arretramento – non solo in tale campo ma pure in quello sociale – con le proprie risorse, economiche comprese.
Tra le nuove “risposte attive” della società civile spicca l’associazione culturale ChiPiùNeArt, sorta di recente a Roma e mostratasi subito molto attiva. Già il nome ispira simpatia, ma a renderla meritevole di attenzione non è sicuramente solo questo: si tratta, infatti, di un bel progetto multidisciplinare che coinvolge tutte le espressioni artistiche e culturali.
Varie le attività di cui, come previsto dal suo statuto, l’associazione si occupa:
– L’insegnamento delle discipline teatrali, cinematografiche, musicali, coreutiche, pittoriche e artistiche in genere.
– L’apporto della tecnologia per la produzione di spettacoli ed eventi.
– La progettazione di concept che ricerchino la commistione tra i diversi linguaggi artistici (pittura, scultura, letteratura, design, videoarte, teatro, danza, musica) senza limitazione di ambiti, purché in accordo con le finalità perseguite dall’Associazione.
– La produzione di film (cortometraggi, medio e lungometraggi), documentari e prodotti audiovisivi.
– L’attività editoriale.
– La produzione di spettacoli, eventi e performance.
– La collaborazione con Istituti scolastici, enti e imprese (pubblici e privati).
– La possibilità di svolgere ricerche e progetti di gruppo per studenti di ogni ordine e grado.
Non solo: ChiPiùNeArt ha già costituito una compagnia di teatro stabile, la Compagnia di Nonno Menotti e i Filodrammatici, e propone, inoltre, laboratori, concorsi letterari, reading e presentazioni di libri (volte, in particolare, a “diffondere la piccola produzione editoriale”). Tutto questo senza fini di lucro.
Obiettivi di così ampio respiro richiedono, per essere realizzati, non solo elevate competenze – su cui l’associazione può comunque già contare – ma anche tante mani … e tante menti. Perché, come precisato nel suo sito, “ChiPiùNeArt non è solo un’Associazione Culturale, ma un contenitore di idee” e questo contenitore aspetta il contributo di chiunque sia interessato, purché, naturalmente, in linea con i fini statutari dell’associazione.
Il progetto è socialmente valido, bello e, visti i chiari di luna, anche un po’ temerario: proprio il genere di iniziativa che piace al nostro giornale e all’associazione di promozione sociale che lo edita, Il granello di sale. Per questo abbiamo chiesto al direttore didattico dell’associazione, Adele Costanzo, di soddisfare alcune nostre – e speriamo anche vostre – curiosità.
Da chi e come è partita l’idea di creare questa associazione?
Già da tempo alcuni dei soci fondatori coltivavano l’idea di fondare un’Associazione allo scopo di inserire i propri interessi culturali ed artistici in un progetto organico e strutturato. Essa nasce quindi dalla consapevolezza che, nel caotico e sovraffollato mondo delle proposte culturali, occorra uscire dall’estemporaneità e dagli individualismi. La forma associativa consente, infatti, di utilizzare al meglio le sinergie attraverso una definizione di ruoli e competenze. Come associazione, poi, è più agevole rapportarsi con altre realtà, sia private che pubbliche. Naturalmente, alla base c’è una profonda condivisione ed un medesimo entusiasmo, senza i quali nessun progetto collettivo è possibile.
A livello nazionale le istituzioni sostengono poco la cultura; a livello regionale e locale spesso la situazione non è meno rosea. A Roma e nel Lazio?
Il periodo storico che stiamo vivendo non è certo dei più favorevoli, tuttavia non vorremmo peccare di ottimismo e faciloneria nel dire che abbiamo constatato una certa forma di resistenza, anche a livello istituzionale, alle affermazioni e ai comportamenti svilenti nei confronti del patrimonio culturale umano e materiale del nostro Paese espressi da una certa parte della classe politica.
Ad ogni modo, ci riserviamo di rispondere con maggiore cognizione di causa in momenti successivi, essendo la nostra attività appena agli inizi. Intanto, abbiamo constatato una grande apertura da parte delle Biblioteche Comunali di Roma, che si stanno rendendo disponibili per accogliere le nostre attività.
Il progetto è ambizioso, i finanziamenti pubblici per la cultura scarseggiano e la crisi, checché ci raccontino, si fa ancora sentire imperterrita: con quali soluzioni contate di contrastare quest’ostico scenario?
Stiamo coi piedi per terra, per cominciare, senza tuttavia rinunciare a lanciare uno sguardo ai sogni.
Per cominciare, tra noi e i nostri collaboratori abbiamo la fortuna di avere quasi ogni competenza: siamo informatici, grafici, fotografi, operatori e montatori, sceneggiatori, autori e registi teatrali, scrittori e poeti, manager, impaginatori e correttori di bozze. Al momento, quindi, il lavoro, che è tanto, è a costo zero.
Poi, già dallo scorso anno siamo partiti con delle attività laboratoriali (Teatro e Danza) , che si sono autofinanziate e con degli eventi di piccola caratura quali i Tè Letterari e Presentazioni Librarie.
Un impegno maggiore richiederà l’editoria, ma anche in questo campo è possibile muoversi senza esporsi troppo a livello economico: stampa digitale, piccole tirature e reinvestimento degli utili dovrebbero permetterci di autofinanziarci o quasi, almeno in un primo momento. A proposito dell’editoria, c’è da dire che intendiamo dare uno spazio importante alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale periferico ed al sociale, campi che affiancheranno le collane di narrativa, poesia, teatro e letteratura per l’infanzia. Inutile dire che si tratterà di editoria non a pagamento e che verranno corrisposti i diritti d’autore.
Il mondo dell’arte e dello spettacolo è noto per essere un ambiente estremamente competitivo, avvelenato dall’invidia: quale il vostro antidoto?
Per cominciare, la nostra esperienza nasce da un progetto collettivo e condiviso, da rapporti in qualche caso decennali e familiari e, comunque, consolidati.
Quanto al resto, intendiamo agire proprio nella direzione opposta: se è vero che la competitività nel mondo dell’arte e dello spettacolo è sfrenata (e come potrebbe non esserlo, specie nel contesto attuale?), noi intendiamo stabilire contatti con altre realtà ed Associazioni, cooperazioni, scambi di esperienze e di professionalità. Riteniamo, infatti, che un altro modo di fare cultura sia possibile e che una Associazione non debba costituire un guscio autoreferenziale e potenzialmente conflittuale col resto del mondo, ma che debba agire come soggetto collettivo in grado di relazionarsi proficuamente con l’esterno.
Tre buoni motivi per diventare soci di ChiPiùNeArt.
1.Costa poco, appena dieci euro, e dà la possibilità di accedere a convenzioni con teatri e strutture culturali ( qualcuna già ottenuta, ad altre stiamo lavorando).
2. Far parte dell’associazione è divertente. Le iniziative saranno molteplici e sempre coinvolgenti.
3. Siamo pieni di entusiasmo e l’entusiasmo, si sa, è più contagioso dell’influenza ma, al contrario di quest’ultima, fa bene alla salute e aiuta a vivere meglio.