Per amore di Viola. Intervista a Luca Sanzò

luca sanzò con la sua viola d'amore

luca sanzò con una viola d'amore“È una compagna di vita capace di affascinarti ogni giorno”: parola di Luca Sanzò, violista concertista, docente al Conservatorio Santa Cecilia di Roma ed esperto del repertorio della viola d’amore.

Strumento di dimensioni maggiori rispetto alla viola, la viola d’amore ha ben quattordici corde: sette da tastare e altre sette, che corrono sotto ponticello e tastiera, che risuonano per simpatia, dando allo strumento una peculiare dimensione timbrica. Fu molto usata durante il XVII e XVIII secolo e parzialmente abbandonata nel XIX perché surclassata dall’impiego dei più duttili strumenti classici della famiglia del violino. Sopravvisse in alcune composizioni come curiosità timbrica soprattutto per evocare un certo senso di arcaicità, come ne Les Huguenots [Gli Ugonotti] di Giacomo Meyerbeer.

Che destino ha avuto la viola d’amore nel XX secolo?

La viola d’amore nelle mani dei compositori novecenteschi si è pienamente affrancata dall’essere un simbolo di un’epoca lontana, acquisendo una vera e propria dimensione moderna, cosa che non è successa ad esempio per altri strumenti barocchi, come la viola da gamba, rimasti quasi esclusivamente nell’alveo del loro ambito esecutivo storico.

Nel XX secolo, infatti, proprio per la sua voce, la viola d’amore ha trovato terreno florido per sperimentazioni coloristiche di vari compositori a partire da Paul Hindemith. Una delle caratteristiche che ha più stimolato la creatività dei compositori è la possibilità di varie accordature

(non esisteva, infatti, nemmeno in epoca barocca, un’accordatura standard per lo strumento), combinando sia le corde effettivamente sfregate dall’arco sia le corde risonanti per simpatia.

Uno dei brani che suonerò, il Solo per viola d’amore di Georg Friedrich Haas, è costruito tutto su un’accordatura in Mi, con le corde di risonanza accordate secondo il temperamento naturale e non quello equabile, e ciò aumenta molto la possibilità di risonanza.

Chi studia la viola d’amore oggi?

Sono perlopiù violinisti o violisti disposti ad uno studio impegnativo: le dimensioni dello strumento, le corde molto vicine e l’intercambiabilità delle accordature sono tra le maggiori difficoltà che s’incontrano alle prime esperienze. Difficoltà acuite anche dal fatto che non esiste un vero e proprio insegnamento della viola d’amore, semplicemente perché non esiste “il violista d’amore”.  Anch’io mi sono avvicinato da solo alla viola d’amore, per eseguire proprio un pezzo di musica contemporanea di Giulio Castagnoli, Estrephé per viola d’amore e chitarra a dodici corde.

Com’è la diffusione di questo tipo di musica in Italia?

Purtroppo la situazione italiana riguardo la diffusione della nuova musica (molto difficoltosa, carente anche quando si parla di autori del Novecento storico) non è buona. I festival generalisti offrono di solito poco spazio alla diffusione di nuove composizioni e ai nuovi compositori, forse per paura di allontanare la maggioranza del pubblico, ormai avvezzo alla “sicurezza” del mainstream. Per contro l’Italia è abbastanza ricca di rassegne dedicate esclusivamente alla musica contemporanea.

Stesso destino per la viola?

Non direi. Nel panorama novecentesco la viola gode di ottima salute: ha ormai un rango paritario al violino come strumento solista. Questo grazie alle incredibili capacità timbriche dello strumento, che hanno ispirato la creazione e il consolidamento di un’ampia letteratura solistica, a partire dal magnum opus di Paul Hindemith, figura fondamentale per il rinnovamento dell’orizzonte compositivo per strumenti ad arco. Inoltre, in questi anni si è formata una scuola violistica di alto livello grazie a insegnanti come Bruno Giuranna e Piero Farulli. Molti dei loro allievi oggi sono insegnanti in conservatorio (me compreso) e stanno formando buone generazioni di violisti.

Quale programma dunque per il tuo recital?

Il mio programma è dedicato alla viola come strumento di grande importanza per la storia della musica occidentale colta del XX secolo. Oltre al pezzo di Haas, eseguirò la Sonata op.25 n.1 per viola sola di Paul Hindemith, e due pezzi per viola molto recenti, di Matteo D’Amico e Lucia Ronchetti, composti giocando e sperimentando col mio strumento, rispettivamente su un Salve regina del XVII secolo e su materiali tematici di Robert Schumann.

Un suggerimento per i giovani che parteciperanno al Congresso?

Aprite tutti i sensi. Ascoltate, assimilate, godete di tutte le opportunità. E siate intraprendenti, daje!

 

Ringraziando Luca Sanzò per l’intervista concessaci e ricordiamo che Il 43° Congresso Internazionale della Viola è promosso dalla Associazione Italiana della Viola, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Ambasciata d’Austria a Roma, della Ambasciata del Belgio, della Embassy of Canada, della Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, della Ambasciata di Finlandia, della Ambasciata del Messico in Italia, del Kingdom of the Netherlands, dell’Istituto Polacco; con il patrocinio e il supporto della Regione Lombardia; con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, della Camera di Commercio di Cremona, del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia; con il supporto della Fondazione Stauffer, del Consolato Generale della Repubblica di Germania a Milano, della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, della Fondazione D’Addario, di Jargar, di Pirastro; con la collaborazione del Museo del Violino, dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Claudio Monteverdi, della Scuola Internazionale di Liuteria, del Consorzio Liutai “Antonio Stradivari” Cremona, della Associazione I Filarmonici Onlus, de I Virtuosi Italiani, di Cremona Summer Festival 2016, del Liceo Artistico Statale di Porta Romana di Firenze, di Archi magazine, di Teatrionline, di il mio giornale, di Fermata Spettacolo web magazine.

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Vi aspettiamo a Cremona, dal 4 all’8 ottobre 2016. Per iscriversi al Congresso:
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Sabrina Malavolti
Ufficio stampa Congresso Internazionale della Viola

 

Foto Serena Dattilo

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