ANCHE IN TEMPI DI FESTA C’È POCO DA RALLEGRARSI

La pandemia sta mettendo in ginocchio le popolazioni e l’economia di molti Paesi e, come se non bastasse, le ingiustizie e le carenze dello Stato peggiorano la nostra esistenza…

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Va detto con coraggio e cognizione di causa che non esistono festività o ricorrenze per non richiamare le gravi responsabilità dello Stato, e quando dico lo “Stato” intendo le persone che lo compongono e sono al potere. Ma è mai possibile che tutti i giorni, ormai, avvengono delitti contro la persona e il patrimonio, e si verificano mediamente uno-due infortuni (e decessi) sul lavoro? A me pare evidente che mentre permane il concetto e l’atto della repressione, sia sempre assente quello della prevenzione tant’è che spesso si fanno affermazioni come: «È un’ecatombe», «Non se ne può più», «Basta morti, sul lavoro, più dignità», e più insistentemente: «Dov’è lo Stato?». Già, dov’è lo Stato? La risposta appare scontata: lo Stato non c’è, o meglio, non ci sono le persone… magari erano altrove, fatta eccezione di quei pochi mandati “sul fronte” delle assurdità… E intanto molti nostri connazionli (e non) muoiono per mano altrui e conseguentemente per l’assenza dello Stato, decessi che in gran parte si potrebbero evitare e, anche se gli autori di queste morti sono identificate e punite con la reclusione, parte di loro non scontano l’intera pena inflitta proprio perché nel nostro Paese, come da sempre sostengo, vige il criterio che non c’è la certezza della pena. Il nostro sistema giudiziaro e i relativi Codice Penale (C.P.) e Codice di Procedura Penale ( C.P.P.) prevedono tre gradi di giudizio e, a seguire, eventuali condono, amnistia, indulto e l’eventule “grazia” a firma del Presidente della Repubblica (solo quest’anno ne ha firmati sette). A questa stregua si voglia pure consideerare il concetto cristiano del perdono  e un minimo di tolleranza, ma come si fa a tollerare tutti questi decessi che in gran parte si potrebbero prevenire? È perfettamente inutile stabilire per legge determinati criteri di pena (anche se severi) se poi si è disposti a condonare parte delle stesse, anche perché i fatti dimostrano che la cosiddetta redenzione non avviene in tutte i condannati. A conferma di tutto ciò le carceri italiane sono in costante sovraffollamento e, in questo ultimo trentennio, hanno ospitato (e sono tuttora permanenti) circa 30 mila detenuti innocenti per ingiusta detenzione; e il fatto che nessuno (o quasi) se ne stia occupando è a dir poco una grave irrespnsabilità, proprio come quella di quei magistrati che hanno emesso la pena detentiva nei confronti di coloro che hanno ritenuto essere colpevoli di un reato… ma che colpevoli non erano! È pur vero che sbagliare è umano, ma 30 mila casi di ingiusta detenzione ritengo vadano ben oltre il concetto dell’ “umano errore”. Come è pur vero che l’origine dell’umanità comprende vizi e virtù in ciascuno, ma è altrettanto vero che occorrono più sforzi per prevenire quelle azioni che sono lesive ma purtroppo, come ripeto, la repressione è quasi mai anticipata dalla prevenzione. Eppure in non pochi casi non mancano determinati segnali di pericolo come avviene, per esempio, per i femminicidi. Ed è indubbio che, a mio modesto parere, il progresso e quindi la globalizzazione abbiano contribuito e contribuiscano ad alimentare tutto ciò e, anche se ce ne rendiamo conto, continuiamo a subire. Ma la vita umana vale poi così poco? Io credo che le varie disuguaglianze incrementino l’annullamento di certi valori etico-morali, tant’è che non sono bastati due conflitti mondiali o le diverse pandemie a “redimere” l’essere umano e, di questo passo, la preoccupazione va rivolta alle attuali e future generazioni la cui esistenza sarà sempre più penalizzata. Pessimismo? Non credo perché chi era ottimista fino a poco tempo fa, ha dovuto ricredersi… se vuole ammetterlo. Ogni inizio d’anno si usa brindare ed invocare il buon auspicio, ma intanto contnuiamo a fare i conti con la pandemia che sta mettendo a dura prova l’intera umanità, e se poi non ci facciamo sostenere da un minimo di Fede, allora il nostro destino continuerà a fare il suo corso, inesorabilmente… L’emergenza di questo periodo sta determinando condizioni di vita e di lavoro decismente preoccupanti, come si può notare dalle relazioni sociali sempre più impoverite, mentre programmi televisivi di intrattenimento come ad esempio i giochi a quiz, allettano molte persone con premi in denaro e occasione di notorietà; e quel che è peggio, è che vengono definti campioni con tanto di esultanza: evidentemente il valore di una perona si continua a misurarlo in denaro… il resto non conta!

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