L’angolo di Full: “Il filo di Ariane”
Amava calpestare l’erba, Ariane, e le foglie secche. Sin dalla sua infanzia lontana e felice.
Da ore vagabondava nella brughiera. Poi, impigliato in un rovo, aveva notato quel filo di spessa lana grezza. Ne aveva afferrato il capo e, un po’ macchinalmente, aveva preso ad avvolgerlo seguendolo. Man mano che il gomitolo prendeva consistenza, sentiva tornare la fiducia, ritrovava le tracce dell’infanzia lontana. Qualcuno le aveva teso quel filo che da qualche parte, in un certo luogo, l’avrebbe condotta. Un filo prezioso come quello della speranza riaccesa. Camminò a lungo, con rinnovata lena, avvolgendo il gomitolo con gesto ormai rituale mentre il fruscio dell’erba arida sotto i piedi si faceva musica.
I cani della Guardia Forestale trovarono il corpo seminudo di Ariane, morta assiderata durante la notte nella brughiera. Un mistero mai svelato.
Fra le dita, un grosso gomitolo il cui filo faceva capo a quanto restava del suo maglione.
Fulvio Musso