L’angolo di Full: “Le orme”
Sto spalando la neve sul percorso che attraversa il giardino sino al cancello. E’ la seconda volta quest’inverno, ma questa è bella pesante… azz! Venti metri scanditi nei tendini.
Ogni tanto mi rizzo a stirare la mia diroccata colonna di vertebre puntellandomi col manico della pala come si puntella un vecchio edificio pericolante.
Il biancore intorno mi abbacina e il fascino delle ragnatele di ghiaccio che brillano fra i rami, mi allunga le pause.
Quando abbasso lo sguardo per riprendere la tribolazione, resto di ghiaccio anch’io!
Davanti a me, sulla neve immacolata, chiare impronte, forse di stivali, che vanno verso il cancello (?)
Vivo solo, la neve è caduta stanotte ed io esco in giardino soltanto ora! Mi chino incredulo su queste misteriose impronte, e le tacche delle suole mi tornano familiari… simili alle mie, no, uguali… Essì, sono le mie! O quanto meno dei miei stivali.
Ma… santiddio! Se fossi diventato così smemorato dei miei gesti, dovrebbero esserci anche le orme che tornano verso la casa… queste, invece, sono di sola andata verso il cancello dove… svaniscono!
Resto assorto per almeno mezzo minuto, poi un sorriso frastaglia il vapore del mio fiato. Come il bianco paesaggio intorno, tutto m’è chiaro e brilla. Sono orme proiettate!
Non di molto, solo di qualche metro, intendiamoci… ma per tutta la vita, ho camminato avanti: oltre!
Fulvio Musso
Ciao, Full, come al solito con i tuoi racconti riesci a sorprendere il lettore, lo trattieni dentro ragnatele d’attesa, lo fai stare col fiato sospeso, con fine ironia lo fai riflettere ed anche sorridere per poi dare quella flesciata finale e immortalare quelle emozioni che fanno camminare “avanti:oltre!”, lasciando anche sulla neve orme indelebili.
Questo tuo racconto mi ricorda tanto la mia terra, l’Abruzzo, e quelle nevicate colossali che di giochi felici nutrivano la mia infanzia.
Un saluto.
Lucia