L’angolo di Full: “Profumo di rosa”

Profumo di rosa

«La nostra Agenzia opera dal 1932. La lunga Esperienza nel settore è ulteriore Garanzia di Competenza e Professionalità.»

Per dare fiducia al cliente, l’uomo in nero parlava mettendo le lettere maiuscole nel modo più opportuno. Come si pronuncia una maiuscola? Mantenendo un’espressione compunta e inspirando aria dal naso. E’ una questione di tecnica.

«E quali sono, nello specifico i vostri servizi?»

«Addobbi, Pratiche, Trasporti, Organizzazione, Cofano, Vestizione per Cofano»

«Cofano? Vestizione? Cioè?»

«Vestizione della Salma per il Cofano, Signore… volgarmente, per la bara».

«Ah, ma… non vi occupate di cremazione?»

L’uomo in nero smise immediatamente di inspirare lettere maiuscole col naso, tanto che si sgonfiò.

«Lei, signore, è dunque intenzionato a far cremare la sua congiunta? E’ la volontà dell’estinta?»

«Si, ma… lei non può capire. Lo facciamo per le rose. Erano… sono la nostra passione, volevo seppellire le sue ceneri nel nostro roseto, in giardino, per poter respirare la mia amata nel loro profumo.»

«Ah, capisco… ma, francamente, signore, credo che le ceneri abbiano un valore estremamente modesto come fertilizzante, dubito della loro utilità al suo intento. Nulla è meglio della decomposizione.»

«La decomposizione? Certo, ma come si fa?»

L’uomo in nero riprese a inspirare maiuscole a tutto fiato.

«E’ solo questione di Pratiche Burocratiche, Signore: una delle nostre Specializzazioni. Apprendo dai Documenti che la sua Povera Consorte era Straniera, Orientale e, nel suo Paese, la Sepoltura avviene nelle Aree Private, cioè… pure in Giardino…».

«Opperbacco! Vuol dire che…»

«Avvieremo la Domanda oggi stesso. Poi utilizzeremo un Cofano in Legno Tenero che si Sfalderà col primo Inverno, e la prossima Primavera riavrà la sua Amata nel Profumo delle vostre Rose».

 

***

 

E sbucò improvvisa la primavera cinta di primule e violette. Un mattino di metà maggio il primo bocciolo d’un rosaio si aprì.

Lui l’avvistò dalla finestra del primo piano e si precipitò in giardino. Già nell’avvicinarsi al roseto, una suggestione di fragranza gli portava il ricordo di lei: la sua poeticità, le risate, i frizzi, l’hobby della cucina orientale, certi suoi… vezzi alimentari…

Colse avidamente quella prima rosa, la portò alle narici frementi e… subito se ne scostò; per la prima volta in vita sua, l’inspirazione nasale gli procurò una perfetta sequela di lettere maiuscole:

«Amore Mio Bello… Ma Che T’eri Magnata Quel Giorno?»

Fulvio Musso

 

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