Antropologia e cultura popolare allo specchio in un workshop

val di susa

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

val di susaIn una cornice quasi poetica della Val di Susa, località Avigliana (a 30 chilometri da Torino), nella Sala Consiliare del Comune si è tenuto un letterario e pittoresco workshop sul tema “La Montagna che cura. Dalla ricca presentazione di cereali, pane e semi tra medicina popolare e moderna naturopatia”. Organizzato dall’Associazione Culturale Natura di Luce, in collaborazione con l’Università di Torino-Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne,  che ha svolto il progetto  M.A.S.K.A. (Marginal Areas Sustainability and know how in the Alps) col contributo della Fondazione San Paolo, l’incontro è stato caratterizzato da un percorso immaginario a ritroso del passato, alla riscoperta di radici ormai sepolte dal tempo ma non per questo non individuabili nel tentativo di riportarle alla luce. Una sorta di “vibrante” collegamento tra passato e presente per far parlare quei prodotti alimentari e di cura (medica popolare) come mezzi di sussistenza quali i cereali (segale, frumento, mais), utilizzati non solo come alimentazione ma al tempo stesso anche come medicamenti per il trattamento delle affezioni come i mali da raffreddamento e le infiammazioni di varia origine, oltre ad essere considerati elementi rituali e magico-religiosi. Diversi gli interventi illustrativi coordinati da Laura Bonato e Lia Emilia Zola dell’ateneo torinese, richiamando l’importanza del recupero di culture dopo oltre mezzo secolo di abbandono… «Molto si è perso per lunghi decenni – hanno spiegato le relatrici – e si sta ora recuperando con la coltivazione di molti prodotti di ogni genere, e questo, attraverso ricerche per individuare collegamenti tra la Medicina popolare con le culture locali, evidenziando esempi comuni di terapie: un mix tra antropologia e medicina popolare, grazie al ritrovamento di ricette e rimedi allora in molti casi efficaci, ponendo in evidenza la crescita di un territorio della montagna e delle vallate Valsusine».

Loredana MatontiI lavori sono proseguiti con le relazioni di Loredana Matonti, (nella foto) naturopata, laureata in Scienze Naturali all’Università di Torino, e libera ricercatrice in etnomedicina, introducendo l’uso degli antichi rimedi, ossia le basi della medicina popolare e i fondamenti della medicina antica come quella Ippocratica; oltre ad esporre i cereali nella medicina popolare e nell’alimentazione naturale specificando la composizione, i principi attivi e il valore nutrizionale ed alimentare in ambito salutistico di alcuni cereali.
La relatrice ha inoltre illustrato l’uso di alcuni cereali dell’epoca, ossia  tutti quei rimedi e ricette alpine tra antichi manoscritti e memoria popolare, nella cura umana per uso interno ed esterno nelle varie affezioni (tosse, catarro, bronchiti e affezioni in generale delle prime vie respiratorie; ma anche usi in ambito veterinario nella medicina popolare, e una ulteriore relazione ha riguardato l’esposizione di alcuni Semi nella medicina popolare e nella nutrizione come lino, canapa e senape. Vere e proprie relazioni didattico-culturali per concludere con dimostrazioni al pubblico di vari preparati come, ad esempio, il cataplasma o il “Papin”, ed assaggi di alcuni principi alimentari in “odor di epoca”.

Erbe e Antichi Rimedi di Loredana MatontiLa relatrice ha anche presentato la sua prima pubblicazione “Erbe e Antichi Rimedi di ieri, oggi e domani” (Ed. Graffio, 271 pagg., € 26,00), spinta dal desiderio di fare ricerca nell’affascinante mondo delle curiosità popolari, quale l’etnomedicina, portando alla luce attraverso laboriose indagini, perle di saggezza a tutela dell’orgoglio e rispetto delle tradizioni popolari di tutto il comprensorio valsusino, e oltre… Sul modo di procedere in questa ricerca, spiega: «Decisi che era anche importante il recupero, tramite un’ulteriore indagine ossia quella etnolinguistica, dei nomi di piante e rimedi nei vari patois occitani e francoprovenzali della valle; in quanto sottolineano il senso di appartenenza ad una cultura dalla storia unica e spesso, sono rivelatori del tipo di impiego». E proprio grazie a questa nutrita ricerca, in grado di saziare tutti coloro che sono a “digiuno” di cultura popolare in fatto di alimenti e medicamenti, la Valle di Susa di millenaria storia si è rivelata un prezioso scrigno di conoscenze curative di notevole efficacia, il cui sapere oggi fa la differenza… «Interessanti i dati emersi, ad esempio, su applicazioni terapeutiche a volte originali – precisa l’autrice nelle sue conclusioni – rispetto alla fitoterapia moderna ed altre conoscenze di etnobotanica sul territorio italiano. Tra le specie citate alcune sconosciute altrove sotto il profilo fitoterapico e farmacologico (genzianella campestre, lunaria) mentre altre, seppur comuni, presentano degli usi locali che differiscono da quelli noti come piantaggine, achillea, abete bianco, epilobio, ortica, genziana, etc.». Insomma, rimedi che vanno oltre i meri espedienti a tutela della salute di popolazioni non sempre vicine alla medicina tradizionale.

Per gli appassionati, gli studenti e i curiosi l’associazione culturale Natura di Luce organizza un Corso teorico-pratico sul tema “Erbe e Naturopatia alpina”, con l’obiettivo di trasmettere conoscenze interpretate attraverso la fisiologia ippocratica dei 4 elementi ed umori e il principio del Simile. Il Corso prevede lezioni di Botanica sistematica e passeggiate (con una esperta) per imparare a riconoscere le piante medicinali e alimentari sul campo; lezioni in aula di naturopatia sulla fisiologia energetica e per imparare a curarsi con l’erboristeria alpina con conoscenze inedite…; lezioni in laboratorio con la farmacista e la naturopata. Il Corso è articolato in più moduli: Primavera (6-7 maggio 2017), Estate (10-11 giugno, 8-9 luglio 2017) che si terrà presso il Giardino Botanico Rea in via Giaveno 40 – Fraz. San Bernardino – Trana (To). Per informazioni consultare il sito: www.naturadiluce.it – e-mail: naturadiluce@gmail.com – Cell. 347/78.26.334.

 

Foto in alto di L. Matonti, foto centrale di Edoardo Arpaia

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