Appello dal carcere degli uomini ombra a tutti i giornalisti
Non t’impiccare, resisti, non devi avere paura della galera, è lei che deve avere paura di te. (Frase incisa nella parete di una cella di punizione, scritta con il sangue da un ergastolano)
Venerdì 6 giugno 2014, ore 09.30-16.30, nella Casa di Reclusione di Padova ci sarà un importante convegno dal titolo “Senza l’ergastolo. Per una società non vendicativa”.
Scrivo per chiedere pubblicamente a tutte le redazioni di mandare un inviato per assistere al Convegno per informare e fare conoscere all’opinione pubblica l’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva” (così chiamiamo la pena dell’ergastolo). Aggiungo, perché mi sembra importante, che interverranno alcuni condannati all’ergastolo e familiari con le loro testimonianze.
Eccovi le parole di una moglie di un uomo ombra, che nel lontano 1995 ha scritto al marito per informarlo che la Suprema Corte di Cassazione gli aveva confermato la pena dell’ ergastolo:
Amore caro, non riesco a trovare le parole per descriverti la mia e la tua delusione e neanche per cercare di alleviare questa sofferenza, mi sento come svuotata. Tutti questi anni di ansia, di speranza non sono serviti a niente, è una condanna ingiusta e inaccettabile, sono troppo depressa e non riesco a pensare a niente di positivo. Guardo i bambini e penso come farò a dare anche a loro un dolore così, non gli dirò niente finché non sarà assolutamente necessario. Non voglio che vivano con questo peso la loro infanzia. Forse quando saranno più grandi saranno in grado di capire e di sopportarlo meglio. Sono così sereni e spensierati che farei qualsiasi cosa perché restassero sempre così.
Oggi per la festa della mamma nostra figlia mi ha dato la tua poesia, molto bella, ma non c’è nulla che riesca a scuotermi da quest’angoscia che mi sta opprimendo.
Spero che tu sia abbastanza forte da sopportare un peso così tremendo, sono molto preoccupata per te, sono svanite anche tutte le tue speranze, ma possibile che non si poteva evitare tutto questo? Vorrei dirti che andrà tutto bene, ma ho bisogno di tranquillizzare prima me stessa, avrei voluto tanto darti una bella notizia, quel telegramma che ti ho mandato mi è sembrato una condanna a morte. Devo anche far finta di niente con i bambini e a volte proprio non ci riesco.
Tu lo sai che ti siamo vicini e che potrai contare sempre sul nostro amore, cerca di essere forte amore mio, non può finire così, ci sarà un’altra soluzione, anche se ci vorrà un po’ di tempo, la troveremo. Cerca di scrivere non farmi stare in pensiero. Ora ti lascio ma il mio pensiero è sempre dentro di te. Ti amo”.
Si spera che giungano adesioni all’iniziativa da parte di esponenti politici, associazioni, società civile e semplici cittadini.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, maggio 2014
***
“Senza l’ergastolo. Per una società non vendicativa”
Venerdì 6 giugno 2014, ore 9.30-16.30
Casa di Reclusione Due Palazzi di Padova
In Italia ci sono più di 1600 persone condannate all’ergastolo: circa la metà di loro si trova nei circuiti differenziati, tra regime di Alta Sicurezza e 41 bis, quindi esclusa dalle misure alternative al carcere, il che significa che rischia molto seriamente di morire dietro le sbarre.
Certo, si tratta di persone accusate di reati pesanti. Ma durante un incontro con i detenuti di Ristretti Orizzonti, Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, lo statista ucciso dalle Brigate Rosse, ha detto: “L’ergastolo è come dire ad una persona ‘ti vogliamo buttare via’, ma io non voglio buttare via nessuno”.
Una frase, questa, che ci spinge ancora di più, oggi, a impegnarci per un superamento della condanna a vita. Allora abbiamo deciso di organizzare un incontro dal titolo “Senza l’ergastolo. Per una società non vendicativa” per avere la possibilità di ascoltare direttamente da persone condannate all’ergastolo cosa significa passare una vita senza speranza.
Ci saranno Carmelo Musumeci, Angelo Meneghetti, Agostino Lentini, Roverto Cobertera, Gaetano Fiandaca, Davor Kovac, Bardhyl Ismaili e altri ergastolani a raccontarci la quotidianità di una condanna senza fine.
Ascolteremo anche le testimonianze di alcuni familiari, per i quali la separazione dal proprio caro si rivela una condanna altrettanto drammatica.
Interverranno anche docenti universitari, politici e intellettuali che ci offriranno il loro punto di vista per aiutarci a riflettere sui possibili percorsi per costruire un sistema penale più umano e, di conseguenza, una società più civile.
Interverranno inoltre
Agnese Moro
Figlia di Aldo Moro, uomo politico e giurista ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978
Massimo Pavarini
Professore ordinario di diritto penale, Università di Bologna
Andrea Pugiotto
Professore ordinario di diritto costituzionale, Università di Ferrara
Luciano Eusebi
Professore ordinario di diritto penale, Università Cattolica del Sacro Cuore
Giuseppe Mosconi
Professore ordinario di Sociologia del diritto, Università di Padova
Maurizio Turco
Già parlamentare radicale, autore di “Tortura democratica. Inchiesta su «La comunità del 41 bis reale»”
Rita Bernardini
Segretario nazionale Partito Radicale Italiano
Ornella Favero
Giornalista, Direttore di Ristretti Orizzonti
Elton Kalica
Giornalista, Ristretti Orizzonti
Annamaria Alborghetti
Osservatorio Carcere UCP
La pianista e compositrice Alessandra Celletti interverrà all’incontro con alcuni pezzi musicali.
Partecipano all’incontro anche alcuni studenti delle scuole che si sono confrontati con i detenuti della redazione di Ristretti Orizzonti grazie al progetto “Il carcere entra a scuola, le scuole entrano in carcere”.
Per iscriversi: www.ristretti.org alla sezione <<appuntamenti>>
oppure scrivere all’indirizzo: redazione@ristretti.it
L’iscrizione è gratuita. Per il pranzo che si consumerà all’interno del carcere si chiederà un contributo di 5 euro.
Egr. Signor Musumeci, per una serie di ragioni non mi è possibile presenziare al convegno, ma desidero contribuire rammentando una riflessione di Albert Schweitzer, premio nobel per la pace nel 1952, e che magari potrebbe rammentare citandola a chi di dovere…”Non si ha il diritto di indagare nell’intimo degli altri. Il voler analizzare i sentimenti del prossimo è indelicato: non c’è solo un pudore del corpo, esiste anche quello dell’animo che bisogna rispettare. Anche l’animo ha i suoi veli, dei quali non ci si deve liberare”. Auguri a Lei e a voi tutti. Cordiali saluti.
Ernesto Bodini (giornlista – biografo e volontario in ambito sociale).