Arrivano dopo 50 anni le scuse per il Talidomide, le aspettavano in 10mila
Cinquant’anni per le scuse, le aspettavano in diecimila. Molti sono morti, tutti hanno vissuto la vita senza braccia , o senza gambe, o senza braccia e gambe, da focomelici, “grazie” al farmaco che doveva attenuare i m
alesseri della gravidanza della mamma: il Talidomide!
Noi che ci siamo formati sui testi di Ruesh e di Croce, ancor prima di quelli di Reagan (Tom) e Singer, conosciamo il Talidomide, oltre diecimila bambini focomeli nati tra gli anni 1957 e 1960, conosciamo il Clioquinol, che tra il 1959 ed il 1973 in Giappone ha colpito undicimila (11.007) persone.
Il Clioquinol, prodotto dalla Ciba-Geigy era contenuto in due farmaci, per migliaia di giapponesi ha rappresentato la morte per Smom1 – Neuropatia mielo-ottica subacuta, curata inizialmente come un virus proprio col Clioquinol!
La ditta prodruttrice si difese dicendo che il principio attivo era stato sperimentato su animali e uomini “bianchi”, e non su uomini “gialli”…se la risposta non è la stessa nemmeno tra gli umani immaginiamo che validità può avere tra specie diverse! Non sappiamo se la Ciba-Geigy abbia mai offerto le sue scuse alle vittime.
Oggi, con un ritardo pauroso, e di fatto oltraggioso, la ditta tedesca Chemie Grunenthal porge le sue scuse ai superstiti del Talidomide, bambini, oggi sessantenni (quei pochi ancora vivi!), tedeschi, italiani, inglesi, svizzeri, europei. Cavie animali e cavie umane sane non misero in risalto la dannosità del principio attivo (dicono loro!).
Pietro Croce nel suo “Vivisezione o Scienza, una scelta” lo dice chiaramente, il nuovo principio attivo, se utile veramente, ovvero se non serve per arricchire questa o quella industria farmaceutica, ha una solo via per testarne la validità, dopo gli studi tossicologici in vitro: la sperimentazione sul malato.
Non inorridite, la sperimentazione sul malato si fa, SEMPRE, con i pazienti consenzienti o NON consenzienti, nelle corsie degli ospedali (ci sarebbe un nuovo protocollo, di ultimissima generazione…!).
Poi, una volta messo in commercio, il principio attivo viene, di fatto, veramente sperimentato sui pazienti malati proprio di quella malattia!
“Assegno questo nuovo farmaco, ha dato ottimi risultati nella sua patologia” chi non ha sentito questa frase? E’ lì che anche io comincio a diventare cavia per questa o quella industria farmaceutica … l’animale, l’uomo sano sperimentatore a pagamento (“Faccia da turco” docet), il malato nelle corsie dell’ospedale servono solo per avere la licenza di vendita, poi le cavie siamo noi … intanto si massacrano, torturano, vivisezionano milioni di esseri viventi in nome di profitti economici inestimabili detti “ricerca scientifica”.
L’Imperatrice è nuda!
Elisa D’Alessio
Presidente associazione GeaPress
Fonte: GePress
Gentile Elisa D’alessio,
condivido senza alcuna remora il diritto alle scuse, il cui ritardo “penalizza” ulteriormente chi le doveva fare… Ciò in considerazione non solo del fatto in sé, ma soprattutto per la scarsa sensibilità nei confronti delle Pesone in quanto tali, ancor prima di soggetti disabili. Tutto quanto prevale sull’essere umano, a cominciare dai profitti meramente monetari, è a dir poco riprovevole, e per questo non solo è lecito pretendere (per quesllo che può servire) delle scuse, ma è ancora più lecito gridare il proprio dolore che non vuole essere compatimento, bensì dar voce all’Essere a cui è stato “precluso” il diritto di esistere nella completezza disegnata e voluta da Dio. Tale mio pensiero è ben poca cosa, ma desidero essere vicino a tutti coloro che hanno subito tale “affronto” augurando ogni bene, affinché trovino quella serenità che forse finora non hanno avuto! Cordialità, Ernesto Bodini, giornalista scientifico free lance – Torino