Ascolti TV: quanto può dare Santoro a La7?
È più facile fare grandi ascolti su Rai 2 o su La7? Dopo gli ultimi alterchi con il presidente della Rai Garimberti, l’addio di Santoro a Rai Due e il conseguente passaggio del conduttore a La7 sembrano cosa fatta.
Non si definisce “seria” a caso una trattativa del genere, e se Mentana ha aperto più volte il suo tg con questa notizia, vuol dire che i contatti sono davvero ben avviati.
Michele Santoro forse non sarà nemmeno l’ultimo grande nome Rai a passare a La7, stando ai rumors di problemi contrattuali per Milena Gabanelli.
Si stanno gettando le basi, insomma, per una seria crescita del terzo polo televisivo, tradizionalmente trascurato in investimenti e da qualche stagione, complice la convergenza digitale e l’esigenza di Telecom di presidiare meglio il mercato dei contenuti televisivi (che poi vanno anche su internet, smartphone, tablet etc.), in una fase di rilancio.
Mentana, Lerner, Gruber, Bignardi e Crozza sono solo alcuni dei grandi nomi strappati alla Rai da La7 nelle ultime stagioni, scegliendo una netta predilezione per quelle trasmissioni dal contenuto informativo che latitano dai palinsesti Rai e Mediaset, sbilanciati invece sulla cronaca nera.
Resta da capire se Santoro a La7 può funzionare altrettanto bene che in Rai. Su Rai Due Annozero è stato il programma di maggior successo del 2011, e non tanto per gli 8.389.000 spettatori (34% di share) dell’ultima puntata o degli oltre 7 milioni di febbraio durante la puntata della telefonata del d.g. Masi, bensì per la media spettatori, elevatissima tutto l’anno.
Piaccia o no, Annozero è un programma ben congegnato, con spazi interni (l’editoriale di Marco Travaglio, le vignette di Vauro, i servizi filmati) che, avendo una successiva lunga vita in rete, diffondono sapientemente la popolarità del programma e dei suoi ospiti.
Siamo certi che lo sbarco su La7 non inficerà la struttura del programma e la qualità dei servizi filmati (basta guardare Exit condotto da Ilaria D’Amico per capire che i bravi video reporter li ha anche l’emittente di Telecom), ma l’autorevolezza e la storia di una azienda qual’è Rai potrebbe pesare, così come la gerarchia televisiva imposta dalla tastiera del telecomando.
La differenza di ascolti tra Rai Due e La7 esiste: tolto Annozero, il programma prime time più visto nel 2011 sulla seconda rete è stato L’isola dei famosi 8, che nella puntata di chiusura del 26 aprile ha interessato 4.230.000 telespettatori (share al 21,90%).
Il programma serale più seguito su La7 è stato invece Italialand di Maurizio Crozza: 2.754.000 (10,93 di share). Numeri che dicono che le due emittenti hanno rapporti di forza ancora troppo diseguali, per i quali sarebbe esagerato chiedere a Santoro ascolti vicini alle medie dell’anno scorso.
Quello dell’anno prossimo a La7 sarà invece un anno di transizione, un periodo in cui iniziare un lavoro che porterà i suoi frutti soltanto nelle prossime stagioni. Non si ripartirà proprio da zero, visto che il telegiornale di Mentana ha ormai lo stesso share del Tg2 e può teoricamente portare alla trasmissione del prime time la stessa eredità di telespettatori, in termini quantitativi, di Rai Due, ma gli italiani devono ancora abituarsi a passare le loro serate su La7.
È lecito, però, attendersi ascolti che rivaleggino col programma di punta di Rai Due, con indici intorno ai 4 milioni di telespettatori. Già questo risultato, in ogni caso, sarebbe per la Rai una nuova gatta da pelare.
Andrea Anastasi
sottoscrivo la tua analisi: su La7 Santoro sicuramente non farebbe (ma potrei dire “farà”, visto che il suo approdo lì è quasi certo) gli stessi ascolti, ma certo si porterà dietro una buona fetta di pubblico. E questa rete, se anche nel breve periodo non riuscirà a strappare alla Rai i suoi numerosissimi habitué, è indubbiamente sulla buona strada per scardinare il duopolio.