Assemblea annuale a Torino dell’Apic

Silvana Baroni Pesce e Paolo De Luca

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Silvana Baroni Pesce e Paolo De LucaPuntuale come ogni anno l’assemblea ordinaria dei soci Apic (Associazione Portatori Impianto cocleare), presieduta dal presidente Paolo De Luca, coadiuvato da Silvana Baroni Pesce, presidente onoraria della Associazione Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi (Fiadda). In un clima festoso e familiare i convenuti hanno seguito con molta attenzione il rendiconto delle attività promosse dall’associazione a loro favore nel corso del 2016, la cui intensità ha dato risalto ai molteplici aspetti. Tra i più significativi e concreti le azioni per “contrastare” la perdita dei diritti esigibili, ma in particolare il presidente ha dato luce alla istituzione dello “Sportello di Ascolto Spazio Apic”, dedicato ai temi della sordità in collaborazione con il Centro Impianti Cocleari della Struttura Complessa di Audiologia e Foniatria dell’ospedale Molinette, oltre ad un gruppo di volontari inseriti sin dal 2015. Molti gli incontri con i medici e il personale ospedaliero, ma anche tra i soci, con pazienti ricoverati, candidati e famigliari. Fattiva la presenza volontaria dell’Apic anche all’interno dell’ospedale torinese Martini per dialogare con i bambini e loro genitori in attesa di visite e controlli riabilitativi. Originale la creazione del Laboratorio di Storytelling “Hej ti voglio raccontare”, per ragazzi con disabilità uditiva, realizzato con il Polo della Salute del Comune di Torino; un’attività abilmente condotta dai giovani Eleonora Franco, Sara Morone e Daniele Del Priore, esperti nell’ambito dell’assistenza alla comunicazione con l’obiettivo di trasformare parole e suoni in immagini dalle ricadute di carattere psicologico e soprattutto di interazione. L’Apic ha inoltre partecipato a diversi eventi pubblici a livello locale e nazionale, intervenendo sugli aspetti dello screening audiologico neonatale, sulla prevenzione precoce della sordità, sull’informazione, sul diritto allo studio e sui problemi della sicurezza; ma in particolare sulle tecnologie relative all’amplificazione all’induzione magnetica, senza trascurare i non meno importanti ambiti del lavoro, servizi socio-assistenziali e cultura. Un altro impegno rilevato dal presidente riguarda il progetto “Chi è il vostro amico sordo”, un’attività svolta nelle scuole preposta all’informazione e alla sensibilizzazione degli studenti con il supporto dell’audiometrista e logopedista Carla Montuschi. Ma l’associazione torinese ha intrapreso anche vari incontri con le Istituzioni, in particolare con l’Assessorato regionale alla Tutela della Salute per chiarimenti relativi alla fornitura e manutenzione del processore e accessori degli apparecchi acustici (impianti cocleari), evidenziando che a riguardo non vi è stato un adeguato aggiornamento nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), e questo nonostante la Regione Piemonte sia uscita dal cosiddetto “Piano di Rientro”.

assemblea ApicAltro argomento approfondito dall’Apic ha riguardato il tema delle barriere architettoniche e quindi dell’accessibilità, contribuendo con le Istituzioni al censimento dei presìdi ospedalieri con la mappatura delle sale di attesa nei vari enti pubblici (ospedali e ambulatori del territorio in particolare), a tutt’oggi in gran parte sprovvisti di display e avvisatori audiovisivi. Nonostante la Legge 13/1989, il Decreto attuativo 236/1989, la Legge 104/1992 e la Legge 217/1983 che a vario titolo riguardano l’abbattimento delle barriere architettoniche, non sono pochi i siti pubblici e privati da “sbarrierare”, una sorta di anomia che consiste nell’esistenza di una legge ma che non è applicata, od ancor peggio, assenza della stessa… A questo riguardo è intervenuta Silvana Baroni Pesce che vanta una lunga esperienza, avendo presenziato (tra l’altro) all’enunciazione della Legge 13/1989 e successivo Decreto attuativo, facendo pervenire al ministro il messaggio che nell’abbattimento delle Barriere architettoniche dovevano essere incluse anche quelle relative alla comunicazione, sollecitando pari opportunità come riconosciuto per altre forme di disabilità. «Il fatto di poter fruire di ausilii visibili, per comprendere tutto ciò che viene detto e proposto – ha ricordato la relatrice – è indispensabile ed irrinunciabile per ogni persona ed in contesti differenti fra loro: conferenze sia pubbliche che private, seminari, teatri ed altro. La lettura immediata degli enunciati permette ad ogni persona con disabilità uditiva, di essere messa a conoscenza di ciò che viene espresso, permettendo così la partecipazione reale, come avviene per tutti i cittadini». Va da sé che il problema della comunicazione è un’esigenza imprescindibile dell’individuo di rapportarsi, in quanto esiste e con il diritto di essere considerato in quanto Persona. Ma la disparità, nonostante alcune norme e la tecnologia in progress, è dura a morire tanto che andrebbe incrementata la cultura della persona sorda (non sordomuta, sic!) o ipoudente, la cui carenza è addebitabile a coloro cui va rammentato che la dignità è la nobiltà che l’uomo ha per sua natura, per i suoi meriti; rispetto che, per tali ragioni, ha di sè stesso ed esige dagli altri. E, anche a queste persone, non si può negare il diritto al rispetto della loro dignità.

 

Foto di E. Bodini (in alto i relatori Baroni Pesce e De Luca; in basso la platea dei soci)

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