“Assolo per mia madre”: diario in versi di Maria Pina Ciancio
Un diario in versi della scrittrice lucana Maria Pina Ciancio
Il libro esce dopo la scomparsa della madre a seguito di una lunga e devastante malattia durata circa dieci anni
Non c’è più vento né pioggia da cercare
…
ogni viaggio termina sempre
nel bianco obliquo di una stanza
(M. P. Ciancio)
“Assolo per mia madre“ è un libro non avaro di emozioni, facile da leggere, pur nella sua articolazione frammentaria. Facile, ma non banale, capace di restituirci una capacità identificativa individuale e collettiva (al femminile soprattutto), vivida e interiore. Passato e presente (le due sezioni della silloge), sono attraversate dalla cifra affettiva del ricordo e del dolore.
Ricordi dell’infanzia di una figlia per la madre, che si intrecciano al dolore della perdita “D’improvviso/ la terra dei sogni e del ricordo/ cede e trema sotto i passi/e ci prende tutto/ gli occhi, il cuore,/ i sogni e la bellezza” (p.23).
Gli spazi di redenzione sono pochi e scabri: epifanie e attimi che trovano una corrispondenza ideale con il paesaggio di appartenenza dell’autrice “Attraversiamo montagne, dirupi, fiumare/ in un andare confuso di mani e di voci” (p.7).
“E’ un dialogo forte, silenzioso e quieto – scrive il poeta Mario Fresa in una lettera di chiusura al libro – un estremo discorso che dal buio si dirige, con affanno, verso la luce; e che ricerca sempre, e sempre chiede, un amoroso contatto con l’assenza, con l’eco del passato (e col riemergere, dunque, magico e incomprensibile,di tutto ciò che è stato). Forse è questo, chissà, l’autentico sapere della poesia: riconoscere nella potenza della parola la capacità di dialogare con chi manca, riformulando i princìpi della vita e della morte, e condensandoli, infine, con l’aiuto di una grazia misteriosa”.
“Assolo per mia madre” è ancora un libro accogliente per l’aspetto tipografico, per la scelta delle carte utilizzate, per il pensiero autografo di copertina, per la sinergia tra versi, parole e le immagini graficho-pittoriche del maestro Giuseppe Pedota, illustratore del volumetto, uscito qualche mese fa per le edizioni L’Arca Felice di Salerno nella collana Coincidenze.
Maria Pina Ciancio di origine lucana è nata in Svizzera nel 1965. Ha pubblicato testi che spaziano dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo Il gatto e la falena (Premio Parola di Donna, 2003), La ragazza con la valigia (Ed. LietoColle, 2008), Storie minime e una poesia per Rocco Scotellaro (Fara Editore 2009), Assolo per mia madre (Edizioni L’Arca Felice, 2014). Nel 2012 ha curato il volume antologico Scrittori & Scritture – Viaggio dentro i paesaggi interiori di 26 scrittori italiani. Suoi scritti e interventi critici sono ospitati in cataloghi, antologie e riviste di settore. Recentemente è stata inserita nelle collettive Orchestra (a cura di Guido Oldani) LietoColle 2010 e Il rumore delle parole – 28 poeti del Sud (a cura di Giorgio Linguaglossa), Edizioni EdiLet 2015. E’ presidente dell’Associazione Culturale LucaniArt.
Sito web dell’autrice: https://cianciomariapina.wordpress.com/
Illustrazione di Giuseppe Pedota (carta, 50×70 cm, 2008)