Bagheria (Pa): “Quelli di Pittalà”, un nuovo fenomeno culturale?
Siamo a Bagheria, nel centro storico, tra Corso Umberto I e Corso Butera, e chi passeggia in questa zona, tra un acquisto e l’altro e una chiacchierata tra amici, può imbattersi in un locale aperto da poco tempo e per il quale molti passanti ancora si interrogano su cosa ci possa essere lì dentro e chi se ne occupa.
Stiamo parlando del centro “Quelli di Pittalà”, un gruppo, un’aggregazione, un insieme di giovani artisti bagheresi che ha tanta voglia di fare e che attraverso la propria arte dà sfogo al suo ego. La denominazione di questo gruppo nasce dal luogo che li ospita: un bene confiscato alla mafia sito all’angolo tra via Pittalà e Corso Butera. Questo locale è stato affidato, durante il periodo della campagna elettorale, ad Adalberto Catanzaro, presidente dell’associazione Facebest, che, insieme a Mario Paolo Lio è stato il fondatore di questo progetto che sta cominciando a prendere il via. Adalberto e Mario Paolo, avendo lavorato in diverse associazioni hanno maturato l’idea di dover stabilizzare la loro attività associativa e questo è potuto accadere nel momento in cui questa sede è stata affidata al loro lavoro. L’idea dei due è sempre stata quella di utilizzare il locale come base per altre associazioni, in modo da istituzionalizzare un centro attivo per tutte le realtà locali e non. Attualmente hanno un partner che è l’associazione culturale “Alternativamente”. All’inizio erano solo in pochi: oltre a Catanzaro e Lio, c’erano Miro Ragusa, Manuele Calì e Daniele Baiamonte, ma adesso sono un gruppo di 37 giovani.
Da quando i locali di via Pittalà sono stati affidati a Catanzaro e i suoi sono state organizzate diverse manifestazioni tra le quali alcune sostenute da progetti europei, mostre d’arte, cineforum ed esposizioni. I progetti in fase di realizzazione sono diversi: una piccola biblioteca d’arte e non solo, una piattaforma per la ritrattistica e un convegno con lo scenziato siciliano Zichichi dal titolo “Tra scienza e fede”. In un paese come Bagheria un gruppo come “Quelli di Pittalà” fa sicuramente rumore, nel bene e nel male: c’è chi li ammira e li ritiene giovani intraprendenti e con tanta voglia di fare, come il pittore Arrigo Musti, che ha presenziato all’inaugurazione; ma c’è anche chi brama di avere un posto come quello per la realizzazione delle loro attività. Molte associazioni locali, infatti, ritengono che “Quelli di Pittalà” si siano appropriati ingiustamente del bene confiscato alla mafia. Noi non conosciamo precisamente le dinamiche di questa attribuzione, ma di certo sappiamo che si tratta di un gruppo di giovani attivi, che svolgono le loro attività senza alcun sostegno da parte del Comune, come fino ad ora nessuno aveva fatto a Bagheria.
Noi abbiamo incontrato il consulente di “Quelli di Pittalà”, Mario Paolo Lio, che ci ha rilasciato una piccola dichiarazione.
“Questo è un progetto che è nato, sta maturando e che raggiungerà il suo massimo attraverso un riconoscimento, che può essere locale, regionale o statale. –Ci racconta Lio- Senza un sostegno economico, perciò, questo non potrà mai accadere. Approfitto della vostra gentilezza per invitare tutte le associazioni locali e non a presentarci i loro progetti. Saremo lieti di valutarli e realizzarli insieme a loro. Speriamo che il nostro lavoro venga apprezzato e che la gestione del locale di via Pittalà rimanga a gente che vuole creare, come noi, anche oltre la data del 30 settembre”.
Giusy Chiello
Redattore Capo
giusy.chiello@ilmiogiornale,org
Foto tratte dal profilo facebook “Quelli di Pittalà”