Buon senso civico e solidarietà dallo sport alla vita privata
Una Associazione alla memoria del professor Pier Federico Angelino per diffondere la prevenzione e il trattamento della morte improvvisa
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
L’idea di un congresso di rilevanza internazionale dedicato alla prevenzione e trattamento della morte improvvisa, non solo richiama l’attualità del Decreto Balduzzi sulla obbligatorietà da parte delle Società sportive di dotarsi dei defibrillatori, ma anche e congiuntamente la nascita dell’Associazione Prof. P.F. Angelino, voluta dal figlio Paolo (cardiologo all’ospedale di Rivoli – Torino – nella foto) e dai suoi famigliari per ricordare l’illustre clinico a trent’anni dalla scomparsa. Un “doveroso” tributo per rievocare la nascita della Cardiologia subalpina ad opera dell’illustre clinico piemontese (oltre alla Cardiochirurgia con il collega prof. Angelo Actis Dato: 1923-2012), la cui dedizione per la ricerca e la clinica all’ospedale Santa Croce di Cuneo, prima, e all’ospedale Molinette di Torino, poi, ha contribuito allo sviluppo della prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari. Un’intera giornata di relazioni scientifiche e medico-sociali nel corso della quale sono intervenuti numerosi specialisti, tra i quali il prof. Ramon Brugada y Terradellas di Barcellona che ha tenuto una lettura magistrale sulla sindrome che porta il suo nome (malattia eponimica, nda) e da lui stesso individuata e descritta.
Tralasciando gli aspetti più tecnico-scientifici, di grande attualità è stato il tema “I defibrillatori nei campi sportivi: decreto Balduzzi”, di maggior interesse per tutti. L’argomento potrebbe per certi versi “impressionare” ma è bene considerare che l’evento morte improvvisa può colpire chiunque e in qualunque momento. Tra marzo e maggio 2012, ad esempio, sono deceduti per questa causa tre atleti di alto livello professionale in sport molto diffusi come pallavolo, calcio e nuoto. In particolare, per i due casi che sono accaduti in Italia, nel caso del pallavolista Vigor Bovolenta (2013) il defibrillatore non era presente; mentre nel caso di Pier Mario Morosini il defibrillatore era disponibile ma nessuno l’ha usato…, e i tre medici presenti sono stati indagati in quanto, secondo la perizia del P.M., tale “omissione” ha ridotto del 70% le possibilità di sopravvivenza del calciatore. Eventi, questi, che hanno attirato l’attenzione dei politici, delle autorità e dei mass media. «L’attività agonistica sportiva, secondo uno studio epidemiologico fatto nel Veneto – ha spiegato il dottor Gian Pasquale Ganzit – aumenta il rischio di morte improvvisa cardiaca di 2,8 volte negli adolescenti e nei giovani sportivi minori di 35 anni di età. Inoltre, l’incidenza della morte improvvisa da sport nei giovani atleti ha una variabilità abbastanza ampia: dallo 0,5 al 2,6% ogni 100 mila atleti/anno. Incidenza relativamente rara ma non per questo meno importante. In alcune casistiche in atleti over 35 è stato evidenziato 1 caso di morte improvvisa ogni 15 mila soggetti praticanti jogging, e 1 caso ogni 50 mila nei maratoneti; mentre l’attività più impegnativa in realtà evidenzia un numero minore di morti improvvise».
Poiché è importante attivare la prevenzione ed eventualmente un adeguato trattamento, l’ex ministro della Salute Renato Balduzzi e collaboratori hanno pensato alla certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale, e linee guida sulla dotazione e utilizzo di defibrillatori, oltre eventualmente ad altri strumenti salva-vita (decreto ministeriale del 20/7/2013). Dal punto di vista medico-sportivo la prima parte è stata in seguito modificata, e attualmente alcuni aspetti non sono ancora ben compresi…; mentre la seconda parte del testo relativa alle linee guida e alla dotazione dell’utilizzo dei defibrillatori è rimasta invariata, e prevede l’obbligatorietà delle Società sportive di dotare l’impianto sportivo in cui si svolge l’attività. Le Società sportive hanno dovuto provvedere in tempo utile, mentre quelle dilettantistiche hanno tempo sino alla fine di gennaio 2016. Da questo provvedimento sono escluse le Società che gestiscono sport a basso impegno cardiovascolare e indicativamente sono: bocce, bowling, curling, birilli, golf, pesca sportiva, sport di tiro, caccia sportiva, biliardo sportivo, bridge, dama, scacchi, etc. La legge non obbliga le Società sportive ad essere proprietarie di un defibrillatore automatico esterno (DAE), ma è essenziale che tale apparecchiatura sia presente nel momento in cui viene praticata l’attività e sia facilmente disponibile, e nello stesso tempo le relative Società sono responsabili della presenza di personale formato e pronto ad intervenire con il posizionamento del defibrillatore e quindi facilmente accessibile, oltre che adeguatamente funzionante.