Camerata e Corale in concerto a Firenze al Cenacolo di Santa Croce

Cenacolo di Santa Croce a Firenze

Cenacolo di Santa Croce a FirenzeSabato 14 gennaio 2017, alle ore 21.00, presso il Cenacolo di Santa Croce, a Firenze (Piazza Santa Croce n. 16) la Corale Santa Cecilia 1909 insieme all’Ensemble strumentale “Camerata de’ Bardi” – costituito da Roberta Landi Malavolti (violino), Angela Tomei (violino), Caterina Paoloni (viola), Valeria Brunelli (violoncello), Luca Zalaffi (contrabbasso), Pamela Burrini  (clavicembalo) – accompagneranno le voci soliste di Eva Mabellini e Cristiana Fogli, le voci recitanti di Silvia Bargellini e Paolo Spennato, sotto la direzione del M° Andrea Sardi, nell’esecuzione del Gloria in Re maggiore RV 589, per soli, coro e orchestra di Antonio Vivaldi.

Come ben sottolineato dalla musicologa Laura Pierantoni, il Gloria RV 589 è senz’altro una delle pagine più avvincenti e conosciute del musicista veneziano. Il testo è organizzato in 12 sezioni che si alternano in una varietà di forme, di tempi, di ritmi, di tonalità e di organico: brani solistici nello stile dell’aria, strumenti concertanti, cori omofonici, contrappunti, ritornelli nello stile del Concerto. L’unitarietà del lavoro viene garantito dalla ripresa, nel penultimo movimento, dello stesso tema iniziale in una sorta di circolarità strutturale.

L’opera si apre con una incalzante e trionfale introduzione orchestrale su un tema incisivo e ritmico degli archi bassi al quale risponde un disegno più scorrevole; su questo deciso andamento si innesta la maestosa entrata omoritmica del coro, Gloria in excelsis, che si amalgama e si alterna con l’orchestra secondo i tipici dettami dello stile sacro concertato.

Con il versetto Et in terra pax l’atmosfera cambia radicalmente; protagonista è sempre il coro ma con accenti e modulazioni di intimismo sofferto.

Il Laudamus te è sostanzialmente un duetto per voci soliste con l’accompagnamento di archi e continuo; il clima è festoso. Torna il coro con un lento e omofonico Gratias agimus tibi che si trasforma immediatamente in un perfetto fugato a quattro voci Propter magnam gloriam tuam.

Il Domine Deus Rex Coelestis è una delicata aria affidata al soprani; pagina di idilliaca atmosfera pastorale avvallata anche dal ritmico andamento “alla siciliana”. È nuovamente il coro a riprendere la parola in compagnia degli archi nel Domine Fili Unigenite.

Un bellissimo tema affidato ai bassi sorregge il Domine Deus, agnus Dei sul quale si libra l’intensa voce del contralto punteggiata da accorati interventi invocativi del coro (“miserere nobis!”). Coro a cui è lasciata la pagina successiva, Qui tollis, dal carattere assorto e intimamente spirituale: voci e orchestra procedono insieme solennemente e mestamente, come in un corale luterano.

Lo stile maestoso dell’inizio comincia a riapparire nel Qui sedes ad dexteram patris strutturato nella forma del Concerto: un ampio ritornello dell’orchestra introduce l’aria del contralto che dialoga con la compagine strumentale in una sorta di rinnovata alternanza solo-tutti.

Il circolo quindi si chiude sul Quoniam tu solus sanctus che è in realtà una sintesi del materiale utilizzato nel primo movimento e ha il compito di introdurre la solenne fuga finale, Cum Sancto Spiritu. Quest’ultimo brano però, che conclude anche l’altro Gloria RV 588, non è opera di Vivaldi; si tratta infatti di una sezione di Gloria scritta da Giovanni Maria Ruggieri nel 1708 e solo ricopiata dal compositore veneziano.

L’evento è inserito nella rassegna “Concerti al Cenacolo 2017” e promosso dall’Associazione “Amici di Santa Croce”, dall’Ensemble Santa Croce e da Arteincanto Musica.

L’ingresso al Cenacolo, affrescato da Taddeo Gaddi tra il 1334 e il 1366, è libero fino ad esaurimento posti.

 

Fonte Ufficio stampa

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