In Canada creata intelligenza artificiale con algoritmi ideati per decodificare scritture misteriose

 

 

 

In Canada due scienziati hanno creato un’intelligenza artificiale, composta da algoritmi ideati per decodificare scritture alfabetiche misteriose, ancora a noi sconosciute. Questa nuova tecnologia è stata sperimentata per la prima volta sul Manoscritto Voynich, un celebre codice del 1400, che ancora nessuno è riuscito a tradurre.
Il codice, che prende il nome dal mercante di libri polacco che lo acquistò nel 1912 da un collegio gesuita nei pressi di Frascati, è un manoscritto illustrato dell’inizio del secolo XV, scritto in una lingua sconosciuta, che da decenni cerchiamo di interpretare. Il manoscritto contiene 204 pagine scritte su pergamena e, oltre all’indecifrabile scrittura, contiene anche immagini incomprensibili, generalmente di piante che non sono riscontrabili con vegetali a noi noti. La lingua utilizzata non sembra corrispondere a nessun vocabolario noto e sul suo contenuto sono state formulate mille ipotesi differenti, una delle più accreditate vuole che si tratti di un libro botanico.
I due scienziati canadesi per creare l’intelligenza artificiale, hanno usato un campione di vocaboli tratti da 400 lingue diverse, per cercare di capire, attraverso alcuni algoritmi, la lingua con cui il codice è scritto. Inizialmente avevano pensato che si trattasse dell’arabo, ma secondo il software si tratta probabilmente dell’ebraico, perché l’80% delle parole sono riconducibili a questa lingua, camuffata sotto forma di alfa grammi, cioè anagrammi ottenuti sistemando le lettere di una parola in ordine alfabetico.
Ma per gli scienziati aver trovato una lingua d’origine non risolve le cose, perché le parole, anche una volta riordinate in fila, non sembravano avere un senso. La prima riga del manoscritto, tradotta dal software, suona più o meno in questa maniera: Ella fece raccomandazioni al prete, l’uomo della casa e me e il popolo.
Alla fine quindi, lo studio portato avanti in Canada si concentra più sul capire il significato dei singoli termini, piuttosto che dell’intera opera. I ricercatori hanno concluso che i vocaboli potrebbero effettivamente essere ricondotti all’ebraico e si ripromettono di testare la loro creazione, l’intelligenza artificiale, su un altro testo possibilmente più semplice.

Ilaria Filippini
Fonte: focus.it

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