L’angolo della poesia: “Canto notturno” di Emanuela Verderosa
Ritroviamo oggi nel nostro Angolo la cara Emanuela Verderosa,
con una bellissima poesia dal titolo Canto notturno.
Prima di lasciarvi catturare dai suoi versi, però,
vi ricordiamo che anche voi potete inviarci le vostre poesie
all’indirizzo info@ilmiogiornale.org
Canto notturno
Non dormo stanotte
Non riesco
A pezzi la mia anima volteggia
senza forza né peso trascinata
come giunco in balia della tormenta
Un pezzo di me interroga l’altro me
Lampeggiano taglienti scintille
di coscienza
Ma c’è spazio dentro l’anima
al di là del tuono
C’è uno spazio pronto e attento
ove echi di amate voci penetrano
gioiosamente frottando
attraverso il muro opaco
di smarrito silenzio
C’è posto per la notte ed il suo
umido alito denso
Posto per i suoni i fruscii
e gli svoli di questo incoerente
universo senza quiete
E per questo gridio solitario
prossimo e puntuale
Ogni sera
Tutte le sere
E la notte
Io ceno e lui e là
Stralcio le mie ultime ore di formica
e lui è là
Apparecchio il mio riposo tra libri e vocabolari e lui è là
Fuori Vicino
Al di là e al di sopra della notturna
orchestrazione di suoni fitta come rovi
Ma stasera è accorato il tuo canto
Trasuda di sfrenata pena
E per quanto mi sforzi ed aguzzi l’orecchio
finanche il respiro trattenendo
io non odo risposte al tuo messaggio
sperso
E tu gridi
Gridi ed aspetti
Gridi senza sosta e senza ritegno
Anche il vuoto è stupito a tanto ostinato strepito
E sei così solo
Solo in questo sovrumano
languore di terra africana
Soli ambedue in questa vastità d’ombre fluttuanti e crespe come onde
che non temo
E forse noi
noi siamo a noi stessi più veri
stanotte nell’oscuro tempio che ci avvolge
E mi è dolce il tuo canto
E mi è amaro
Destinato a ignota forma o
a sotterraneo spasimo
io cantore t’ascolto
E capisco
Ed è il mio canto che odo stanotte
Ed è la mia anima che ti veste
Ed è il mio grido che frantumo
sparso e solo