L’angolo della poesia: “Castelnuovo 11 aprile 1848” di Carlo Rossi
Carlo Rossi ha scritto la poesia che state per leggere con l’intento di «ricordare fatti accaduti nel passato, ma di cui non si ha traccia sui libri di storia» e di onorare «il sacrificio di quei semplici, cioè persone come noi, caduti a Castelnuovo del Garda per volontà del generale Radetzky» (che ricordiamo più che altro per la celebre marcia dedicatagli da Johann Strauss Sr). Il generale fece bruciare il paese e la chiesa, uccidendo «120 civili inermi, donne e bambini per lo più», come monito per chi volesse ribellarsi contro l’Impero Asburgico.
Con questi versi, Carlo Rossi ha però voluto fare qualcosa di più di una “operazione-memoria”: ha cercato di «accomunare tutti in una grande riflessione sui semplici», riuscendo senza dubbio nel suo intento.
Castelnuovo 11 aprile 1848
Nel silenzio del vento io
Mi sento
Nel vuoto del cuore
Ascolto
Un germoglio d’amore
E mi ritrovo Curdo
E libanese
Arabo e francese
Americano e indiano
Israeliano e cristiano
Giapponese e brasiliano
Con i semplici del mio mondo
Gioco
Ad un girotondo
Di pace
Nel silenzio del vento
Vedo il violento
Il suo motto
D’istinto
Piange anche Allah
Per Mohammed
Per Hassan
Per Habiba
Per il presente d’incanto
Piango gli Armeni
E la mia Castelnuovo
Nell’ottocento ferita
Dal Radeski abbrustolita.
Eran piu’ di cento
Bambini e donne spezzati
Dal vento
Il prete deportato
Senza un lamento.
E’ questa una poesia che tocca, bussando piano al nostro cuore. E ci fa sentire un unico popolo, che in diverse epoche ha subito violenze e angherie, ma che proprio per questo ci fa popolo unito da totale condivisione.
Complimenti vivissimi al bravissimo poeta Carlo Rossi.
Gg – poco più di niente -.