Categorie Protette L.68/99 il lavoro è un diritto ma in Italia non sempre è così
Leggo dichiarazioni di esponenti dello Stato e del Governo sulle persone con disabilità che mi lasciano sconcertata. “Gli handicappati” (così li hanno definiti), rappresentano un problema da evitare più che da affrontare con politiche giuste e corrette.
Dal mio piccolo osservatorio (ho creato un folto gruppo FB denominato – Categorie Protette L. 68/99 il lavoro è un nostro diritto-), posso confermare che da nord a sud la Legge 68/99 non viene applicata, se non in rarissimi casi. Le testimonianze che raccolgo nel mio gruppo, confermano che siamo un fardello da nascondere e gettare nel dimenticatoio, e nella migliore delle ipotesi da tenere zitti e buoni con un assegno di invalidità di 343 euro mensili, nel caso in cui la percentuale di invalidità raggiunga almeno il 74%.
Le poche offerte di lavoro per categorie protette che vedo pubblicare sono per addetti alle pulizie, e con tutto il rispetto per chi svolge questo lavoro, credo che chi ha studiato, chi si è specializzato, chi ha esperienze di lavoro differenti, possa e debba aspirare ad un lavoro adeguato alle proprie referenze.
Ci sono tante tipologie di disabilità e ci sono tanti tipi di mestieri che una persona con disabilità può svolgere perfettamente.
Penso, ad esempio, a persone con disabilità cognitiva, che potrebbero svolgere lavori che richiedono manualità e fantasia, oppure persone con disabilità motoria, che potrebbero fare bene un lavoro da scrivania.
Vorrei dire che le persone con disabilità sviluppano, per istinto, ingegno e capacità talvolta superiori a quelle di una persona normodotata.
È una forza della natura che sprigiona bellezza e abilità straordinarie.
È questa la cultura che dovrebbe permeare una società giusta ed equilibrata.
Giovanna Galasso