Chi è il colpevole del lavoro nero?
di Giusy Chiello
Ieri sera i nostri colleghi di Striscia la notizia hanno mandato in onda un servizio sul lavoro nero a danno di extracomunitari che vivono in quel di Napoli.
Sembra che ci sia un gruppo di stranieri che ogni mattina aspetta su un ponte napoletano che “qualche anima buona” passi di lì per offrirgli un lavoro giornaliero, naturalmente retribuito senza avere un contratto di lavoro.
I giornalisti satirici di Canale 5 hanno colto in flagrante un uomo che hai chiesto a due giovani stranieri di dipingere una parete retribuendoli in nero.
Il servizio di Striscia la notizia è rappresentativo di ciò che accade al sud normalmente e non solo con gli extracomunitari. Ci sono padri di famiglia che lavorano in nero e non hanno maturato nessun contributo a fini pensionistici.
Ma per quale motivo al sud più che al nord il lavoro nero è così tanto di moda?
Se fino a qualche anno le motivazioni potevano essere quelle di evitare di pagare le tasse, oggi a questi motivi se ne aggiungono altri collegati tra loro.
Il caro vita sta travolgendo tutti, la crisi sta mettendo in ginocchio operai e imprenditori, che pur di guadagnare la pagnotta sono pronti a eludere il fisco e a rischiare di essere multati.
Mia nonna se fosse ancora viva direbbe: “U pisci feti ra testa”, ovvero il pesce puzza dalla testa. La testa del “pesce italiano” è il governo, che, nonostante cambi capi e maggioranze non fa altro che obbligare la gente chinarsi e prostrarsi al loro volere.
Di chi è la colpa allora di questa situazione che vede il lavoro in nero sempre in auge?
Di chi propone questo tipo di lavoro?
Di chi lo accetta?
O di governa il paese e non è in grado di far rispettare le regole viste le tasse esageratamente esagerate?