Chiuse mille imprese al giorno. E le vendite crollano ancora

(AGI) – Roma, 24 gen. – Nuovi segnali di crisi profonda: continuano la caduta delle vendite al dettaglio e l’emorragia di imprese, se ne sono chiuse mille al giorno nel 2012.
L’Istat registra il quinto calo mensile consecutivo per le vendite al dettaglio, numeri dramamtici da unioncamere sulle aziende che chiudono. Il calo delle vendite al dettaglio, -0,4% in novembre, porta il terzo trimestre a -1,3%. Rispetto a novembre 2011, l’indice grezzo del totale delle vendite segna a novembre scorso una diminuzione del 3,1%.
Secondo il Codacons “gli italiani fanno la fame, dato che la discesa dei consumi nel settore alimentare prosegue ininterrottamente dal 2007. Non a caso scendono le vendite persino degli ipermercati nonostante le offerte promozionali e le vendite sottocosto, registrando un ribasso tendenziale del 2,6%. A reggere solo i discount, ossia i prodotti non di marca.
In sostanza gli italiani, pur di mangiare, devono abbandonare i brand leader dell’industria alimentare che hanno reso noto il made in Italy nel mondo”.
Unioncamere registra nel 2012 383.883 imprese nate (il valore piu’ basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011), a fronte delle quali 364.972 – mille ogni giorno – sono quelle che hanno chiuso i battenti (+24mila unita’ rispetto all’anno precedente). Come conseguenza, il saldo tra entrate e uscite si e’ attestato sul valore di 18.911, il secondo peggior risultato del periodo considerato e vicino – dopo due anni consecutivi di recupero – a quello del 2009, l’anno peggiore dall’inizio della crisi.
Si restringe ulteriormente (-6.515 imprese), spiega Unioncamere, il tessuto imprenditoriale dell’industria manifatturiera – trascinato dalla forte contrazione dell’artigianato, che chiude l’anno con 20.319 imprese in meno – quello delle costruzioni (-7.427) e dell’agricoltura (-16.791). Il conto piu’ salato del 2012 lo paga il Nord che – Lombardia esclusa – perde complessivamente circa 6.600 imprese, i tre quarti delle quali (poco meno di 5mila unita’) nel solo Nord-Est. Giovani under 35, immigrati e donne, attivita’ del turismo, del commercio e dei servizi alle imprese e alle persone sono le tipologie di imprenditori e i settori di attivita’ che, nel 2012, hanno consentito a mantenere in lieve attivo il bilancio anagrafico delle imprese italiane (+0,3% contro il +0,5 del 2011).

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