Cinema: quando la smetteremo di farci prendere in giro, nel nostro Paese?
Voglio essere antipatico odioso e controcorrente, integralista e rompiballe sulla grande manifestazione di Fontana di Trevi, ripresa ad AnnoZero. Macerie di Cultura. Tagliano i fondi, gli interessati strillano. Tutto il cinema italiano scende in piazza e si rivolta. Premesso che io credo che quello che si spende in cultura non sia assolutamente voluttuario, ma sia fondamentale per lo spirito di un paese; ricordando anche che nel Rinascimento i Principi trovavano sia i soldi per la guerra che per far affrescare la Cappella Sistina; ricordandomi che alcuni grandi capolavori del cinema italiano sono stati fatti con due lire, oppure che chi li ha realizzati si è indebitato fino al collo prima di poter vedere un rientro economico, ho provato a capire come veramente mi sentivo in tutto questo marasma di opinioni, tanto per vedere se dare ragione al governo o al mondo del cinema. Perchè il tema per me è importante, perchè la cultura è vitale e il cinema come espressione di cultura merita di non morire di fame.
Poi mi sono reso conto che qui la cultura non c’entrava niente, era solo retorica. Era solo la solita questione di soldi, di privilegi, di quel maledetto aspetto che tanto fa simili gli uomini ai cani, che quando gli togli l’osso ringhiano. Dove erano i paladini della cultura quando la televisione interrompeva il film con la pubblicità ? Interrompere la trama narrativa, anche della peggiore porcheria cinematografica, è un vero scempio. Ma non ho visto nessuno in piazza, non ho visto nessun festival del cinema stigmatizzare la violenza culturale che veniva fatta alle opere. Forse perchè con la pubblicità entravano i soldini ?
Quando la smetteremo in questo paese di farci prendere in giro ? (il mio è ovviamente il punto di vista dello spettatore e dell’elettore – sempre che non decida di annullare la scheda). Secondo me è ora di essere sinceri, se vogliamo che questo mondo sballato giri per il verso giusto. E’ ora di affrontare le cose con equilibrio e con sincerità, senza nascondersi dietro i paroloni e le affermazioni di principio. E’ ora di guardarsi un po’ dentro e dire: che cosa ho fatto io per far sì che non si verificasse ? Se il “grande fratello” è una trasmissione di successo è perchè c’è gente che lo guarda. Forse adesso l’attentato alla cultura è nel togliere i fondi, ma se non c’era nessuno quando l’attentato era più grave (perchè non minacciava delle opere future, ma brutteggiava delle opere che già esistevano), adesso che volete ?
Francesco Belladonna
Sono d’accordo con te.
e pure io!
idem