Claudia Piccinno a Belgrado in rappresentanza della Poesia italiana al 60° dell’Associazione degli scrittori della Serbia
Sarà a Belgrado dal 19 al 23 ottobre 2023 la poetessa Claudia Piccinno in rappresentanza della poesia italiana, gradita ospite al sessantesimo giubileo dell’associazione degli scrittori di Serbia. In concomitanza di tale importante anniversario l’associazione nazionale degli scrittori di Serbia ha organizzato un convegno internazionale in cui saranno presenti 25 poeti provenienti da ogni parte del mondo.
Il programma è molto fitto e prevede un incontro di apertura alla biblioteca nazionale della Serbia con convegni in più giornate ed escursioni guidate alla fiera del libro la cui cerimonia di apertura è prevista il 21 ottobre nel pomeriggio.
È già la terza volta dal 2017 che Claudia Piccinno è ospite a Belgrado in occasione della fiera del libro. Ricordiamo che lo scorso anno la poetessa si è recata in veste di traduttrice all’istituto di cultura italiana per presentare il libro Le nove vite di Milena Pavlovic Barilli di Maya Herman Sekulic, da lei tradotto in italiano per una prima edizione a cura della casa editrice Il cuscino di stelle.
Tuttavia è decennale la collaborazione di Claudia Piccinno con alcuni poeti e intellettuali serbi, in particolare con Milica Lilic una poetessa con oltre 40 libri all’attivo nonché critica letteraria e televisiva di cui abbiamo anche due libri in lingua italiana; l’ultimo è stato tradotto dall’inglese proprio a cura di Claudia Piccinno col titolo Il voto di Penelope.
In occasione di questo viaggio verrà presentata in lingua serba anche la silloge Sfinge di pietra che ha visto la luce in versione italiano – inglese nel 2020 in Italia; è già stata tradotta in lingua albanese nel 2021 e sta per essere pubblicata anche in lingua tedesca ad Amburgo, nonché in lingua azera e turca a Baku.
Riteniamo di fondamentale importanza la missione di pace dei poeti che provano a dialogare con le istituzioni e la popolazione per riportare ciascuno di noi ai principi fondamentali della convivenza e dell’umanità. Ci auguriamo che la forza della parola, al di là di ogni differenza linguistica, sia più potente dell’indifferenza e della barbarie.