Come e Perché Ricordare i Personaggi della Storia

Raffaella Carrà

Dove riprodurre la loro effige? Su fonti per la numismatica oppure dedicando loro una sede istituzionale? Più razionalità nella scelta.

di Ernesto Bodini (giornalista e biogafo)

È notizia di oggi, secondo un sondaggio tra i clienti del Poligrafico-Zecca di Stato (Ansa 7/9/2022), che si intende coniare una moneta dal valore nominale di 5 euro con l’effige della nota cantante, attrice e show girl Raffaella Carrà, recentemente scomparsa. Nulla da eccepire sul valore artistico della nostra connazionale, ma va rilevato che altri artisti di altrettanto valore, suoi contemporanei e precedenti, meritavano altrettanta considerazione. Personalmente, anche se non seguo il mondo dello spettacolo in genere, tanto meno quello della canzone, ritengo che proprio di questi tempi sia più “socialmente e psicologicamente” utile avere qualche attenzione in più per altri personaggi che per l’umanità si sono particolarmente prodigati, alcuni anche con finalità filantropiche. A tal riguardo a livello italiano non credo che si possa stilare un elenco, se si fa eccezione per la prof.ssa Rita Levi-Montalcini (1909-2012), la quale peraltro, proprio per la sua fama internazionale ha avuto numerosi riconoscimenti, a cominciare dal Nobel per la Medicina (nel 1986) e dalla nomina di Senatrice a vita (1/8/2001) dall’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ordunque, mi sia concesso proseguire con queste osservazioni, che nulla hanno a che vedere personalmente con la suddetta candidata al conio monetario (che non ho mai conosciuto) e nel massimo rispetto alla sua memoria, e dei suoi famigliari, quale biografo e opinionista (seppur dal tono un po’ “inflessibile”) ritengo  più  consono dedicare una effige (su monete, francobolli o altro) semmai a protagonisti il cui impegno esistenziale ha avuto come priorità il benessere dell’umanità e, a questo riguardo, l’elenco non sarebbe poi tanto modesto.

Cesare Beccaria

Tra i nostri connazionali si potrebbero citare, ad esempio, almeno tre nomi: Cesare Bonesana marchese di Beccaria (Milano 1738-1794), la cui opera “Dei delitti e delle pene” ha fatto scuola in quanto influenzò dal ‘700 le riforme delle legislazioni penali di numerosi Stati italiani ed europei, poiché si fondava sui concetti di dignità umana e certezza del diritto, precisando che la figura del criminale è quella di un individuo dotato di assoluto libero arbitrio, capace di autodeterminarsi, non condizionato da influenze socio-ambientali, né da proprie motivazioni psicologiche; figura, questa, sempre meno citata se non addirittura dimenticata non apprendendone all’occorrenza gli spunti essenziali… di qui ci sarebbe tanto bisogno!

Il prof. Pietro Giani (1904-1963), illustre umanista e clinico torinese, primo chirurgo nella storia dell’Oftalmologia italiana che abbia tentato (e in seguito realizzato) innesti parziali di cornee appena enucleate degli animali all’uomo, ridonando la vista.

Prof. Pietro Giani

E più recentemente il chirurgo Gino Strada (1948-2021) fondatore di Emergency, associazione indipendente e neutrale nata per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Ma perché questo mio dissertare in modo così “puntiglioso” proprio perché al centro cito nomi di persone che, a vario titolo, hanno dato un’impronta alla propria esistenza, anche se taluni (per quanto meritevoli) non hanno certo rinunciato a considerevoli profitti personali? È presto detto. Il dare una certa priorità a certi personaggi rispetto ad altri, richiama (come sempre) il concetto di filantropia o propensione all’evergetismo. Rammento che per filantropia si intende amore puramente operoso degli uomini, spinti a soccorrersi gli uni con gli altri per il solo fatto che appartengono alla medesima specie. Un impegno, questo, che induce ad orientarci sempre in una direzione e non in ogni direzione; ovvero il rispetto della dignità umana; l’evergetismo, per certi versi sinonimo, è un termine coniato dallo storico e letterato francese André Boulanger (1886-1958), e più recentemente dall’archeologo e storico francese Paul Veyne (1930) e deriva dall’espressione greca “fare buone azioni”.

Gino Strada

Con questo non si vuol certo disconoscere i meriti di tanti artisti e imprenditori che hanno devoluto in parte le loro fortune alla collettività, ma tale azione rimane pur sempre “condizionata” dal proprio benessere esistenziale e, per essere più incisivo, mi sovviene il vecchio quesito: ai fini di una manifesta generosità vale di più la monetina di un povero o il sostanzioso assegno (bonifico) di un ricco? È un dilemma ancestrale che ha radici bibliche che si sono perpetuate nei secoli, e la cui risposta trovasi nella coscienza di ognuno di noi. Quindi richiamando il concetto iniziale, a mio modesto avviso, soprattutto di questi tempi, sarebbe più opportuno riproporre l’immagine di quei personaggi che hanno lasciato una traccia maggiormente indelebile con azioni umanitarie, in cui il denaro ha sempre rappresentato l’aspetto ultimo, se non quello per la mera sopravvivenza. E il grado di notorietà degli stessi si configura maggiormente nella loro scelta di vita, un po’ “diversa” da quella dei protagonisti dello spettacolo, del cinema o dello sport, senza per questo denigrare (o sminuire) le loro qualità ludiche e professionali. Infine, per ricordare questo o quel personaggio, perché pensare di evidenziarlo su una moneta o ppure su una banconota come è avvento per altri personaggi storici famosi? Indubbiamente perché è un potente ed esteso “mezzo di comunicazione” fruibile da chiunque ma, potendo scegliere, dedicare loro una via, una piazza, un monumento o anche una particolare pubblicazione, penso che sia più rispondente in quanto di fattura meno venale…

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