Confessa il fidanzato di Vanessa Scialfa: “Sono stato io”
E’ stato il fidanzato e convivente Francesco Lo Presti, 34 anni, a uccidere Vanessa Scialfa, 20 anni. Lui stesso dopo un lungo interrogatorio, durato 12 ore, e’ crollato e ha accompagnato gli inquirenti nel luogo dove aveva abbandonato il corpo. Tra i due ci sarebbe stato un litigio, forse scoppiato per gelosia. L’uomo avrebbe strangolato Vanessa, quindi dopo avere gettato il corpo dal cavalcavia della statale 117 bis, sarebbe andato dai carabinieri a denunciare la scomparsa della fidanzata, raccontando del litigio al termine del quale lei era uscita da casa.
Vanessa Scialfa e’ stata strangolata con il cavo del lettore Dvd, poi soffocata con un fazzoletto imbevuto di candeggina. Una morte orribile quella della ventenne di Enna, uccisa dal convivente di 15 anni piu’ grande di lei, Francesco Mario Lo Presti, che all’alba di oggi e’ stato rinchiuso nel carcere di Enna con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Sembra che l’uomo avesse assunto cocaina, ma si attende l’esito delle analisi per accertare la presenza di stupefacenti o alcool nel sangue di Lo Presti. Quella di Lo Presti è stata una lunga e dettagliata confessione, giunta al termine di un interrogatorio durato per alcune ore. La furia omicida sarebbe stata scatenata dal convincimento che la ragazza, in un momento di intimita’, avesse pronunciato il nome dell’ex fidanzato. Lo Presti avrebbe cominciato ad inveire e Vanesse si sarebbe alzata dal letto e si sarebbe vestita, forse con l’intenzione di andare via da casa. A questo punto Lo Presti -come ha raccontato egli stesso ai poliziotti- avrebbe assunto la cocaina e vendendo la compagna che stava per uscire avrebbe strappato i cavi del lettore Dvd e l’avrebbe strangolata, annodandole i fili al collo spingendola sul letto. Era il primo pomeriggio del 24 aprile, lo stesso giorno in cui il padre di Vanessa ne aveva denunciato la scomparsa alla polizia, e aveva lanciato un appello su Facebook per le ricerche.
Dopo il delitto, Lo Presti ha avvolto il corpo nel lenzuolo, lo ha caricato in macchina e si e’ diretto verso la statale Enna-Caltanissetta. Giunto sul cavalcavia che sovrasta la zona dell’ex miniera di Pasquasia, Lo Presti avrebbe gettato giu’ il corpo, quindi si sarebbe preparato ad interpretare davanti ai genitori della vittima e agli inquirenti la parte del fidanzato preoccupato. Quella di Lo Presti e’ stata una lunga e dettagliata confessione, giunta al termine di un interrogatorio durato per alcune ore.
SVOLTA INDAGINI GRAZIE A UNO STRATAGEMMA – E’ stato uno stratagemma degli investigatori a far crollare Francesco Lo Presti, l’uomo di 34 anni accusato di aver ucciso la convivente Vanessa Scialfa, la ventenne sparita il 24 aprile e trovata morta ieri pomeriggio a Enna. Ieri mattina, quando ormai era chiaro che Vanessa non si era allontanata volontariamente, gli uomini della Squadra mobile di Enna avevano intercettato Lo Presti nei pressi del Palazzo di Giustizia. Appariva confuso e una volta condotto in questura ha chiesto di essere accompagnato a Catania, in un posto dove era stato insieme alla fidanzata. “Ho fatto una fesseria”, avrebbe detto ad un certo punto. Allora chi lo stava interrogando ha “giocato una carta”: fingendo di volerlo tranquillizzare, gli ha detto che Vanessa era stata trovata e che aveva fatto ritorno a casa. Sull’abilita’ degli investigatori della Mobile e’ arrivata la svolta. Lo Presti e’ scoppiato in lacrime, dicendo che non era possibile, che Vanessa non sarebbe tornata mai piu’, e ha confeessato. L’uomo ha poi condotto il capo della Squadra Mobile, Giovanni Cuciti, ed i suoi uomini sul cavalcavia dal quale aveva lanciato il corpo di Vanessa avvolto in un lenzuolo. Il cadavere era finito tra fitta vegetazione della scarpata sottostante, da dove e’ stato recuperato.L’uomo aveva fatto un piano preciso dopo il delitto delle fidanzataLiberatosi del cadavere della ragazza era tornato a casa e aveva rimesso tutto in ordine. Avrebbe riposto gli oggetti e gli indumenti che Vanessa aveva frettolosamente raccolto e che voleva portare via, probabilmente decisa a lasciare l’uomo col quale conviveva da circa 3 mesi. Quindi aveva cominciato a fingere di cercarla anche presso i familiari, spiegando che c’era stato un banale litigio al termine del quale Vanessa era uscita senza portare con se neanche la borsetta ed il cellulare. Sentito dai carabinieri dopo la denuncia di scomparsa, aveva dato la stessa versione. Lasciato il comando provinciale dell’Arma, Lo Presti aveva fatto perdere le sue tracce, fino a che la polizia non lo ha fermato ieri mattina nelle vicinanze del tribunale.
Fonte: Affari
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