CPAP: che cos’è e quando utilizzarlo

Foto tratta da Huffingtonpost

Svegliarsi ogni mattina stanchi e con l’emicrania non è normale. Questi sintomi, insieme alla mancanza di concentrazione e a una sensazione di sonnolenza che si protrae nel corso della giornata, possono indicare la presenza di disturbi del sonno che dovrebbero, quanto prima, essere indagati da uno specialista.

Tra i disturbi che si manifestano in questo modo rientra l’apnea notturna, la quale, a causa di ostruzioni delle prime vie respiratorie o problemi neurologici, causa interruzioni cicliche della respirazione durante il sonno e riduce la qualità del riposo. Per risolvere questo tipo di problema, il medico curante può prescrivere diverse terapie, a cominciare da quelle posizionali fino a quelle che fanno uso di dispositivi di ventilazione, tra cui rientra il CPAP.

Questo apparecchio potrà essere utilizzato presso il proprio domicilio, ogni notte, al fine di migliorare la qualità del sonno e scongiurare i rischi dovuti alle apnee notturne. In caso di terapie di breve durata è possibile contenere i costi ricorrendo al CPAP noleggio, offerto da aziende specializzate del settore.

Com’è fatto il CPAP

Questo particolare dispositivo di ventilazione è costituito da una maschera – nasale o oronasale, a seconda delle preferenze del paziente – che deve essere applicata sul viso quando si va a letto e che è collegata, tramite un tubo flessibile, detto circuito, al corpo del dispositivo.

A questi elementi si aggiungono i filtri, utili per trattenere il pulviscolo atmosferico, e l’umidificatore.

Come funziona

L’utilizzo del dispositivo è piuttosto semplice e alla portata di tutti, in quanto è sufficiente, prima di coricarsi, indossare la maschera nel modo corretto e avviare l’apparecchio. Quest’ultimo non farà altro che erogare, durante la notte, un flusso d’aria nelle vie respiratorie del paziente, mantenendole libere da ostruzioni ed eliminando il rischio di apnee notturne.

Per un corretto funzionamento, l’apparecchio deve essere tarato, da personale specializzato e sotto indicazioni del medico curante, sulle reali necessità del paziente.

Differenze tra CPAP, aPAP e biPAP

Mentre il CPAP – acronimo di Continuous Positive Airway Pressure – emette un singolo getto d’aria a pressione continua, l’aPAP o Auto CPAP modifica la pressione, entro il range impostato, a seconda del livello di ostruzione delle vie respiratorie.

Il biPAP o Bilevel emette invece due differenti getti d’aria, uno, più potente, in fase di inspirazione, e uno, più debole, in fase di espirazione.

Quali benefici apporta

L’apnea notturna è causa di molti problemi, sia sul breve sia sul lungo periodo. Quotidianamente, porta a una riduzione della concentrazione e ad accusare sonnolenza durante tutto l’arco della giornata; sul lungo periodo, può invece portare all’insorgenza di problemi cardiaci, aumento di peso, diabete e depressione.

L’uso corretto del CPAP aiuta a migliorare la respirazione e a tenere sotto controllo le ostruzioni, riducendo il russamento, i risvegli continui, talvolta accompagnati da un senso di soffocamento, e le interruzioni della respirazione.

L’azione del dispositivo agisce dunque positivamente sulla qualità del sonno e aiuta il paziente a svegliarsi riposato e senza l’emicrania che affligge spesso, al risveglio, chi soffre di apnea notturna.

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