DAI CONFRONTI CON IL PASSATO NULLA CAMBIA
Gli eccessi del comportamento umano si riflettono su una società sempre più inerme… e indifesa
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
È sempre doveroso ricordare chi ci ha preceduto, sia nel bene che nel male. Nel bene, ovviamente, per gli esempi finalizzati alla crescita sociale, e nel male per aver modo di riflettere su quanto danno hanno causato alla collettività, animali compresi. Ma è altrettanto bene e doveroso dedicare i nostri pensieri (e magari anche partecipazione) a quanti attualmente stanno vivendo le più tristi esperienze dovute a molte cause. Ma per noi contemporanei si fa davvero molto, e soprattutto nel modo più opportuno, per tutelarci? Intanto, senza nulla togliere al diritto-dovere della cronaca che ci informa di tutto (o quasi) su ciò che ci circonda e accade, darei un po’ meno spazio agli episodi negativi, in particolare ai loro protagonisti; mentre darei più risalto a tutte quelle azioni che sono di contributo alla crescita sociale e culturale, con l’avvertenza di non far sempre salire sul podio tutti quei personaggi che a volte vengono etichettati come “eroi” per il solo fatto di aver compiuto una “semplice” buona azione (peraltro dovere etico) che, potenzialmente, saremmo tutti in grado di compiere. Ma tornando ai protagonisti delle cosiddette “malefatte”, è ancor più negativo dare loro eccessivo risalto con la scusa del doveroso aggiornamento delle loro azioni; in quanto, a mio modesto avviso, si insinua a loro favore il noto e deleterio concetto: «Parlatene pur male, purché ne parliate», che tanto simboleggia ogni effetto negativo tanto da incrementare la schiera dei cosiddetti follower… con tutte le conseguenze del caso. Ed ecco il conseguirsi della emulazione perché, come è noto, in sempre più occasioni, da parte di costoro il male è preferibile al bene. Una tara ereditaria? Non credo perché non si nasce con l’indole del bene o del male (patologie a parte), ma si cresce e si diventa consapevoli nel dover scegliere una strada piuttosto che un’altra. Tutto ciò corrisponde ad una verità che si va perpetuando, come da tempo vado affermando, e non si riesce a capire (o non si fa abbastanza in tal senso) come anche nel nostro Paese sono sempre più in aumento, ad esempio, i reati contro la persona. Anche se in realtà si discute, si scrive e si divulga molto, si prospettano leggi e provvedimenti per contenere questo fenomeno, ma non ho ancora inteso da alcuno ipotizzare non i motivi ma le cause che hanno innescato e innescano questi continui comportamenti lesivi, peraltro anche contro tutto ciò che fa parte della Natura. È pur vero che altre realtà analoghe hanno riguardato i secoli precedenti, ma è altrettanto vero che oggi i mezzi di informazione e prevenzione non mancano, mentre un tempo imperversava l’ignoranza e l’oblio più assoluti… o quasi.
Ed è purtroppo utopia pensare ad una inversione di marcia, ossia cercare di giungere ad una società più ridimensionata nei suoi contenuti di “insani” ideali e soprattutto comportamentali, anche se ad onor del vero una parte della stessa è in contrasto con tutte le negatività sfornate proprio dal genere umano. Ma ciò non basta. Inoltre, si va sempre più concretizzando il fatto che in molti casi i vari provvedimenti come la detenzione non sortiscono alcun effetto (o comunque poco) di deterrenza, e questo a mio parere non solo deve far riflettere, ma anche preoccupare…! A questo punto mi chiedo: quali le figure preposte ad osservare, studiare e in qualche modo rimediare a questa escalation di emarginazione ed offesa sociale? È per me ingrato, in quanto non addetto ai lavori, ma unicamente osservatore attento ed opinionista degli eventi sociali, voler additare politici, giuristi, antropologi, psicologi, psichiatri, sociologi, etc.; ma allo stesso tempo non ravviso iniziative da parte di alcuno volte ad un studio, approfondito ed esteso, su questa impegnativa esistenza, e sempre più difficile coesistenza: il bene con il male. A tal proposito mi sovviene quanto asserisce Dante Alighieri nel XXVI Canto dell’Inferno, v. 119: «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza» (ad indicare che gli esseri umani non sono stati creati per vivere come bestie; ossia, la finalità dell’uomo è la crescita culturale, lo studio, la ricerca, il progresso).