Dal Razionale all’Irrazionale: gioco d’azzardo e ludopatia
Mai nessun politico ha “scomodato” il Re Salomone in caso di difficoltà
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Come è noto i conflitti umani, ancorché di matrice politica ed esistenziale, non hanno mai termine, e non c’è mente razionale che prevalga per un buon senso. Forse solo il biblico Re Salomone era dotato di quella saggezza che, se ciascuno di noi l’applicasse in ogni ambito della vita quotidiana, ne gioveremmo tutti. Ma tant’è. Il dramma della pandemia ha creato numerosi e gravissimi problemi, non solo di salute pubblica ma a ricaduta anche per quanto concerne il settore della produttività e quindi economico-finanziari. Oggi molti commercianti, artigiani e imprenditori di media-piccola entità hanno chiuso i battenti ed altri chiuderanno a breve; di conseguenza si sono persi molti posti di lavoro, e tutti hanno la bocca sotto il naso e trentadue denti. Fra questi anche la filiera del gioco d’azzardo (quello lecito, bene inteso), sia per quanto riguarda le slot machine che i giochi online legalmente autorizzati e nel rispetto delle normative vigenti. Anche questo comparto include migliaia di persone tra imprenditori e dipendenti, accomunati da quell’unico intento che si chiama diritto ad un posto di lavoro. E, ovviamente, sono anch’essi rappresentati dalle rispettive categorie di settore che, nelle forme statutarie, controllano il regolare svolgimento dei loro iscritti, diretti o indiretti. Ma poi c’è il versante opposto costituito dai fruitori, ossia quei “benedetti” giocatori che per le più svariate ragioni, e per libera scelta in quanto maggiorenni e consenzienti, dedicano le loro risorse al gioco. Sono clienti abituali, altri occasionali, altri ancora “perseguitati” dalla disperazione che è quella di ottenere una vincita per risanare i propri magri bilanci; ma purtroppo la dea bendata non sempre sorride a tutti, anzi, quando si volta dall’altra parte i più sfortunati vanno incontro ad ulteriori problemi esistenziali, se non anche di carattere patologico. Ecco che a questo punto la situazione si evolve in quel detto che dice “un gatto che si morde la coda”, in quanto nessuno ha mai trovato una soluzione per salvare, come si suol dire, capra e cavoli. E poiché nel nostro Paese le forze politiche e soprattutto ideologiche (se non anche per interesse) abbondano, sarà sempre più difficile trovare una quadra, anche perché chi si trova sul pulpito è portato a pontificare, a sentenziare, ad emettere verdetti e a penalizzare l’intero sistema produttivo che, a vario titolo, coinvolge 7.000 imprese per un totale di ben 33 mila addetti per un totale 150 mila persone compreso l’indotto. Or bene, il buon senso e la logica vogliono (e lo dico per l’ennesima volta, quale opinionista) che si chiami in causa il saggio Salomone, farsi da lui ispirare sedendosi tutti attorno ad un tavolo (politici e imprenditori di categoria) e mettere sulla bilancia i vari “pro” e i vari “contro”.
Ma si badi bene di non dimenticare che l’intera filiera comprende anche Ricevitorie del Lotto, SuperEnalotto, Totocalcio e Lotterie varie dalle quali lo Stato ricava un certo numero di miliardi di euro ogni anno. Anche queste ultime fonti smuovono molti giocatori contro le quali, però nessuno azzarda l’espressione di illecito, illegale, ludopatia, etc. E a proposito di ludopatia, ricordiamo che è un “disturbo mentale” causato dall’ossessione per il gioco e per la vincita che, a ben guardare, non solo è questione di venalità ma anche (e molto spesso) di necessità… Io credo che se lo Stato favorisse posti lavoro ovunque, anche in questo settore e come in tanti altri facesse rispettare la cosiddetta meritocrazia, probabilmente il gioco d’azzardo legale sarebbe esercitato in forma molto più occasionale. Dunque, i ben pensanti che, guarda caso, non sono disoccupati e non hanno problemi di sopravvivenza, si mettano nei panni di questi poveri “disgraziati” (o forse è meglio dire sfortunati, almeno per la gran parte), rivedendo la questione dal punto di vista culturale e, nello stesso tempo, responsabilizzando gli avventori affinché si facciano carico essi stessi delle eventuali conseguenze che possono derivare da una mancata vincita… forse le cose andrebbero meglio. Diversamente, sono convinto che non si vada da nessuna parte: gli imprenditori e i dipendenti del settore continueranno a boccheggiare, gli avventori saranno sempre più delusi e… squattrinati, la criminalità avrà sempre più spazio, e i politici saranno additati come presuntuosi ed eternamente inconcludenti!