Domani a Firenze lo spettacolo teatrale “L’amore con Erode”

GLUE Alternative Concept Space presenta:

L’AMORE CON ERODE


di Costanza Caglià di e con Gianna Deidda

Produzione Teatro popolare d’arte “L’amore con Erode” di Costanza Caglià è pubblicato dalla Cooperativa Libreria delle Donne, Firenze, 1983

 

 

mercoledì 6 novembre 2013 @ GLUE Alternative Concept Space

V.le Manfredo Fanti, 20 – Firenze
Apertura ore 21.00 | Spettacolo ore 21.30

Ingresso gratuito con tessera Glue/US Affrico

Modalità di tesseramento: http://www.gluefirenze.com/wordpress/?page_id=89

 

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Secondo appuntamento stagionale per il teatro.

La formula rimane invariata, per due mercoledì al mese il locale di Campo di Marte ospiterà piccole e grandi compagnie teatrali nell’intimo e collaudato stile Glue.

 

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Costanza Caglià nasce a Trieste il 22 novembre 1924. Si diploma al liceo classico e mentre frequenta l’università è ricoverata in manicomio, prima a Trieste, poi ad Ancona, infine a Firenze, nell’ospedale psichiatrico di San Salvi. A San Salvi, nel 1971, incontra Torello Vannucci, anche lui ricoverato, e nasce fra loro una storia d’amore che durerà fino alla morte di Torello, nel 1988. Dopo il 1978, con l’entrata in vigore della legge Basaglia, Costanza è dimessa da San Salvi e accolta nel “Pensionato per pazienti anziani” di via del Porcellana 30 (uno stabile che tuttora ospita una casa-famiglia e altre strutture d’accoglienza), mentre Torello rimane a San Salvi. Nella notte di capodanno del 1981, una “splendida notte di capodanno piena di luna”, comincia a scrivere un diario sotto forma di lettera d’amore a Torello, da lei chiamato Erode (come Erode il Grande) con lo scopo dichiarato di rivitalizzare attraverso la parola e la scrittura il loro rapporto, un po’ inaridito dalla consuetudine. Il diario, nel 1982, vince il primo premio di un concorso interno all’ospedale di San Salvi per il miglior “Canto d’amore” ed è pubblicato nel 1983 dalla Libreria delle Donne di Firenze, e poi dal CRT nel 2001, anche in seguito alla sua prima messa in scena in teatro da parte dell’attrice Silvia Guidi (1995). Oltre che un fervido discorso d’amore, il diario è il resoconto puntuale della vita di Costanza e Torello e dei loro incontri giorno per giorno, scanditi dalle stagioni e dai piccoli grandi avvenimenti dell’anno: le feste comandate, i compleanni passati a San Salvi o al Pensionato (che Costanza chiama “l’Albergo”) con brindisi e regalini, ma anche le gite a Trespiano, a Montecatini, a Bologna, e le sedute ai caffè cittadini che sono la grande passione di Costanza. È soprattutto il racconto, attraverso lo scorcio di un anno, di una possibilità di vita piena d’amore e di felicità affermata con passione ed entusiasmo, alla faccia dell’istituzione manicomiale, della malattia mentale, della povertà; una vita trasfigurata dalla parola amorosa di Costanza e dal suo sguardo insieme innocente e profondamente consapevole. Ed è quindi un’implicita conferma di ciò che Basaglia sosteneva: «Quello che si deve arrivare a capire è che il valore dell’uomo, sano o malato, normale o anormale, va oltre il valore della salute e della malattia, della normalità e dell’anormalità; che la malattia e l’anormalità, come ogni altra contraddizione umana, possono essere usate come strumento di appropriazione o di alienazione di sé, quindi come strumento di liberazione o di dominio; che ciò che determina il significato e l’evoluzione di ogni azione è il valore che si riconosce all’uomo e l’uso che si vuol farne, da cui si deduce l’uso che si farà della sua salute e della sua malattia, della sua normalità e della sua anormalità; che in base al diverso valore e uso dell’uomo, salute e malattia, normalità e anormalità, acquistano o un valore assoluto (l’una positivo, l’altra negativo) come espressione dell’inclusione del sano e dell’esclusione del malato dalla norma; o un valore relativo in quanto avvenimenti, contraddizioni della vita che si svolge sempre fra salute e malattia, fra norma e abnorme. Se il valore è l’uomo, la salute e la normalità non possono rappresentare la norma dato che la condizione dell’uomo è di essere sano e insieme malato, normale e insieme anormale.»

Costanza Caglià è morta l’8 marzo del 1999 ed è sepolta insieme a Bonzino, il “bel pupetto bianco di zucchero” da lei comprato in dolceria nel 1981 per 1200 lire, figlio dell’amore con Erode.

 

Sul sito www.tparte.it schede, galleria fotografica e video di tutte le produzioni

 

INFO:

Ilaria Baldo: 347.1961898

Francesca Cuccovillo: 349.1954878

E-mail: promozione@tparte.it

www.tparte.it

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