“Donare per la vita”: un invito a donare anche in vita
di Marcella Onnis
Il ritorno dell’ora legale è un’ottima scusa per restar più a lungo a letto, il tepore primaverile invoglia a trascorrere la giornata all’aperto, ma ci sono richiami che possono essere più forti del sonno e della voglia di svago. Per questo domenica scorsa in tanti si sono presentati a Monserrato (CA) per partecipare alla manifestazione “Donare per la vita”, organizzata dalla Prometeo Aitf Onlus, l’associazione che raccoglie la quasi totalità dei trapiantati sardi di fegato e pancreas.
Il ruolo di moderatore per i numerosi interventi previsti è stato affidato ad Ernesto Bodini, dirigente nazionale dell’Aitf (Associazione italiana trapiantati di fegato) e direttore editoriale della rivista “Aitf notizie”. Bodini ha saputo interpretare il proprio ruolo con equilibrio, ma ha anche approfittato della presenza di diversi operatori dei media per ricordare ai giornalisti quanto sia importante affrontare con il giusto approccio e il corretto linguaggio argomenti delicati come la “morte cerebrale”, condizione necessaria perché il paziente possa essere considerato un potenziale donatore.
L’intervento più corposo è stato quello di Giuseppe Argiolas, che veramente poteva definirsi il padrone di casa in quanto monserratino e presidente dell’associazione organizzatrice. Argiolas ha ricordato i dati estremamente positivi registrati in Sardegna nel 2011: 98 trapianti complessivamente realizzati; calo di dieci punti percentuali dell’opposizione alla donazione; Sardegna terza Regione in Italia quanto a numero di donatori per milioni di abitanti … Dati che – ha dichiarato – dimostrano come la solidarietà sia un fatto concreto. Un fatto che merita sicuramente un riconoscimento formale, ragion per cui la Prometeo e le altre associazioni che operano in questo settore propongono l’istituzione della Giornata regionale del donatore.
Se, però, lo scopo principale dell’evento era ringraziare chi promuove le donazioni e, soprattutto, chi le rende possibili, altrettanto importante era evidenziare le criticità e trovare insieme proposte per superarle. Per questo, il presidente della Prometeo ha espresso un forte invito affinché le istituzioni (amministrazioni locali e regionali) diano un contributo attivo per la sensibilizzazione sul tema delle donazioni di organi e affinché i reparti di rianimazione dei diversi ospedali sardi vengano rafforzati, in modo da poter tutti provvedere con costanza a segnalare al Centro regionale trapianti i potenziali donatori.
Un invito che ha trovato il consenso dei medici presenti nell’aula e che è stato raccolto dalle autorità che hanno partecipato all’evento: il Comune di Monserrato e l’Amministrazione regionale. Dall’Assessore comunale alle politiche sociali, Pina Puddu, sono anche arrivate proposte concrete per favorire la sensibilizzazione della popolazione, in particolare dei giovani.
Molto spazio è stato opportunamente lasciato ai diversi medici degli ospedali “G. Brotzu” e “Binaghi”, coinvolti nella preziosa “catena di montaggio” che rende possibili nell’Isola i trapianti di fegato, pancreas, cuore e rene: Mohammed Ayyoub, Marina Cotti, Angela Loi. Laura Mameli, Maria Grazia Pintore, Maria Rosaria Piras, Maurizio Porcu, Fabrizia Salvago, Corrado Tramontin e Francesca Zorcolo.
Interventi, i loro, non solo tecnici ma anche pienamente umani. Non autoelogi, quindi, ma parole volte a sottolineare che i successi ottenuti sono il frutto di un lavoro di squadra al quale contribuiscono sia i medici (primari e loro collaboratori) che gli infermieri. E poi l’invito della dr.ssa Salvago (psicologa clinica) a ricordarsi sempre che il paziente non è né un numero né una malattia bensì una persona e che, in quanto tale, egli ha diritto di essere, oltre che assistito, rispettato e compreso. E comprensione per il dolore delle famiglie dei potenziali donatori è quella che, invece, ha voluto esprimere la dr.ssa Loi (rianimatrice). Perché – come ha ricordato – la morte cerebrale del paziente innesca sì la catena che spesso si chiude positivamente con il “miracolo” del trapianto, ma prima ancora è un momento drammatico: non vanno, infatti, dimenticati il senso di sconfitta che invade l’animo di chi ha lottato per salvare quella vita e, soprattutto, lo smarrimento e il dolore di chi ha perso la persona che amava. Una dura prova, dunque, per i medici della rianimazione che se da un lato devono pensare a coloro la cui speranza di vita è appesa a un filo, dall’altro devono saper rispettare e comprendere quel dolore, senza forzare la terribile decisione.
Il momento più toccante, però, l’hanno regalato i papà di due giovanissimi donatori: Gianfranco Biscu – padre di Mathias, che con il suo sacrificio ha ridato la vita a cinque persone – e Alberto Deiana – padre di Elisa, di cui i nostri più fedeli lettori già conoscono la storia. Parole, le loro, che l’assemblea ha accolto con un silenzio assoluto sì, ma anche umanamente partecipe. Non a caso Giuseppe Argiolas ha individuato proprio in questo momento il “cuore” della manifestazione.
Mathias è morto poco più di un anno fa e i suoi genitori non son riusciti a trattenere la commozione, tuttavia suo padre ha saputo vincere le lacrime e la timidezza per dare la sua testimonianza: uno splendido esempio di come, anche in mezzo ad un dolore così assurdo, sia possibile trovare la forza per condividere con altri la propria esperienza e per aiutare, in questo modo, altre persone. Alberto Deiana era anche lui visibilmente emozionato, ma anche molto determinato e propositivo. Da lui è arrivato, innanzitutto, un caloroso invito ad affrontare in famiglia il tema della donazione degli organi, perché – come ha potuto provare sulla sua stessa pelle – conoscere la volontà del proprio caro “alleggerisce”, nei limiti del possibile, la decisione dei familiari chiamati a dire “sì” o “no” al prelievo degli organi. Ed ai parenti dei donatori ha voluto raccomandare di non lasciarsi prendere dalla smania di conoscere coloro che hanno beneficiato del “grande dono”: imparino, piuttosto, a vedere in ogni trapiantato una persona salvata dal proprio congiunto e, quindi, un fratello o una sorella a cui voler bene. Da presidente di una onlus ha, infine, chiesto alle altre associazioni operanti nel settore dei trapianti e delle donazioni di collaborare fra loro e superare i personalismi (un consiglio, peraltro, valido per tutte le associazioni e, anzi, utile anche fuori dai confini del cosiddetto terzo settore).
Una manifestazione seria e toccante, dunque, ma non seriosa e drammatica. Prova ne sia quanto avvenuto a chiusura dell’incontro, durante la consegna dei riconoscimenti ad operatori della sanità e dei media che, con il proprio lavoro, hanno dato un contributo utile alla causa dei trapianti e delle donazioni. L’elevato numero di targhe da consegnare (la riconoscenza della Prometeo è tanto grande quanto valido è il suo operato) ha, infatti, stuzzicato la verve comica del giornalista e trapiantato Francesco Abate, le cui battute hanno avuto la piena e rumorosa complicità dei presenti.
E poiché la primavera è una stagione di rinnovamento, nella sessione pomeridiana dei lavori, riservata ai soli soci della Prometeo, è stato eletto, con voto unanime, il nuovo direttivo dell’Associazione: Giuseppe Argiolas (riconfermato presidente, sempre all’unanimità), Giuseppe Faa, Augusto Artagnac, Stefano Caredda, Giorgio Manunza, Francesca Mameli, Vittorio Macrì, Camilla Serafini e Sergio Rizzardini.
Una giornata davvero intensa, quella di domenica, che Argiolas ha efficacemente racchiuso nello slogan “Non solo sanità, ma anche grande umanità”. E quel senso di umanità, espresso nel corso della manifestazione, ci ricorda non solo quanto sia importante far sì che le donazioni di organi aumentino, ma anche quanto sia doveroso per ognuno di noi donare, in vita, un po’ del proprio tempo, un po’ del proprio cuore a chi ha bisogno.
Foto a cura della Prometeo
Complimenti! Un resoconto ottimo e fedele che riesce a trasmettere lo spirito della giornata e a toccare i punti che era più importante mettere in evidenza.
WebMaster – Ho dovuto moderare perchè l’url risultava compromessa.
Credo che la giornalista Marcella Onnis ed il miogiornale.org meritino i nostri più calorosi complimenti perchè con questo articolo è/( siete come giornale online) al top.
Senza ombra di smentita riuscite a fare una informazione di qualità che non ha niente da invidiare a testate giornalistiche che escono nelle edicole quotidianamente.Credo che Marcella, ormai la chiamo familiarmente così visto i bei pezzi che ha scritto sulla Donazione sui trapianti e sulla nostra Associazione onlus,abbia un dono molto particolare che pochi giornalisti anno : la sensibilità, che è accompagnata dalla voglia di scrivere bene che sicuramente deriva dalla sua formazione culturale e forse non trascurerei il suo bellissimo piccolo paese d’origine Ussaramanna, immerso nella campagna, nella tranquillità che ispira alla meditazione e alla lettura. Credo come lettore, come trapiantato, come Dirigente di una Onlus, di dovere ringraziare Marcella e il giornale per quanto avete fatto per una nobile causa, lo avete fatto in maniera spassionata e questo vi fa onore. Spero di avervi dato una mano d’aiuto inviando i link del mio giornale.org dappertutto, perchè so che più vi vedono più passa il nostro messaggio che chi dona gli organi dona la vita.Un Grazie grande grande a Marcella e alla direzione editoriale del miogiornale.org.Pino Argiolas-Presidente Prometeo Aitf Onlus
Carissimi, sono convinta che per riuscire ad affrontare nel modo giusto l’argomento dei trapianti e delle donazioni sia fondamentale trovare dei buoni “maestri, capaci di trasmettere nozioni ma soprattutto emozioni, per cui non posso che rispondervi dicendo che il grazie sono io a doverlo dire a voi