Dopo il fantacalcio, la fantapolitica
Che gli italiani siano patiti del calcio è risaputo. Che molti tra noi siano addirittura malati dello sport nazionale è ugualmente noto. Ma che la calciomania arrivasse a impossessarsi persino della politica forse l’avrebbero pronosticato in pochi.
Ormai i parlamentari cambiano partito e coalizione con la stessa facilità con cui Ibrahimovic cambia casacca (però, anche se mercenario, lui il suo mestiere lo fa bene …).
Maggioranza e opposizione si scambiano insulti degni delle più agguerrite tifoserie, senza scordare di ingiuriare l’arbitro (il povero Napolitano).
Capezzone in giacca e cravatta che recita il credo del Pdl, dopo aver militato nei radicali e definito talebani provvedimenti del precedente governo Berlusconi, mostra la stessa coerenza di Capello quando approdò alla Juve (quanto è potente il dio denaro!).
Come ragazzi che giocano al fantacalcio, alcuni leader dell’opposizione sognano coalizioni improbabili con tutti i partiti anti-berlusconiani (solo che almeno i ragazzi sanno che quel mega-squadrone non verrà mai messo su da nessuno …).
I “rimpasti” delle Giunte regionali vengono conclusi a suon di schemi simil-calcistici: 5+3+4, 6+2+4, 5+5+2 … (solo che l’allenatore non va a casa se la squadra fallisce l’obiettivo).
Per non parlare della “politica-mercato”: il Pdl perde l’on. Tizio – che va ad arricchire la rosa dell’Udc – ma acquista dal Pd gli onorevoli Caio e Sempronio; i liberaldemocratici rompono il sodalizio con la maggioranza, ma i radicali potrebbero arrivare a soccorrere il Pdl … L’unica differenza con il calcio-mercato è che mentre questo ha sessioni definite, con un inizio e una fine prestabiliti, nella politica le trattative avvengono senza soluzione di continuità e non sembrano destinati a concludersi.
Anche gli elettori, però, vanno in confusione, soprattutto quelli di sinistra: fino a ieri fischiavano Fini e Bocchino, oggi invece tifano per loro, proprio come fecero gli interisti con Marcello Lippi.
E poiché si ha a che fare con fatti incerti, ecco che impazzano pure le scommesse: Berlusconi si dimetterà oppure no? Se arriverà al 14 dicembre, avrà la fiducia anche alla Camera o solo al Senato? E se il suo esecutivo cadrà, si andrà ad elezioni anticipate o ci sarà un governo tecnico? E se si farà un governo tecnico, sarà guidato da lui, da Tremonti o da un leader dell’attuale opposizione?
Peccato che, mentre nel calcio si gioca con i soldi dei privati, qui si stia giocando con i soldi e col futuro di tutti i cittadini italiani.
Marcella Onnis
Redattrice – marcella.onnis@ilmiogiornale.org
Poveri italiani!
Loro giocano ma vincono sempre e noi perdiamo in ogni caso!
Brava Marcella!
Ciao,
bell’articolo. Ho recentemente trattato il tema nel mio blog,
http://www.linkiesta.it/blogs/neverland-sogni-giochi-realta/quando-gioco-democratico-assomiglia-al-calcio
Beppe R.