È giusto che l’Europa commissari l’Italia?
Ci avevano provato l’opposizione, i sindacati, Confindustria e perfino la Cei, ma alla fine è stata l’Europa a costringere Berlusconi alle dimissioni. Formalmente nessuno poteva obbligarlo, ma le esigenze dei mercati e lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi schizzato a livelli inquietanti hanno favorito le grandi manovre dell’Ue sulla politica di uno dei suoi paesi fondatori.
Italia e Grecia ora navigano verso governi tecnici presieduti da ex membri della Bce, Mario Monti e Lucas Papademos, da formare a tempo di record per dare le prime positive risposte già da oggi alle borse. Nel serratissimo iter istituzionale di questo week-end gli italiani sembrano aver già scelto da che parte stare, visto che il sondaggio Ipsos presentato sabato sera a Ballarò Speciale accredita a Mario Monti una percentuale di fiducia che nell’aria del centrodestra supera il 70% e nel centrosinistra il 90%.
Più controversa è, invece, un’altra questione: è legittimo che l’Europa decida le sorti politiche di uno stato membro, come sta avvenendo in questi giorni per Italia e Grecia? Ciò non crea precedenti pericolosi e pratiche che potrebbero ledere l’autonomia dei governi sovrani?
Comunque la si pensi, è bene riflettere sul carattere straordinario di tali decisioni da parte delle istituzioni europee. Anche durante il governo Berlusconi, la Commissione Europea aveva già aperto una procedura di monitoraggio dell’attuazione delle riforme che suonava già come un’umiliazione per l’Italia. Tale procedura proseguirà anche con il governo Monti, poiché l’Italia può ancora trasformarsi, per usare una frase di Gad Lerner, da paese fondatore a paese affondatore dell’Ue.
L’Europa è dovuta intervenire per l’incapacità del governo italiano di affrontare la crisi e il declino economico del nostro paese. Una crisi sempre negata, ma suggellata impietosamente dai numeri (PIL al -1 nel 2008, -5 nel 2009 e -1 nel 2010) e poi aggravata dagli attacchi speculativi.
Ora che con molta pacatezza e ancor prima de suo insediamento, si parla di un governo tecnico che traccerà i pagamenti al di sopra dei 300 euro, farà una patrimoniale leggera e chiederà l’8 per mille da destinare a misure per la crescita, tutte misure che potevano benissimo essere prese nei mesi scorsi, mi viene da dire che sì, se c’è un governo nazionale incapace l’Europa ha tutto il diritto d’intervenire.
Andrea Anastasi