E’ uscito il libro “La malattia da 10 centesimi – Storia della polio e di come ha cambiato la nostra società”di Agnese Collino
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e biografo)
In un periodo come quello attuale, in cui siamo tutti (chi più e chi meno) contingentati e psicologicamente “disturbati” da una pandemia che non ci dà tregua, le letture per molti possono essere un toccasana. A maggior ragione se le stesse riguardano temi storici e socio-culturali che ci aiutano a meglio comprendere gli effetti delle malattie virali, attraverso i confronti con le realtà del passato e poter quindi fare qualche doverosa deduzione per apprezzare un po’ di più il lavoro dei ricercatori e dei clinici. Tra queste letture è recente la pubblicazione dedicata a “La malattia da 10 centesimi – Storia della polio e di come ha cambiato la nostra società” (Codice Edizioni, 2021, pagg. 294, euro 19,00) della biologa molecolare Agnese Collino. E non è certo un caso riportare alla memoria l’evoluzione della poliomielite (polio), un tempo considerata un morbo misterioso e che, sino a qualche decennio fa e per secoli, è stata causa di motissimi pazienti paralizzati ed altrettante vittime. L’autrice friulana, attenta ricercatrice e studiosa di questo argomento che, date le circostanze ha voluto rendere attuale, ha dedicato diversi capitoli con molti approfondimenti, attraverso i quali eventi e protagonisti si susseguono mettendo in risalto non solo l’entità di un flagello ma anche le diverse ipotesi a cui addebitare l’origine (eziopatogenesi) e, conseguentemente, le non poche difficoltà nel realizzare un una terapia profilattica che, come ben sappiamo, è confluita in un vaccino prima ad opera dello statunitense Jonas Edward Salk (1914-1995) e poi, più “determinante”, ad opera del polacco naturalizzato statunitense Albert Bruce Sabin (1906-1993), ambedue virologi e microbiologi; ma anche filantropi poiché non vollero brevettare il vaccino da loro messo a punto e farne dono all’umanità. La scritttrice ha ricordato i vari incidenti che hanno ostacolato la realizzaione pratica del vaccino antipolio, non privi di confronti e affronti tra ricercatori, politici e case farmaceutiche; eventi che sono stati in qualche modo “sanati” dalla sapiente e pragmatica intraprendenza del presidente USA Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), lui stesso colpito dalla poliomielite, e la determinante Fondazione Infantile per la Paralisi Nazionale (NFIP). Ma molte altre sono state le tappe “intermedie” per arrivare alla nota scoperta ricordate dalla Collino, frutto peraltro di sacrifici, iniziali delusioni e infine di superamento delle stesse; il tutto seguito assiduamente dai mass media internazionali che non hanno dato respiro sino alla conclusione della ricerca e della realizzazione del vaccino. Una parentesi riguarda pure i vari benefattori (star ed altri personaggi) che hanno contribuito significativamente ad un progresso tra i più importanti nella storia della Medicina.
La dr.ssa Collino conclude questo suo saggio, peraltro alla portata di tutti, non mancando di citare la pandemia da Covid-19, e anche in questo caso evidenzia la necessità di coalizzarsi per uscire dalla crisi, «… ma l’importanza del coinvolgimento politico-economico, mediatico ed emotivo – precisa – è altrettamto cruciale per quelle malattie che non hanno un simile impatto globale…, e ne è altrettanto esempio le malattie rare, la cui attenzione spesso è sollecitata dalle loro associazioni fino a creare riti collettivi, volti inoltre a sostenere la ricerca… Queste vicende, come quelle legate alla polio, hanno avuto l’enorme merito di affermare un’idea ormai alla base delle nostre società, e cioé che siamo collettivamente chiamati a farci carico dei più fragili, anche quando sono pochi». Un contributo davvero puntuale quello della scrittrice friulana (divulgatrice e supervisore della Fondazione Umberto Veronesi), che a mio avviso ha anche lo scopo di farci fare qualche riflessione in più, in particolare a quelli più “distanti” dalla cultura sui virus, e sui vaccini dei quali, oggi, abbiamo altrettanto bisogno confidando nella ricerca costante… anche se i filantropi (come personalmemte li intendo) appartengono al passato, ma che dovrebbero “risorgere” per trasmetterci il loro esempio!