Gaetano Marino riporta in scena “Povera Sara Povera Nera”
Carissime amiche e carissimi amici, i miei cari saluti.
Vi segnalo i primi appuntamenti per Povera Sara Povera Nera.
* venerdì 21 novembre 2014 – ore 20,30
Le Cube Gallery – Contemporary Art Society
Centro Comunale d’arte e cultura La Vetreria,
via Italia 63 Pirri
serata a cappello
* sabato 22 – domenica 23 – martedì 25 novembre ore 20,30
per la Giornata contro il Femminicidio
Isolateatro – Via Danimarca, 4 – Quartu Sant’Elena
serata a cappello
* venerdì 28 novembre 2014 – ore 20,30
Assemini, Aula Consiliare
per la Giornata contro il Femminicidio
ingresso libero
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lo spettacolo
POVERA SARA POVERA NERA
Una storia vera, dalle Memorie di un Pulcino di Latta
di e con Gaetano Marino
* con un omaggio di Andrea Andrillo nei suoi Deserti di sale (musica e parole) – Video di Fabrizio Ara
Presentazione
Questo lavoro è tratto da una storia di cronaca vera.
Storia vissuta da una piccola fanciulla proveniente dall’Africa. Inutile pensare alla realtà che schiacci la fantasia, perché qui, come in altre vicende simili, è proprio la fantasia a farsi da parte, lasciando alla realtà ogni sconcerto.
Sara è una ragazza fanciulla con la pelle nera fuggita dalla miseria e dall’abbandono, da sempre immersa nella disperazione e in cerca di una nuova vita o di un nuovo cielo. Tutti sanno che riuscirci è una maledetta menzogna, fatta di terribili illusioni e ferocia, come quelle in cui vengono intrappolate queste piccole donne.
La salvezza per alcune fuggiasche è una conquista spesso impossibile: ci stanno donne implacabili che vessano le malcapitate, tra l’ignoranza, l’inganno, la falsa pietà e le impietose minacce. Ci stanno i terribili predoni che si fanno mostri, e spesso si cade ostaggi di stregoni bugiardi, di maledetti infidi protettori e di traghettatori senza scrupoli.
Una violenza inaudita che genera spesso altra violenza nell’animo stesso di chi la subisce ed è inevitabile.
Eppure, anche tra questi dispersi e dimenticati ci stanno eroi ed eroine, proprio come in una tragedia ellenica, che con il loro gesto e le loro parole ci svelano un altro impensabile e imprevedibile modo di sopravvivere, o di uscirne, per porre fine al dolore; a volte farsi speranza e fuga per se e per gli altri.
La vicenda di Sara, la povera Nera, è una sconcertante storia scoperta grazie alla testimonianza di un amico che stava proprio lì, e vide e sentì ogni cosa. Io ho solo ricostruito i fatti riportandola a teatro, come un di più per necessità dell’arte scenica e della sua funzione principe: occuparsi della vita.
“…All’improvviso ecco Sara, che non era suo vero nome – nessuna sapeva vero nome di nessuna. Sara mi afferra la mano e la stringe forte. Era quasi buio lì dentro e non si vedeva nulla, ma quella creatura aveva mano di bambina, piccola e umida.
Nella mezza luce della finestrella ho visto un riflesso di lacrime che le inzuppavano le labbra. Occhi confusi nella mezza ombra, occhi di sabbia scura di chi sa cosa l’aspetta, occhi invasi dalla paura. Non riuscivo a distaccare quella mano piccina. Avrei voluto dirle quel che si deve dire per non lasciar sola nel terrore una bambina, ma non riuscivo a parlare, non sapevo mentire e mi sembrava buono così…”