Gli indignati lanciano un messaggio pacifico oscurato dalla violenza dei black block. Ma era già tutto previsto
Roma si lecca le ferite, ma ancora le tracce del passaggio della manifestazione di sabato 15 ottobre, si vedono nelle sue strade, soprattutto a Piazza San Giovanni, luogo clou degli scontri: auto e cassonetti bruciati, strade col selciato divelto per l’utilizzo dei sampietrini, facciate di negozi e banche annerite dal fumo degli incendi. Una città tenuta in scacco dai black block che hanno stravolto una manifestazione pacifica. Del resto i numeri parlano da soli: 70 feriti, 20 fermati tra i quali 6 minorenni, danni per un milione di euro. E per fortuna non c’è scappato il morto. La Digos sta visionando filmati, foto e raccoglie testimonianze per individuare gli autori degli atti vandalici, black block o teppisti senza nome, per affidarli alla giustizia. Bene. Ma la manifestazione di Roma, che ha raccolto migliaia di persone non può e non deve essere presentata dalla stampa solo così. Gli Indignati non sono certo teppisti e non hanno manifestato per distruggere vetrine e colpire i poliziotti. Gli indignati non volevano i violenti e cercavano in tutti i modi di allontanarli. Presentare, quindi, la manifestazione di Roma solo in questo modo, significa affossarne i contenuti sostanziali, quelli che hanno mosso giovani e meno giovani ad in”indignarsi”, appunto. Scendere in piazza, e non solo in Italia, a centinaia di migliaia vuol dire che il sistema politico, economico, sociale non va bene. E va cambiato. Dando rilevanza ai disastri di alcuni facinorosi che niente hanno a che vedere con gli Indignati vuol dire ignorare il forte messaggio lanciato dai manifestanti, vuol dire fare come lo struzzo, infilare la testa sotto la sabbia per non vedere che le persone sono stanche di un capitalismo bieco che arricchisce chi già è ricco e affama il popolo già affamato, che sono stanche di un sistema politico che va avanti a gossip per distrarre la popolazione dai problemi di un paese allo sfascio, che sono stanche del sistema delle banche e dei fondi monetari degeneri. Sono questi i contenuti di una manifestazione che ha coinvolto i ragazzi italiani e non solo. I black block o chi per loro lasciamoli alla Digos e riflettiamo su quello che vogliono dirci gli Indignati. Indignandoci anche noi. Perché in molti sapevano che queste frange si sarebbero infiltrate, per sviare sui contenuti reali della manifestazione, ma nessuno è intervenuto. Perché? Andava bene a tutti così? E’ probabile, visti i risultati. Ma i servizi segreti dov’ erano? Possibile che, mentre su internet si era a conoscenza della distrazione/distruzione che avrebbero portato i black block, i servizi non sapessero?
Francesca Lippi
Concordo su tutto Francy. Brava!
Io credo che, alla fine, il messaggio che lo spirito della manifestazione fosse pacifico e “costruttivo” sia comunque passato. Certo, come dici bene tu, Francy, fa parecchio pensare il fatto che non si sia stati in grado di prevenire o perlomeno arginare questa violenta interferenza nonostante fosse assolutamente prevedibile. Per carità, non sarà facile controllare una città come Roma, ma mi sembra assurdo che non si potesse organizzare meglio il sistema di sicurezza. La cosa più triste, però, è che come a solito i nostri politici non hanno saputo interpretare gli eventi correttamente e, tanto per cambiare, hanno ritenuto che la risposta giusta da dare alla popolazione fosse addossare la responsabilità dell’accaduto all’atteggiamento della controparte. A nessuno di loro è venuto in mente che 1) questa violenza non ha giustificazioni perché è fine a se stessa avendo solo uno scopo distruttivo ; 2) la responsabilità che tutti, maggioranza e opposizione, dovrebbero prendersi davanti alla popolazione, in primis davanti ai manifestanti, è ammettere di non aver saputo interpretare il difficile momento storico, di non aver saputo dare risposte adeguate ai propri elettori. In sostanza, di non aver saputo svolgere il proprio compito. Ma ciò avrebbe come logica conseguenza l’abbandono della poltrona e, in generale, della carriera politica, a vantaggio di chi forse potrebbe fare un po’ meglio di loro. E questa è pura fantascienza, purtroppo.