I Giovedì della Poesia: “La Fuga” di Bruno Guidotti
La fuga
Era pura follia tentare la fuga dal campo.
Qualcuno l’aveva già fatto, ma il loro sogno
si era sempre spezzato prima del fiume,
oltre il quale la fitta boscaglia iniziava.
Questo racconta il vecchio soldato,
mentre il ricordo gli ferisce la mente.
Era un’ombra tra la nebbia quel pazzo,
lo vidi scavalcare l’alto recinto nel buio,
poi correre veloce verso l’illusoria salvezza.
Il campo era alle spalle, dai camini uscivano fumi,
fasci di luci accecanti lo inseguivano ovunque,
il fiume era là, era vicino, ne vedeva le acque
limacciose ed oscure, ne sentiva il respiro,
ancora un sforzo, ancora un poco del residuo fiato,
e poi…ma fu la mia raffica ad arrivare per prima.
Un grido; il silenzio; e la nebbia a coprire quel corpo.
Questo racconta il vecchio soldato,
mentre affoga il ricordo, in un altro boccale di birra.
Chi è Bruno Guidotti
Bruno Guidotti è un poliedrico autore che rappresenta sempre la vita ed i problemi che questa presenta. Autore di poesie di notevole spessore relative alle varie esperienze umane: le fatiche, le speranze, i rimpianti, le frustrazioni, le scene di vita. Opere sempre velate di malinconica dolcezza, si fissano all’animo sensibile in maniera indelebile. In relazione ai suoi disegni e ai suoi dipinti, si evidenzia la vibrosità che conferisce dinamismo e notevole movimento alla composizione. Guidotti rifiuta qualsiasi collocamento ad eventuali movimenti stilistici. Alle sue opere dobbiamo avvicinarci liberi da ogni schema mentale, per poterne apprezzare appieno il suo talento.
Un ricordo che nn l’abbandonera’ mai era quasi impossibile fuggire da quel campo ma quell’uomo spinto dalla sete della libertà ci provò con tutte le sue forze ma prima del limite della boscaglia dove la salvezza l’aspettava una raffica lo colpi ed il sogno svanì.
Un racconto forte scritto bene che lascia l’amaro in bocca.
Sempre bravo il poeta sia per il disegno che per lo sritto il mio apprezzamento sincero.
Torna qui, dopo la parentesi della scorsa settimana, la poetica tipica del Guidotti, anche se in questo caso specifico, è più la composizione dell’opera intera a riallacciarsi al filone comune alla maggiorparte delle poesie. Difatti, seppur il repentino cambio di scena non sia tipico delle altre composizioni, troviamo comunque nella parte finale quella maldita morte della speranza cui siamo abituati. Cambia anche il tono dell’incipit (e suo proseguo): non più malinconico, bensì martellante, quasi da thriller.
Ciò che non cambia, invece, è il leitmotif, ovvero “il ricordo”, o se vogliamo “la memoria”.
Nel complesso composizione bellissima e mozzafiato.
Come sempre un testo molto profondo a riportare ancora alla mente eventi tragici che hanno segmato e posto fine alla dignità dell’uomo
Versi di speranza bene espressi in una descrizione visiva di un temtativo di fuga miseramente finito.
Resta il dolore, l’impotdmza, la Misericordia che i tuoi versi trasmettono commuovemdo.
Sempre pura poesoa, il mio elogio
Bisogna ammettere che il poeta Bruno Guidotti è sempre all’altezza della situazione e con questa poesia fa ancora centro. Si descrive il tentativo di fuga di un prigioniero da un campo di concentramento. Il tentativo viene fatto da un detenuto anche perché c’erano stati già dei precedenti anche se finiti male e male finisce il tentativo del nostro recluso che quasi quando la meta stava per giungere veniva falciato da una raffica di mitra di un vecchio soldato. Poesia sofferta che descrive il dramma di gente reclusa in una prigione è davvero in gamba il poeta Bruno Guidotti che dimostra una sensibilità e generosità unica. Grazie di cuore.