I giovedì della poesia: “La ragazza con il violino” di Bruno Guidotti
Dalla socchiusa finestra, uno sguardo
osserva la strada deserta e silente,
e lentamente tutta la percorre, fino
a ritrovarsi in un lontano mattino di maggio.
Era quello un giorno di festa nel piccolo borgo
ai piedi del colle dai dolci pendii.
Nelle ombrose e fresche stradine, percorsi affollati,
ai lati dei quali: bancarelle, suoni, gioiosi vocii,
e nelle finestre vasi con garofani e viole.
A ridosso di un piccolo muro di cinta che separava
dai campi ove giovani erbe si imponevano fresche,
una ragazza dalle esili forme si esibiva suonando
con grazia un violino. La gente si fermava curiosa,
ascoltava, apprezzava con assensi del capo,
per poi continuare i loro giri nel mercatino snodoso.
La violinista dal rosso giubbetto, intanto continuava
a suonare. L’archetto muoveva perfetto nei tempi,
mentre le dita sfioravano con leggerezza le corde, da cui
l’armonia si propagava d’attorno, or lieta, or triste.
Io ero là, immobile ed attento, cavalcando quelle magiche note
in cui ero aggrappato, trasportato in sensazioni a me ignote.
Ormai s’appressava la sera, e l’esil figura, riposto il violino,
raccolse da terra un cappello di paglia ornato da fiori,
da cui tolse le poche monete donate. Mi vide, mi sorrise, accennò
un saluto, riconoscente forse, di averla per tanto tempo ascoltata.
Con tristezza la vidi andar via, per poi svanire in mezzo alla folla.
Era un giorno di festa, in un piccolo borgo, ai piedi di un colle.
Il disegno di copertina è di Bruno Guidotti
Un giorno di festa in un piccolo borgo allietato dal suono soave di un violino note magiche che arrivano al cuore splendida opera che accarezza il cuore..
Bello il Racconto Molto Dettagliato, che tante volte abbiamo vissuto , da spettatori in prima persona. La caparbietà e la quasi timidezza e discrezione da parte di questi artisti che allietato , con la loro esibizione artistica. Bello il Disegno che , al pari della poesia , risulta essere una vera e propria fotografia. Saluti a tutti. Buon Anno 2021.
Il poeta, in questa bella poesia, descrive un piccolo borgo solitario che in un giorno di festa si anima e si riempie di gioia ma focalizza la sua attenzione soprattutto sulla ragazza che rallegra la gente con la soavità della musica che solo il violino può dare. Alla fine della giornata la magia finisce e ognuno torna a casa dispiaciuto perché la festa è finita e dovrà ritornare alla vita di sempre.
Poesia molto bella e toccante, ricorda un po’ l’andamento e l’ambiente de “Il sabato del villaggio”. L’atmosfera un po’ malinconica fa da cornice ad una scena a tratti rurale, a tratti bucolica, e ciò contribuisce alla creazione di una forte empatia nei confronti della violinista, che il poeta descrive e ricorda come se fosse in piena meditazione Ignaziana. Ed anche tutti noi, fruitori dell’opera, se proviamo a chiudere gli occhi appena letta la poesia, arriviamo ad apprezzare quelle dolci note, scaturite dall’arte più genuina e pura.