I lettori raccontano: “Stalking, lama da morire”. Testimonianza inedita
mia amica da almeno 48 anni, mia sorella, la mia anima, ma nè io nè i suoi abbiamo mai saputo nulla.Ora mi ha chiesto di darle voce, che decidessi io come.
Mi ha lasciato alcuni punti da mettere in risalto e questa è la sua voce in diretta:
1-Quando subisci violenza ti senti in colpa e hai vergogna.
Questo mi ha impedito per anni di chiedere aiuto.
2-Quando ho chiesto aiuto ho dovuto lottare contro l’incredulità di familiari,gente, forze dell’ordine e persino avvocati. Alcuni hanno avuto paura.
3-E’ la tua parola contro la sua e le forze dell’ordine non possono
intervenire ,se non hai il coltello piantato nella schiena.
4-Quando finalmente raccogli prove e fai denuncia, la giustizia è così lenta che diventa ingiustizia e ti ritrovi più a rischio di prima.
5-Non servono nuove leggi, se la giustizia ci mette anni per farle applicare, ma addirittura per mettersi in moto.
6-Carabinieri e polizia sono pochi e persino senza benzina per le auto. Mi hanno detto chiaramente di avere le mani legate.
7- In tutta questa storia ho potuto contare solo sulla mia capacità di crearmi una rete di relazioni con persone che possano avvertirmi del pericolo e difendermi.
8-L’impunità ha accresciuto in lui la convinzione che potrà farmela pagare, ha accresciuto il suo delirio di onnipotenza.Daniela è una bella donna, ha un titolo di studio, è intelligente e di cuore,
ha avuto un impiego di responsabilità, ha una figlia psicologa, amici e parenti,
ma Daniela si è tenuta l’orrore, la paura, trasformando tutto anche in sensi di
colpa e l’amore per lui in strana e assurda missione.
Daniela, io ci proverò a raccontare qualcosa, ma la tua storia è un romanzo,
come faccio? Cosa scelgo degli infiniti episodi di cui è tessuta? Da dove
comincio?
Maldola,quando eravamo piccole tu mi raccontavi tante “favole” ed io ti dicevo
dai, comincia, raccontami una storia…
D’accordo, comincerò da quella telefonata dalla legnaia, la prima volta che
anche io ho iniziato a sapere qualcosa.
CHIUSA NELLA LEGNAIA DI UNA SPERDUTA CASA DI CAMPAGNA.
Non mi vede, ma io lo tengo d’occhio. Per un pò dovrei essere al sicuro. Non
vuole che telefoni a Maldola, non vuole che telefoni più a nessuno se non sotto
il suo controllo ed il bello è che io lo faccio, gli obbedisco.
Non sono una cattiva bambina,sono buona da tanto tempo.
Vedi mamma, non mi ribello più da quando avevo dieci anni, non scappo di casa
per andare dalla nonna e non fare quello che vuoi tu. Vedi mamma, sono
diventata buona, buona e responsabile,e brava. Allora perchè non ce l’ho fatta
con lui, perchè non mi ama? Non sono abbastanza buona e brava e non merito
amore?
Mi ha detto puttana, puttana,se ti tradisco è perchè torno a casa e tu non mi
fai trovare tutte le tavole apparecchiate. Brutta stronza, cosa alzi la voce
con me? Stupida, farai la guerra col tuo peggior nemico e con gli esiti
peggiori, lo sai vero, lo sai,lo sai, rispondi, perdio! Sì, sì, calma, calma.
Mi tremano le mani, accidenti anche a te, Maldola, qualcosa ti dovrò dire e
penserai di me cose terribili, no,forse no… lei lo sa che a poker con lui ho
sempre vinto io, che non sono stupida.Forse posso trovare le carte giuste per
la vita.
L’ultima volta che ci siamo viste ero grigia, vecchia, sconfitta. Sono grigia,
vecchia, sconfitta. Mi ha guardata con pena, eccome se me ne sono accorta, ma
io non voglio fare pena. Che le dirò per non far pena?
Eccolo, va su internet,speriamo non si accorga che gli ho trovato tutti quei
file osceni.Certo si collega con qualcuna delle sue donnine, posso stare
tranquilla per un pò, ma delle botte non dirò nulla.No di quelle no e neanche
di quel coltello che mi fa trovare sempre sul tavolo, quando torno dal lavoro.
La lama è sempre lucida.
Non sono paranoica,è intenzionale, lo so, ma non mi crederanno.
Tutti lo dicono, lui l’ama così tanto.
E’ uscito, viene per di qua, pronto Maldola…
-Fine prima parte-
Il coraggio della dignità umiliata che spicca il volo nella libertà di esistere….sono commossa e fiera come donna.. Grazie Emanuela