I segreti delle carte da gioco fiorentine

Il gioco delle carte è probabilmente una delle passioni più diffuse in tutto il mondo, una passione condivisa da persone di ogni genere e provenienza. Le carte da gioco hanno forme diverse, disegni diversi, diverse numerazioni, ogni mazzo si riallaccia a una diversa tradizione. Troviamo un’ampissima varietà di mazzi di carte e migliaia sono i giochi a cui queste si prestano. Tuttavia, la nascita delle carte da gioco è un mistero su cui storici e antropologi non sono ancora riusciti bene a far luce. Vi sono diverse ricostruzioni della loro nascita e sulla loro diffusione.

Secondo le tesi più accreditate, pare che le prime carte da gioco siano comparse in Cina intorno al X secolo d.C., in concomitanza con l’invenzione della carta come strumento per la realizzazione di oggetti di utilizzo quotidiano e come supporto per la scrittura. Nei secoli successivi queste avranno poi molto successo anche nei paesi di lingua e cultura araba, in particolare nell’Egitto dei mamelucchi. In Europa inizieranno a diffondersi solo più tardi, presumibilmente proprio grazie ai contatti degli europei con le popolazioni arabe.

I primi documenti che parlano esplicitamente del gioco delle carte nel Vecchio Continente risalgono al XIV secolo. Nel 1377 un’ordinanza parigina vietava esplicitamente il gioco delle carte durante i giorni feriali. Quello delle carte diventa a mano a mano un elemento sempre ricorrente, che ritroveremo con molta frequenza nell’arte e nella letteratura occidentale. In età moderna la loro diffusione è diventa capillare. Le moderne tecniche di stampa e l’industrializzazione del processo di produzione hanno garantito un’enorme popolarità a questo gioco, tanto che oggi è facilissimo trovare un mazzo di carte nelle case di ognuno di noi.

Con la diffusione dei giochi da casinò online milioni di persone in tutto il mondo si sono avvicinate al gioco grazie alla rete internet. Basta un computer, uno smartphone, un tablet, praticamente qualsiasi dispositivo dotato di connessione. È diventato possibile giocare in modo sicuro in qualsiasi luogo e in ogni momento della giornata, soli o in compagnia. Tuttavia, il tradizionale gioco delle carte continua ad avere moltissimo seguito, rappresentando un punto fermo della vita degli italiani.


Di regione in regione, possiamo ammirare mazzi di carte di ogni tipo, disegnati con molta maestria e in diverse varianti. I documenti ci attestano che in Toscana le carte da gioco si sono diffuse intorno al XIV secolo. Nei testi dell’epoca leggiamo che a Firenze si parla di “naibbe”, riferendosi alle carte con un nome molto probabilmente derivato dal termine arabo “nā’ib”. A Firenze si sono diffuse con molto successo le carte da gioco in stile francese. Con questa espressione si definiscono le carte che hanno come semi le picche, i cuori, i fiori e i quadri (in molte altre zone d’Italia si sono diffuse le carte in stile spagnolo, ovvero, quelle che hanno come semi i denari, le coppe, i bastoni e le spade). La ragione alla base di questa particolarità è di natura storica e politica.

Per secoli, Firenze e il regno di Francia hanno avuto legami strettissimi, sia politici, che culturali. Nel 1533 Caterina de’ Medici era andata in sposa a Enrico II di Francia. Nel 1598 Ferdinando I de’ Medici aveva sposato Cristina di Lorena, due anni dopo Maria de’ Medici si è unita a Enrico IV di Borbone re di Francia. In quegli anni si era diffusa un’usanza particolare. Si festeggiavano le nozze reali disegnando nuovi mazzi di carte, sempre più belli e raffinati. Non solo, ma se ne facevano moltissime riproduzioni per donarne a tutto il popolo fiorentino. Questo ha portato alla grande diffusione di giochi d’origine francese in tutta la regione. La cosa ha avuto un grande influsso sulla cultura popolare anche nei secoli a venire. Il nome dell’italianissima “briscola” pare derivare dal francese “brisque”, parola francese che indica il “gallone”. Il gallone era il grado presente sulle uniformi dei soldati francesi che erano soliti intrattenersi con questo gioco.  

Oggi il mazzo delle carte toscane è composto da 40 carte da gioco, divise in quattro semi: picche, fiori, cuori e quadri (chiamati localmente “mattoni”). Vi sono quattro assi, cinque carte che vanno dai numeri 2 ai numeri 7 e tre figure: il fante (o “gobbo”), la donna e il re (o “regio”). In giochi come la scopa la donna precede il gobbo nella sequenza ascendente, quindi la donna vale come numero 8 e il gobbo come numero 9. Le figure sono disegnate in modo curate e rappresentate nella loro interezza. Le carte da gioco toscane hanno una dimensione standard di 88×58 mm. Le carte da gioco fiorentine, pur essendo in tutto uguali alle toscane, hanno grandezza maggiore e migliore definizione nelle immagini. La dimensione di ogni carta è di 101 x 67 mm. A partire dagli anni Sessanta la pubblicazione delle carte “toscane” è diminuita fino quasi a sparire (prendendo oggi il nome di “toscane vecchie”), sostituita dalle carte “fiorentine” ormai diffuse con il nuovo nome di “toscane”.

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