I socialnetwork e i preadolescenti
Volti di ragazzine dallo sguardo provocante, con le gambe accavallate, decolleté in bella vista e labbra ammiccanti. Pettorali in bella vista per i maschietti, la mutanda che spunta dai pantoloni a vita bassa e pseudo virilità dichiarata. Questo lo scenario di quella parte dei socialnetwork utilizzata da preadolescenti di 11, 12, 13 anni circa. Bambini e bambine che cercano di trasformarsi di colpo in adulti, alla ricerca dell’altro sesso, tentando di fare incontri virtuali utilizzando la vasta offerta di chat in Italia dedicate agli adolescenti, che però potrebbero trasformarsi in incontri reali.
Facebook e similari sono ormai diventati una droga per la popolazione mondiale. Dai professionisti che lo usano per lavoro, alle casalinghe che trascorrono il tempo giocando a farmville, a quelli che cercano gli amici di infanzia o che semplicemente cercano di farsi i fatti degli altri sbirciando tra le foto dei profili altrui. Nulla di male in tutto ciò: desiderio di far conoscere il proprio lavoro, contattare gente nuova per ampliare le conoscenze sia in ambito lavorativo che “ludico”. Un mondo virtuale, quindi che si accosta a quello reale. Ma per i bambini che si apprestano a scoprire il mondo degli adulti l’utilizzo di un socialnetwork è davvero così sicuro?
Molti ragazzini lo usano per chattare tra loro, per scambiarsi informazioni, immagini, video. Ma se in queste pseudoconversazioni si inseriscono adulti con intenzioni “poco ortodosse” cosa succede? Sembra questa la solita ramanzina di una madre “antica” che non comprende l’utilizzo delle nuove tecnologie. Ma un ragazzino che utilizza il pc senza alcun blocco o privazione prima o poi si imbatterà nel mondo virtuale degli adulti. Se nella vita reale però, i toni e le spiegazioni del mondo degli adulti possono essere smorzati e adeguati all’interlocutore che ci ascolta, su internet non è così: non ci sono filtri, a meno che non siamo noi stessi a crearli.
Realizziamo una barriera allora, che possa fare da tramite tra il mondo reale e quello virtuale. I bambini vanno “accompagnati”, non lasciamoli addentrare in un universo nel quale il loro ruolo non è ancora ben definito o ancora peggio si confonde con quello degli altri.
Si a internet per i ragazzini ma con la supervisione degli adulti. Non priviamoli delle nuove tecnologie, del gioco virtuale, ma facciamoli vivere sempre con i piedi per terra, facendo loro capire che quello non è un gioco.
Giusy Chiello
Elaborazione grafica: Elisa Martorana
altro che mamma all’antica: mamma con la “M” maiuscola! Sottoscrivo in pieno soprattutto il pensiero finale