Ieri a Cagliari la Giornata regionale del donatore: giorno della memoria, giorno dell’impegno
di Marcella Onnis
Si è svolta ieri, presso l’ospedale “G. Brotzu” di Cagliari, la Giornata regionale del donatore, organizzata dalle associazioni di volontariato Aido, Asnet Sardegna, Asu Onlus, Elisa Deiana onlus, Liver for Live Sassari, Prometeo Aitf Onlus e Sardatrapianti.
Una giornata del ricordo, innanzitutto, per rivolgere tutti insieme un affettuoso pensiero ad Elisa Deiana e alle altre anime belle che, con il loro sacrificio, hanno permesso ad altre vite di ricominciare. E anche giornata del ringraziamento, rivolto principalmente alle famiglie di questi donatori, che hanno reso possibile questo generoso gesto acconsentendo con coraggio al prelievo dei loro organi.
E sui due valori racchiusi in questo gesto, amore e dono, ha incentrato l’omelia mons. Tarciso Pillolla. Nelle sue parole grande onore per la generosità di queste famiglie e un sentito invito agli altri presenti, affinché siamo pronti a seguire il loro esempio. La religione cattolica, infatti, non solo non ostacola, ma anzi incoraggia la donazione degli organi. Questo invito, del resto, – ha ricordato mons. Pillolla – è stato rivolto ai fedeli, nell’enciclica Evangelium vitae del 1995, anche da uno dei papi più amati di sempre: Giovanni Paolo II. Sua Eccellenza ha anche sottolineato come il rapporto tra donatore e trapiantato si basi sulla reciprocità perché “c’è un dono che si dà e si riceve”. Tra di loro si crea un legame forte a cui nessuna delle due parti può e vuole sottrarsi.
Quest’anno la Giornata regionale del donatore è stata celebrata durante la Quaresima e la scelta – casuale o intenzionale che sia stata – ha un grande valore simbolico. In questo tempo, infatti, i cattolici ricordano il valore del sacrificio e della sofferenza, l’immolarsi di Cristo sulla croce per la salvezza degli uomini. Un dolore che, però, ha ceduto il passo alla gioia, per mezzo della Sua Resurrezione, e alla speranza, grazie alla Sua promessa di rinascere tutti, un giorno, a nuova vita. Ed è questo stesso miracolo che, fatte le debite proporzioni, si ripete con la donazione degli organi: il dolore di una famiglia che perde il proprio caro si trasforma – tramite la donazione dei suoi organi e quindi il suo sacrificio – in motivo di gioia e speranza per una persona la cui esistenza era giunta al capolinea e che può, invece, tornare alla vita.
Del tutto sbagliato, tuttavia, credere che questa Giornata riguardi solo i cattolici: il dono e il trapianto sono universali e non conoscono distinzioni di religione, etnia, sesso ed età.
Non a caso, alla Santa messa ha fatto seguito un momento “laico”, altrettanto significativo. I partecipanti si sono, infatti, trattenuti ancora un po’ insieme, nella “Sala Cicu” dell’ospedale. Qui hanno preso la parola i presidenti di alcune delle associazioni organizzatrici e i rappresentanti delle istituzioni: il direttore sanitario del “G. Brotzu”, dr. Remigio Carlo Puddu; il vicesindaco e assessore agli Affari generali del Comune di Cagliari, Paola Piras; l’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci.
Nel prender la parola tutti hanno voluto esprimere il proprio grazie ai donatori e alle loro generose famiglie, ma anche al personale sanitario per la grande professionalità e il notevole impegno con cui svolgono il proprio lavoro. È grazie a loro, infatti, se – come hanno sottolineato, in particolare, il dr. Remigio Carlo Puddu e l’assessore De Francisci – i trapianti sono una delle eccellenze della sanità sarda.
Dalle associazioni è poi arrivato il grazie alle istituzioni per il lavoro fin qui svolto nel favorire la cultura della donazione e rafforzare la “macchina dei trapianti”. Al riconoscimento dell’impegno sinora dimostrato ha fatto, però, seguito l’invito a proseguire su questo virtuoso cammino, innanzitutto per far sì che la percentuale di opposizioni alla donazione cali (i dati del 2012 sono abbastanza positivi, ma rispetto al 2011 queste sono aumentate di circa un punto percentuale). Al Comune di Cagliari è stato chiesto anche di attivarsi affinché al momento del rilascio o del rinnovo della carta di identità, sia data la possibilità di iscriversi al registro dei donatori di organi. Alla Regione Sardegna è stata, invece, avanzata la richiesta di proseguire sulla buona strada imboccata dall’Assessore, risolvendo innanzitutto le criticità già segnalate (in particolare, estendere i sussidi regionali a tutti i trapiantati a prescindere dall’organo ricevuto e rafforzare le rianimazioni locali). Le associazioni le hanno, inoltre, rinnovato la richiesta di istituire ufficialmente la Giornata regionale del donatore. Per quest’ultima è stata anche proposta la data: il 24 febbraio, anniversario del tragico incidente in cui, nel 2004, mentre trasportavano un cuore da trapiantare, persero la vita il dr Alessandro Ricchi e la sua équipe.
Dai rappresentanti delle istituzioni è arrivata una risposta positiva che, certo, questa volta non è suonata vuota come le vane “promesse-tipo” dei governanti a cui abbiamo ormai (e purtroppo) fatto il callo. A rassicurare i presenti è stato il loro essere lì – prima ancora che come portavoce degli enti che, a vario titolo, amministrano – come persone. Persone che si portano dietro un bel bagaglio di umanità.
Ed è proprio di senso di umanità che le istituzioni dovrebbero dotarsi, perché non possono più essere la Chiesa (l’ha ricordato anche Sua Eccellenza) e le associazioni di volontariato le uniche a farsi carico dei sempre più pressanti bisogni sociali.
Grazie ai donatori, alle loro famiglie, ai medici e alle istituzioni, ma grazie anche ai trapiantati, in onore di quel rapporto di reciprocità ricordato da mons. Pillolla.
Dono e amore, però, chiamano non solo reciprocità ma anche impegno. E l’impegno di chi ha detto sì alla donazione degli organi di un proprio caro non finisce in quel drammatico momento, ha bonariamente ammonito Alberto Deiana: il loro compito è convincere altre famiglie a seguire questo esempio, in modo che siano sempre più numerose le vite salvate.
A queste famiglie e ai trapiantati è stata rivolta anche un’altra raccomandazione da Giuseppe Argiolas e Giampiero Maccioni, rispettivamente presidenti della Prometeo Aitf onlus e dell’Associazione Sardatrapianti: la legge impedisce di conoscere l’identità di chi riceve organi del proprio congiunto ed è bene rispettare questo limite, non avere la smania di sapere. Anche perché, ha fatto presente Maccioni, quando eventualmente si scopre questa identità, si creano delle situazioni difficili da gestire (sulla cosiddetta “sindrome del segugio” vi rimandiamo agli articoli Quando la scienza medica “ospita” l’arte e la cultura e In visita con la Prometeo Aitf Onlus al Liceo “Michelangelo“ di Cagliari). Giusto, quindi, seguire l’esempio di Giuseppe Argiolas, che rivolge il suo grazie indistintamente a tutti i donatori, e di Alberto e Paola Deiana, che rivolgono il loro affetto indistintamente a tutti i trapiantati. Anche perché questi cari, come hanno ricordato con emozione sia il papà di Elisa che il Vicesindaco, sono sempre accanto a noi, sebbene in un altro modo.
Errato pensare, però, che questa giornata e, in generale, ogni discorso su tali temi riguardi solo chi è trapiantato, donatore o familiare di un donatore: la questione ci riguarda tutti perché nessuno, purtroppo, può dire che da questo calice – per tornare al contesto quaresimale – non dovrà mai bere. Ad ognuno di noi, quindi, il compito – che va oltre l’ambito dei trapianti – di informarsi, di farsi carico della sofferenza altrui (come “insegna” lo spettacolo È colpa tua di Francesco Abate) e di contribuire a diffondere la cultura del donare e del donarsi.
Foto Prometeo Aitf Onlus
Grazie Marcella della tua rinnovata collaborazione per contribuire a promuovere con la tua “penna” di giornalista alla diffusione della cultura della donazione e della rinascita a vita nuova con un trapianto.
Ti ringrazio per questo articolo puntuale ed esaustivo sulla giornata e sui valori etici e sociali del dono e della solidarietà.
Da laico, da credente e da volontario impegnato ti ringrazio per aver messo in evidenza l’importanza dell’impegno della Chiesa e delle associazioni.Voglio ribadire comunque che, pur lasciando alle istituzioni il compito primario ed insostituibile di assicurare la realizzazione del diritto costituzionale sulla qualità della vita, la Comunità ecclesiale (popolo di Dio e Pastori) deve fare un ulteriore sforzo per organizzare una Pastorale organica della salute a livello Diocesano e Parrocchiale che coinvolga anche la Conferenza Episcopale Sarda nella elaborazione di proposte operative che coinvolga tutti i fedeli della Sardegna. Questo dico e questo ho proposto al nuovo Arcivescovo di Cagliari in qualità anche di Presidente della Conferenza Episcopale Sarda, ricordando anche l’impegno profuso nel suo primo mandato episcopale della mia Diocesi Iglesiente.
Giampiero Maccioni
trapiantato di cuore dal 1996, nonchè
Presidente Associazione Sarda Trapianti “Alessandro Ricchi”
Segretario Nazionale Federazione LIVER POOL