Il “Cammino della domenica”

terzo punto di sosta del sentiero della Domenica con alcuni pellegrini

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Un percorso di meditazione  da Feldthurns (Velturno)  a  Schnauders (Snodres)

Il “Cammino della domenica”

terzo punto di sosta del sentiero della Domenica con alcuni pellegriniUn dei tanti itinerari spirituali, i percorsi attrezzati – ma meglio diremmo “illustrati” – che si trovano in Alto Adige, è il sentiero campestre di recente allestimento a Velturno (estate 2013).

Il “Cammino della domenica” (Sonntagsweg), ha inizio nei pressi del Castello di Velturno, nel punto dove confluiscono le due strade principali, salendo l’una da Bressanone l’altra da Chiusa, e formano un trivio con la terza che ivi s’innesta proseguendo, sempre in salita, verso Snodres. Ad una cinquantina di metri dal castello il percorso si allontana dalla carreggiata: lì inizia il sentiero, immettendosi a destra nei campi dove segue il tracciato della mulattiera  sulla cornice che asseconda il bosco e lo delimita dai prati in pendenza sulla vallata del fiume Isarco. Superata la prima stazione e la seconda, si  arrampica poi nella parte terminale con alcuni tornanti, per sbucare di nuovo sulla strada asfaltata che porta alla chiesetta di S. Giorgio a Snodres, sempre in salita.

La “domenica”, il nome assegnato al nuovo sentiero tematico, paesaggistico e spirituale insieme, è lo spunto, il tema, il soggetto della problematica esistenziale, tra il sociale, il filosofico e il religioso, della  riflessione che si vuole proporre a quanti  decidono di intraprendere il cammino tra le bellezze della natura e le profondità dello spirito. La domenica è assunta infatti come emblema e simbolo del cammino della vita personale e, nello stesso tempo, del percorso spirituale verso l’alto: tra terra e cielo.

La partenza del tracciato topografico o, se volete, turistico (per quella parte di bellezze paesaggistiche o varietà naturalistiche che presenta, nonché per il benessere fisico che procura), prende il via dalla fontana fiorita, nei pressi dell’antico Castello (già lui stesso interessante sito museale, in quanto antica residenza estiva dei Principi-Vescovi di Bressanone),  sulla strada che porta a Snodres. Dopo appena cinquanta metri si apre il passaggio verso i prati e il bosco, un accesso contrassegnato da una placca di ferro riportante, incise, citazioni letterarie d’autore. Pietra e ferro sono i materiali utilizzati per il supporto artistico e culturale, la parte materiale della decorazione; quella concettuale sono le idee che i manufatti suscitano. Da lì ha inizio il percorso che termina poi con l’altra “porta” ugualmente evidenziata da iscrizioni su lamine di ferro allo sbocco sulla strada per Snodres, dopo che il sentiero, tracciato un ampio arco sul fianco  della montagna, ha diretto il suo corso ad ovest. Il cammino è intervallato da quattro punti-sosta, stazioni tematiche adornate da monumentali pietre artisticamente elaborate, a richiamare alla mente idee, simboli, ideali, pertinenti al tema della domenica: la sosta, il riposo, la preghiera, la santificazione del lavoro, lo stare insieme, la ripartenza del cammino comunitario, il guardare avanti con fiducia.  Ogni fermata è un invito alla meditazione.

Prima sosta, primo pensiero: Determinare il dove. “Adamo, dove sei?” (Gen. 3,9).

Seconda sosta: Riposiamo! “Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un poco.” (Mc. 6,31).

Terza: Incontriamoci! “Caino, dov’è tuo fratello Abele?” (Gen. 4,9).

Quarta: Riprendere il cammino con fiducia. “ Va’ via …. verso la terra che io ti mostrerò.” (Gen. 12,1).

Su questi punti, lungo il cammino della domenica, si articola la meditazione che ogni viandante potrà sviluppare con opportuni approfondimenti sulla situazione della propria vita. Aiutato da tutte le citazioni incise sulle targhette di metallo, favorito dalla luminosità di un cielo aperto sulla conca di Bressanone, verdeggiante nella bella stagione, candida di neve in quella invernale.

Un utile sussidio potrà essere il libretto preparato dall’Ufficio parrocchiale, reperibile nelle chiese di Velturno.

Luigi Casale

 

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