IL MANICOMIO EUROPA: DA “TARANTOLA BALLERINA” A TARANTOLA GOURMET
IL MANICOMIO EUROPA: DA “TARANTOLA BALLERINA” A TARANTOLA GOURMET
di Giuseppe Arnò *
Proprio così: il ragno da «Tarantola ballerina» (libro giallo storico di Filippo D’Arpa) a ‘piatto gourmet’ raccomandato dall’EFSA (European Food Safety Authority)!
«Cose da pazzi», ne succedono ogni giorno di cose da pazzi!
Chiaramente, non ci riferiamo all’omonimo film-commedia di Vincenzo Salemme, anima vibrante del teatro napoletano, ma ai burocrati europei che vorrebbero trasformarci in zombi robotizzati in un nuovo e strano mondo distopico, bislacco e dalle coscienze manipolate.
Agli albori della civiltà la pazzia viene considerata un morbo sacro, un’infermità (un privilegio) che permette di mettersi in contatto con gli dei, ma col passare dei secoli l’infermo di mente viene perseguitato, dipoi isolato e infine rinchiuso in apposite ‘case di cura’. Arriviamo ai nostri tempi: il 13 maggio 1978 per effetto della Legge Basaglia i manicomi vengono disattivati e il malato di mente viene considerato come un paziente da curare col metodo dell’integrazione sociale anziché con «l’isolamento terapeutico». In Europa le cose non vanno diversamente e i complessi manicomiali vengono a mano a mano trasformati in ospedali, in uffici della PA o addirittura demoliti. Stando così le cose, sorge spontanea una domanda: il mondo che ci circonda è formato dunque da savi e da pazzi? La risposta è ovvia e già di per sé spiega molte cose!
Il Prof. Gaetano Pecorella, in riferimento al libro di Stefano Zurlo “Libro nero delle ingiuste detenzioni”, ipotizza per i candidati alla carriera giudiziaria la lettura di un buon test psico-attitudinale al fine di evitare di dare tanto potere a chi non è in grado di esercitarlo. Conseguentemente e seguendo la stessa logica chissà che non si riesca a convincere il Parlamento europeo a fare un passo più in avanti, ovverosia imporre oltre al ben noto Green Pass Europeo un preliminare Psicometrico Pass a coloro che vengono eletti alla reggenza dei destini di questa più che mai dispersa e sbilenca compagine europea?
Basta con le stramberie!
In questo modo ci sentiremmo più tutelati e magari non rischieremmo di dover arrivare all´ultima settimana di dicembre senza poterci augurare ‘buon Natale’ o senza poter nominare ‘Maria’ e ‘Giovanni’, perché cristiani, o senza poter sorseggiare «na’ tazzulella ‘e cafè», in quanto le nuove indicazioni europee del cibo ‘green’ prevedono il caffè sintetico, o, infine, senza il piacere di vedere la tavola imbandita con i piatti della nostra sana tradizione gastronomica, bensì con bizzarrie e stramberie inverosimili. Ci riferiamo a vere e proprie «direttive» UE e non a blandi consigli per gli acquisti di determinati alimenti. Esse includono: ‘latte’ vegetale a base di piselli, grilli, millepiedi cinesi, tarantole del Laos, vermi giganti asiatici, scorpioni neri, cimici d’acqua, baco da seta, farfalle, scorpioni dorati, carne e pesci sintetici e, da bere, vino annacquato. Il tutto, scherzi a parte, raccomandato dall’EFSA – autorità europea per la sicurezza alimentare.
E per giunta eviteremmo batoste a mo’ di ‘botto finale’ di Capodanno: blocco delle vendite e degli affitti di immobili non a norma energetica ed etichettatura a semaforo (basata sulla dose delle diverse sostanze nutritive per 100 grammi di prodotto) che mette a repentaglio le nostre eccellenze, dagli insaccati al parmigiano e ai prodotti monoingrediente, come l’olio d’oliva. Ci fermiamo qui per motivi di spazio, ma la lista delle stramberie non finisce davvero.
Naturalmente, su tante insensatezze non potevano mancare le immediate reazioni da parte di lodevoli personaggi «patrioti» e in questo caso, data venia, ci pare opportuno usare il questionato aggettivo «patriota». Esso viene attribuito dagli esperti di linguaggio a coloro che lottano e combattono per la patria, è vero, ma in molti si chiedono se per la patria si debba combattere solo usando la violenza delle armi o no. Con buona pace dei sofisti di turno e dei loro ragionamenti eristici, decisamente no! Tant´è che, ad esempio, anche il Papa è patriota: «Papa Bergoglio celebra la famiglia tradizionale (padre, madre e figli) e si scopre “patriota”». È il titolo del Secolo d´Italia del 26 dicembre u.s.
Epperciò, ecco qui di seguito, le reazioni dei patrioti nostrali: «Un’idea ridicola, che non potrebbe essere applicata in Italia» è il giudizio del presidente del Codacons, Carlo Rienzi con riguardo alla normativa energetica; «Bisogna fare un passo indietro e affidarsi all’antropologia, se non alla psicoanalisi. La burocrazia europea è completamente impazzita» aggiunge sullo stesso punto l’economista Prof. Giulio Sapelli; e «Ennesima eurofollia» è la conclusione di Paolo Beorchia, europarlamentare della Lega, sui divieti della nomenclatura religiosa. Bene, stiamo in buona compagnia: non siamo solo noi a realizzare che ci ritroviamo in un mondo già dipinto da Francisco Goya, noto nell’arte per le sue pungenti denunce nei confronti delle ingiustizie sociali e degli errori umani. Le sue pregevoli opere, pregne di allegorie, si rivelano estremamente attuali: ad esempio, le figure ne «La casa dei matti» esprimono una spregiudicata satira rivolta a personaggi della sua epoca… e, perché no, di oggi!
Rimanendo nel circolo degli illuminati, per Mattia Pascal è Copernico il colpevole che ha tolto all’uomo la possibilità di essere l’artefice del proprio destino, ma per noi, col dovuto rispetto per l’opera di Pirandello, a oltre cento anni di distanza, è la perversa globalizzazione che ci ha privato definitivamente del libero arbitrio oltre che della libertà, delle tradizioni e della fede. Invero, puranco noi colpiamo in tutto ciò: siamo stati noi a barattare in cambio di nulla detti valori col potere finanziario, politico, tecnico-scientifico dei presunti esperti, che stanno tentando di alterare, per come accennavamo, persino il nostro equilibrio nutrizionale a botta di tarantole, vermi e cimici d’acqua.
A dirla schietta questo stato di cose è allucinante, pazzesco! Imperdonabile dunque anche la nostra remissività, ma se proprio dovessimo essere obbligati a farci comandare da strane menti, lasciateci dire che la nostra opzione sarebbe completamente diversa: noi sceglieremmo personaggi di tutt’altra pasta come, ad esempio, Nietzsche, Van Gogh, Baudelaire, Dino Campana, Edgar Allan Poe e, per non essere tacciati di maschilismo, Virginia Woolf, Camille Claudel ed altre. Vi pare?
Ma suvvia, sono solo pensieri: torniamo ai fatti!
Che triste destino, il nostro! Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo ritrovati in un crogiolo di mistificazioni che poco hanno a che vedere con la salute e col progresso, ma che invece ci sottraggono ogni diritto riportandoci verso forme di dispotismo medioevali. Ormai da tempo, come tanti automi abbiamo introiettato, senza resistenza alcuna, il concetto della subordinazione. Accettiamo passivamente ciò che ci è permesso o no, ciò che possiamo dire o no, ciò che possiamo credere o no: Dante è islamofobo, Colombo è schiavista, la Chiesa è maschilista e via dicendo. E noi? Assurdamente impecoriti, a capo chino. «Houston, abbiamo un problema!».
D’altronde, in Europa, da dove partono siffatti dettami, contiamo poco o punto: alla presidenza del Parlamento europeo, tanto per dirne una, appare sintomatica la ‘rinuncia’ alla rielezione da parte di Davide Sassoli. Secondo i bene informati o le malelingue si tratterebbe di una severa bocciatura di quest’ultimo e del di lui sponsor Enrico Letta da parte del presidente francese Emmanuel Macron. Un’ennesima ed evidente prova del sempre più scarso peso tricolore nella scelta degli incarichi di vertice nel sommo consesso europeo. Ma servirebbe poi a qualcosa aver maggior peso in Europa? Senza cambiare l’ordine delle cose poco o niente, dal momento che la politica è assoggettata all’economia e ai signori della Finanza! Infatti, la politica oggi non decide più nulla: per decidere essa deve asservirsi all’economia. Qualsiasi azione di governo se non avallata economicamente non andrà mai a buon fine. In queste condizioni alla politica non rimane che l’esibizionismo: i talk show; i comizi elettorali; la propaganda mediatica; l’affissione di manifesti; e la rituale distribuzione di volantini che promettono mari e monti.
Ma questa è politica? No, di certo! Ormai siamo in mano ai ragionieri del globalismo e agli utili idioti che ne hanno favorito il radicamento. Orsù dunque, svegliamoci e recuperiamo i nostri valori originari: la grecità e la tradizione giudaico-cristiana! Cosa aspettiamo ad affrancarci dall’egemonia del denaro, dalle grinfie del pensiero unico e dal garbuglio libertario?
Incominciamo dall’Europa
La libertà di pensare ‘diversamente’, per come ci insegna Rosa Luxemburg (rivoluzionaria e teorica del socialismo), è l’unica forma di debellare le tendenze, i comportamenti e le proibizioni del regime globalista. Epperciò, basta umana gente col portare la sveglia al collo, siamo ancora in tempo a scuoterci dall’abulia che ci opprime e a svincolarci dalle stramberie degli apolidi signori del ‘big business’.
Europa sì, ma dei savi, dell’alleanza antiglobalista!
All’opera dunque e auguri a tutti noi. Il 2022 potrebbe essere una buona «annata», cominciando magari con un demiurgo alla presidenza della Repubblica. E poi, dalle parti di Bruxelles… a chi ben crede, Dio provvede!
*direttore “La Gazzetta italo brasiliana”, Rio de Janeiro
www.rivistalagazzettaonline.info