Il Premio Menorah di Anticoli 2014 alla pittrice Eva Fischer
Il 14 settembre si è svolta nella sala Conciliare del Comune di Fiuggi (FR), la consegna del premio “Menorah di Anticoli 2014” che è stato consegnato alla pittrice Eva Fischer.
In un videomessaggio, l’artista marguttiana ha ringraziato l’Associazione Biblioteca della Shoah per il conferimento dell’ambito riconoscimento, scusandosi per la “mente giovane ma con un corpo che non riesce più a correrle dietro” che non le ha permesso – la Fischer ha quasi 94 anni – di recarsi personalmente all’avvenimento.
La cerimonia ha anche concluso le varie manifestazioni organizzate nell’importante città termale di Anticoli (nome sino al 1911 dell’attuale Fiuggi), in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.
Grazie all’impegno dello scrittore e giornalista Pino Pelloni, si sono svolti convegni, presentazione di libri e altre attività che hanno ruotato attorno al patrimonio storico e culturale che si è esteso dal secolo XII nel cuore dell’antica cittadina. Hanno consegnato il premio, oltre al Pelloni, lo psicanalista Daniele Benjamin Morello, che ha anche introdotto l’artista, e la signora Giovanna Napolitano.
Il trofeo consiste in una copia della Menorah di Anticoli, realizzata dallo scultore Luigi Severa su una pietra quattrocentesca proveniente dalle mura di Palazzo Cajetani di Trevi.
Per maggiori info sull’artista: info@evafischer.com
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Ufficio stampa di Eva Fischer: Artmann di Alan David Baumann
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Brevi note biografiche di Eva Fischer
Nata a Daruvar, nella ex-Jugoslavia, il 19 novembre 1920, Eva Fischer si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Lione e durante il periodo bellico, costretta a fuggire da Belgrado, fu internata con la madre ed il fratello nel campo di Vallegrande, nell’isola di Curzola.
Da qui riparò a Bologna, dove sotto falso nome fu esponente attiva della lotta partigiana (Anpi l‘annovera fra i suoi soci onorari). La guerra l’ha privata di più di trenta fra i suoi familiari, tra cui il padre Leopoldo, rabbino capo ed eccellente talmudista deportato dai nazisti.
Eva fu talmente segnata da questa tragedia che per anni la relegò nell’oblio e nel silenzio più assoluto; affidò invece la voce del suo dolore ad una copiosa produzione di opere – mantenute segrete sino al 1989 perfino ai suoi familiari – che rappresentano un toccante e personale diario sulla Shoah.
A guerra finita Eva scelse Roma come città d’adozione ma la sua fu una vita di brevi migrazioni, ovunque il suo estro l’abbia chiamata: Parigi, Madrid, Gerusalemme, Londra.
Entrata a far parte del gruppo di Via Margutta divenne amica di Amerigo Tot, Mafai, Guttuso e Capogrossi. Di quel periodo ancora ricorda le lunghe passeggiate con Cagli e De Chirico, di quando Dalì si innamorò dei suoi mercati ed Ehrenburg scrisse sulle sue “umili e orgogliose biciclette”.
Con Picasso s’intrattenne a casa Visconti parlando d’arte e creatività e dove il maestro la esortò a progredire e continuare nel suo lavoro.
Durante il soggiorno a Parigi divenne amica di Chagall e a Madrid fu assidua frequentatrice dell’atelier di Juana Mordò.
Nominata Artista della Comunità Europea nei primi anni ’80, è stata la prima donna ed il primo pittore ad esporre al Museo di Belle Arti di Osaka. Ha tenuto personali allo Yad Vashem di Gerusalemme e in prestigiose sedi espositive ad Atene, Londra e Amsterdam.
La carriera artistica di Eva Fischer è stata costellata da scambi ed amicizie con artisti e letterati del suo tempo, fra i quali va ricordato anche il lungo sodalizio con Ennio Morricone, che tradusse l’emozione dei suoi cromatismi pittorici nelle magiche note di brani indimenticabili scritti per lei.
Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano le ha conferito nel 2008 l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.