Il Racconto della Domenica: “Bolle d’Aria” di Roberto Mercuri
Al momento zero, sarei potuto diventare qualsiasi parte di questo corpo umano.
Un’incertezza, un ritardo, o preciso programma sono un polmone, più corretto dire siamo, poiché ho un gemello anche lui prigioniero come me in questa gabbia ossea.
Ho cominciato fin da subito il lavoro da chimico, esperto della dinamica dei gas, lavoro che svolgo con una certa autonomia.
Non è per gelosia o per invidia che faccio queste affermazioni, ma è un dato di fatto che il cuore oppure il fegato godano di una considerazione superiore alla mia, non si dice forse: ha un gran cuore oppure ha del fegato quando si riferisce a persone dotate di nobili qualità come generosità e coraggio?
Persino lo stomaco viene esaltato parlando di chi non si tira indietro nell’affrontare situazioni poco gradite.
Per non parlare poi dei dovuti riconoscimento per il signor cervello o dell’occhio che tutto vede anche quando a volte è solo allucinazione.
Io lavoro senza pausa, giorno e notte, scambio gas, in silenzio con discrezione.
Eppure anche per me e di questo sono certo, arriverà l’occasione che mi vedrà al centro della scena per un unico e irripetibile atto.
In quel momento sarò nel pensiero di tutti e nelle parole di colui che dirà: ha esalato l’ultimo respiro.