Il romanzo della signorina “Tutte lentiggini”
Risale a tanti anni fa, quello che io ho definito in età più avanzata “il romanzo per bambini e adulti sottoforma di cartone animato”. Stiamo parlando di Candy Candy, la dolce signorina “Tutte le lentiggini”, che ha appassionato bambini e genitori negli anni ’70. Un cartone animato trasmesso dalle televisioni di tutto il mondo, fino a pochi anni fa. E credo proprio che a molti farebbe ancora piacere rivedere le vicende della povera ma caparbia orfanella che si batteva per gli ideali, che per lei venivano prima di ogni altra cosa. Ancora oggi quando su Youtube guardo qualche puntata della “Dolce Candy”, mi spuntano le lacrime agli occhi e mi emoziono. Mi sembra ieri, quando mi sedevo sulla sedia del tavolo della cucina, vicino alla mia mamma e alla mia sorellina e commentavamo insieme le vicende della signorina “Andrew”. Da bambina mi sentivo un po’ come lei: sfortunata, ma nello stesso tempo combattiva. L’identificazione con lei è rimasta fino all’età adolescenziale, quando sognavo l’amore come quello tra l’infermierina con le codone bionde e il suo amato Terence.
Quella di Candy è una vicenda esemplare per far capire ai bambini, che da una situazione triste e critica, come quella di una vita da orfana, può scaturire un avvicendarsi di esperienze positive che portano alla crescita psicologica. La forza che ha avuto Candy, l’ho sempre rivista in me, durante i periodi difficili della mia vita, quando mi sono rialzata, nonostante le crisi familiari e di vita quotidiana. Le esperienze insegnano tanto e le persone che incontriamo durante la nostra vita sono tante e tutte utili al nostro accrescimento. Una figura terribile come quella della zia Erroy o di suor Gray, sarebbero potute essere negative per la vita della protagonista, ma sono state invece importanti anch’esse per la sua formazione. Forse lo sono state ancor di più, visto che Candy è riuscita a far venir fuori anche quel bene che le due donne appena citate avevano celato dentro il loro cuore. Le figure palesemente importanti sono state tante nel corso della vita della nostra piccola amica. A cominciare da Miss Pony e Suor Maria, che l’hanno cresciuta nella Casa di Pony, alla sua storica amica Annie, Albert, quello che alla fine si rivelerà il mitico zio William, che l’aveva adottata. E che dire dei suoi amori? Uno dolce, semplice, idilliaco, molto fanciullesco: quello per Antony; e l’altro controverso, difficile ma passionale all’ennesima potenza (sempre nei limiti della passionalità di un cartone per bambini). Un elemento che mi ha fatto molto riflettere e che è stato presente più volte nel corso delle vicende dell’eroina tutta lentiggini è il tema della morte. Candy, oltre alla perdita dei suoi genitori alla nascita, piange la perdita di Antony, da bambina, e poi di Stir, da adulta. Una reazione diversa quella della protagonista, che se nel primo caso, non riesce ad accettare e da la colpa agli eventi, nel secondo caso, anche se con rabbia e dolore comprende che la vita può riservarci situazioni più o meno spiacevoli, ma bisogna reagire e vivere. Mi dilungherei troppo se continuassi ad analizzare le vicende e i personaggi di quello che ho definito “romanzo”. Consiglio a tutti coloro che non l’hanno ancora fatto di vedere “Candy Candy” con i loro bambini. Sarà una sensazione nuova, guardare insieme ai nostri figli, quel cartone animato che ci ha tanto fatto emozionare, e che sicuramente farà sorridere e riflettere i nostri bambini. Proprio come facevo io con la mia mamma!
Giusy Chiello
candyyyyyyyyyyy! così mi commuovo anch’io: lo sai che sono una nostalgica!